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Circostanze attenuanti generiche: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione. La richiesta di applicazione delle circostanze attenuanti generiche è stata respinta poiché la decisione del giudice di merito, basata sui precedenti penali dell’imputato (anche per reati di droga), era stata adeguatamente motivata e non sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Circostanze attenuanti generiche: quando i precedenti penali contano

L’applicazione delle circostanze attenuanti generiche rappresenta uno degli aspetti più discrezionali del giudizio penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i confini di questa discrezionalità, chiarendo quando il diniego da parte del giudice di merito non può essere messo in discussione in sede di legittimità. Il caso analizzato riguarda un ricorso per un reato di evasione, dove l’imputato lamentava proprio la mancata concessione di tali attenuanti. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo importanti indicazioni sul peso dei precedenti penali nella valutazione del trattamento sanzionatorio.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in primo e secondo grado per il reato di evasione ai sensi dell’art. 385 del codice penale, ha presentato ricorso per Cassazione. I motivi del ricorso si concentravano esclusivamente sulla richiesta di applicazione delle circostanze attenuanti generiche, che i giudici di merito gli avevano negato. Secondo la difesa, la decisione dei giudici di appello non era sufficientemente motivata e non aveva tenuto adeguatamente conto di specifici aspetti favorevoli all’imputato. Il ricorso, tuttavia, non introduceva nuovi profili di diritto, ma si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato: la valutazione circa la concessione o il diniego delle circostanze attenuanti generiche è un giudizio di fatto rimesso all’esclusivo apprezzamento del giudice di merito. Tale giudizio non può essere sindacato in sede di legittimità, a condizione che sia sorretto da una motivazione esauriente e logica, priva di palesi contraddizioni. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza impugnata fosse pienamente conforme a questi requisiti.

Le Motivazioni: la discrezionalità del giudice sulle circostanze attenuanti generiche

Il cuore della pronuncia risiede nella spiegazione del perché la motivazione del giudice d’appello fosse da considerarsi corretta e, quindi, insindacabile. La Corte di Cassazione ha evidenziato che i giudici di merito avevano negato le attenuanti valorizzando i precedenti penali del ricorrente. Aspetto cruciale è che non sono stati considerati solo i precedenti per reati della stessa indole (come altre evasioni), ma anche quelli relativi a materie diverse, nello specifico reati in materia di stupefacenti. Questo approccio è stato ritenuto legittimo, in quanto i precedenti penali, nel loro complesso, contribuiscono a delineare la personalità del reo e la sua propensione a delinquere. La motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata ‘esauriente e logica’ proprio perché ha ancorato il diniego a un dato oggettivo e rilevante, ovvero la storia criminale dell’imputato, sottraendo così la decisione a qualsiasi censura in sede di legittimità.

Le Conclusioni: l’impatto dei precedenti penali

L’ordinanza in esame conferma che un ricorso per Cassazione basato unicamente sulla richiesta di riconsiderare il diniego delle circostanze attenuanti generiche ha scarse probabilità di successo se la decisione del giudice di merito è ben motivata. L’insegnamento pratico è chiaro: i precedenti penali di un imputato, anche se relativi a reati di natura diversa, costituiscono un elemento valido e sufficiente per negare le attenuanti. La decisione di merito, se fondata su tali elementi, diventa un apprezzamento di fatto che sfugge allo scrutinio di legittimità, portando inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità del ricorso e alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Può la Corte di Cassazione riesaminare la decisione di un giudice di non concedere le circostanze attenuanti generiche?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare nel merito la decisione di non concedere le attenuanti generiche. Il suo compito è solo verificare che la decisione del giudice di merito sia supportata da una motivazione logica e completa, come avvenuto in questo caso.

Quali elementi può considerare un giudice per negare le circostanze attenuanti generiche?
Il giudice può considerare vari elementi, tra cui i precedenti penali dell’imputato. In questa ordinanza, la Corte ha ritenuto legittima la decisione basata sui precedenti non solo per il reato specifico contestato, ma anche per reati di diversa natura, come quelli in materia di stupefacenti.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la condanna diventa definitiva. Inoltre, come stabilito in questa ordinanza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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