LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Circostanze attenuanti: motivazione apparente annulla

Un automobilista, condannato per guida in stato di ebbrezza aggravata da un incidente, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte Suprema ha respinto i motivi relativi al funzionamento dell’etilometro e all’interazione tra alcol e farmaci, ma ha accolto quello sul diniego delle circostanze attenuanti generiche. La sentenza è stata annullata su questo punto perché la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione solo apparente, senza analizzare concretamente gli elementi positivi portati dalla difesa, come l’assenza di precedenti e la lieve entità del danno. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio sul tema delle attenuanti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in ebbrezza: quando il diniego delle circostanze attenuanti generiche è illegittimo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 10485/2024) ha annullato parzialmente una condanna per guida in stato di ebbrezza, mettendo in luce un principio fondamentale del diritto processuale: l’obbligo del giudice di fornire una motivazione concreta e non meramente di facciata. Il caso riguardava un automobilista a cui erano state negate le circostanze attenuanti generiche con una motivazione ritenuta ‘apparente’. Analizziamo la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I fatti del caso: la guida in stato di ebbrezza e l’incidente

Un automobilista di quasi settant’anni veniva condannato per il reato previsto dall’art. 186 del Codice della Strada. Alla guida della sua autovettura, in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 2,15 g/l, aveva causato un incidente stradale. La condanna, emessa dal Tribunale, veniva confermata dalla Corte d’Appello.
L’imputato, tuttavia, decideva di ricorrere in Cassazione, affidandosi a tre distinti motivi di doglianza.

I motivi del ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha sollevato tre questioni principali:
1. L’affidabilità dell’etilometro: Si contestava la mancata verifica dell’omologazione e delle revisioni periodiche dello strumento, un’eccezione che però, come vedremo, è stata giudicata tardiva.
2. L’interazione con i farmaci: L’imputato, assumendo farmaci antidepressivi e antipertensivi, sosteneva che il tasso alcolemico potesse essere stato alterato dall’interazione con l’alcol e che i suoi sintomi non fossero coerenti con un valore così elevato.
3. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche: La difesa lamentava una motivazione illogica e apparente da parte della Corte d’Appello, che aveva negato il beneficio senza considerare adeguatamente una serie di elementi positivi.

La decisione della Corte sulle circostanze attenuanti generiche

La Cassazione ha rigettato i primi due motivi. Il primo è stato dichiarato inammissibile poiché la questione sull’etilometro non era stata sollevata nei precedenti gradi di giudizio. Riguardo al secondo motivo, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: è onere della difesa fornire prove concrete sull’effetto potenziatore dei farmaci. Inoltre, e questo è un punto cruciale, ogni conducente ha l’obbligo di mettersi alla guida in condizioni di piena efficienza psico-fisica, dovendo quindi prevedere e tenere conto delle possibili interazioni tra alcol e medicinali assunti.

È stato però il terzo motivo a trovare accoglimento.

Il principio della ‘motivazione apparente’

La Suprema Corte ha ritenuto ‘apparente’ la motivazione con cui la Corte d’Appello aveva negato le circostanze attenuanti generiche. Questo vizio si verifica quando il giudice utilizza formule di stile, apodittiche o tautologiche, che non permettono di comprendere il ragionamento logico che ha portato alla decisione. In pratica, la motivazione esiste sulla carta, ma è vuota di contenuto effettivo.

Le motivazioni della Cassazione

Nel caso specifico, la Corte territoriale si era limitata ad affermare che gli elementi forniti dalla difesa non fossero sufficienti, senza però spiegare il perché. Non aveva indicato quali elementi negativi prevalessero su quelli positivi, né aveva analizzato in concreto le argomentazioni difensive.
La difesa aveva evidenziato plurimi aspetti meritevoli di considerazione:

* L’ora e il luogo del sinistro (una via stretta a senso unico).
* L’entità minima del danno (una lieve ammaccatura frontale, senza coinvolgimento di terzi né feriti).
* Il grado della colpa, considerando l’età avanzata dell’imputato e la sua condizione di persona in cura con farmaci.
* L’assenza di precedenti penali.
* L’atteggiamento collaborativo e lo stile di vita dell’imputato.

Di fronte a un’articolata doglianza, il giudice d’appello non può limitarsi a una negazione generica. Deve prendere in esame gli elementi specifici e spiegare perché, nel bilanciamento complessivo, essi non siano sufficienti a giustificare una diminuzione di pena.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente al punto relativo alle circostanze attenuanti generiche, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio. Quest’ultima dovrà riconsiderare la richiesta della difesa, fornendo una motivazione completa e concreta che dia conto del bilanciamento tra gli elementi positivi e quelli negativi. La pronuncia ribadisce con forza che il diritto alla difesa passa anche attraverso il diritto a una decisione motivata in modo sostanziale e non solo formale, specialmente quando si tratta di valutare aspetti che possono incidere significativamente sulla determinazione della pena.

È possibile contestare per la prima volta in Cassazione il malfunzionamento dell’etilometro?
No. Secondo la sentenza, tale questione deve essere sollevata nei gradi di merito precedenti (primo grado o appello). Proporla per la prima volta dinanzi alla Corte di Cassazione la rende inammissibile.

L’assunzione di farmaci può escludere la responsabilità per guida in stato di ebbrezza?
No. La sentenza chiarisce che l’obbligo del conducente di mettersi alla guida in stato di efficienza psico-fisica include il dovere di considerare gli effetti dei farmaci assunti e la loro possibile interazione con l’alcol. Spetta inoltre alla difesa fornire prove concrete che dimostrino come tale interazione abbia alterato il tasso alcolemico rilevato.

Perché il diniego delle circostanze attenuanti generiche è stato annullato?
È stato annullato perché la Corte d’Appello ha fornito una ‘motivazione apparente’. Si è limitata ad affermare che gli elementi portati dalla difesa (assenza di precedenti, danno lieve, età, ecc.) non erano idonei, senza però spiegare le ragioni di tale valutazione e senza indicare eventuali elementi negativi prevalenti. Questa mancanza di un’analisi concreta e specifica viola l’obbligo di motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati