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Circostanze attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto, il quale lamentava la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che il giudice può legittimamente negare tali attenuanti basando la sua motivazione sulla sola assenza di elementi positivi a favore dell’imputato, senza che sia necessaria la presenza di elementi negativi. La pluralità dei reati e la mancanza di qualsiasi elemento meritevole di valutazione positiva hanno giustificato la decisione dei giudici di merito.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Circostanze attenuanti generiche: la Cassazione chiarisce quando il diniego è legittimo

Le circostanze attenuanti generiche, previste dall’articolo 62-bis del codice penale, rappresentano uno strumento fondamentale per il giudice al fine di adeguare la pena alla specifica situazione del reo. Tuttavia, la loro concessione non è un atto dovuto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i criteri per cui il diniego di tali attenuanti può essere considerato legittimo, anche in assenza di elementi negativi evidenti.

Il Caso: Ricorso contro la mancata concessione delle attenuanti

Il caso analizzato riguarda un individuo condannato in Corte d’Appello per numerose ipotesi di furto (art. 624-bis c.p.). L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. Secondo la difesa, i giudici di merito non avrebbero adeguatamente valutato gli elementi che avrebbero potuto giustificare una riduzione della pena.

La Decisione della Corte: il diniego delle circostanze attenuanti generiche

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto manifestamente infondato. La decisione si basa su principi giurisprudenziali consolidati, rafforzati dalla riforma legislativa del 2008, che ha modificato i presupposti per la concessione di questo beneficio.

L’assenza di elementi positivi come motivazione sufficiente

Il punto centrale della decisione è che il giudice può legittimamente negare le attenuanti generiche motivando la sua scelta con la semplice assenza di elementi di segno positivo. Non è quindi necessario che emergano circostanze negative specifiche; la mancanza di qualsiasi fattore meritevole di una valutazione favorevole è, di per sé, una ragione sufficiente per il diniego.

L’irrilevanza della sola incensuratezza

La Corte ha inoltre ricordato che, a seguito della riforma del 2008 (d.l. n. 92/2008, convertito in legge n. 125/2008), il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più un elemento sufficiente per ottenere il beneficio. Prima di tale modifica, un passato senza condanne poteva essere un fattore decisivo, mentre oggi è solo uno degli elementi che il giudice può considerare nel suo giudizio complessivo.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione del giudice di merito riguardo alle circostanze attenuanti generiche costituisce un giudizio di fatto, che non è sindacabile in sede di legittimità se non è palesemente contraddittorio o illogico. Il giudice può fondare la sua decisione anche su un solo elemento tra quelli indicati dall’art. 133 c.p. (gravità del reato, capacità a delinquere, personalità del reo), se lo ritiene prevalente e decisivo. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato la totale assenza di elementi positivi che potessero giustificare una riduzione di pena, a fronte, peraltro, della pluralità dei reati contestati. Questa valutazione è stata ritenuta congrua e sufficiente dalla Cassazione.

Conclusioni: Criteri per la concessione delle attenuanti

L’ordinanza in esame conferma un orientamento rigoroso: per ottenere le circostanze attenuanti generiche, l’imputato deve poter contare su elementi positivi e concreti che il giudice possa valorizzare. La mera assenza di precedenti penali o la mancanza di elementi particolarmente negativi non obbliga il giudice a concedere una riduzione di pena. La decisione finale resta un’attenta valutazione discrezionale, basata su un’analisi completa della personalità del reo e delle modalità del reato, e può essere validamente fondata anche sulla sola constatazione che non vi sono ragioni per un trattamento sanzionatorio più mite.

È sufficiente non avere precedenti penali per ottenere le circostanze attenuanti generiche?
No, a seguito della riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più un elemento di per sé sufficiente a giustificare la concessione delle attenuanti generiche.

Il giudice può negare le attenuanti generiche solo perché non ci sono elementi a favore dell’imputato?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche può essere legittimamente motivato con la semplice assenza di elementi o circostanze di segno positivo, senza la necessità di provare l’esistenza di elementi negativi.

Cosa valuta il giudice per concedere o escludere le circostanze attenuanti generiche?
Il giudice valuta gli elementi indicati nell’art. 133 del codice penale, come la gravità del reato, la capacità a delinquere, la personalità del colpevole e le modalità di esecuzione. Può basare la sua decisione anche su un solo elemento che ritiene prevalente e sufficiente a giustificare la concessione o l’esclusione del beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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