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Circostanze attenuanti generiche: la decisione del giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche in regime di prevalenza. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla graduazione della pena spetta al giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica e non arbitraria, come nel caso di specie.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando la Discrezionalità del Giudice è Insindacabile

L’applicazione delle circostanze attenuanti generiche rappresenta uno degli aspetti più delicati del processo penale, poiché incide direttamente sulla determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 10685/2025, offre un importante chiarimento sui limiti del sindacato di legittimità riguardo la valutazione del giudice di merito. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: la decisione sulla concessione e sul bilanciamento delle attenuanti rientra nella discrezionalità del giudice e non può essere messa in discussione in Cassazione se supportata da una motivazione logica e coerente.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. Il ricorrente lamentava la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche in regime di prevalenza rispetto alle aggravanti. La Corte d’Appello, pur riconoscendo le attenuanti, le aveva ritenute equivalenti alle circostanze aggravanti, senza quindi operare una diminuzione della pena. L’imputato ha quindi deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione, contestando la valutazione operata dai giudici di secondo grado.

La Valutazione delle Circostanze Attenuanti Generiche secondo la Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici supremi hanno definito il motivo di ricorso come generico e aspecifico, in quanto non si confrontava adeguatamente con le argomentazioni chiare e logicamente articolate della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva compiutamente considerato le ragioni dell’imputato, valutato la portata della sua condotta e motivato, in modo esente da vizi logici, la scelta di concedere le attenuanti solo in regime di equivalenza.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza: la graduazione della pena, che include il bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti, è espressione del potere discrezionale del giudice di merito. Tale potere, esercitato in aderenza ai principi degli articoli 132 e 133 del codice penale, è insindacabile in sede di legittimità se la decisione non è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico e se è sorretta da una motivazione sufficiente. Nel caso di specie, il ricorso non mirava a evidenziare un vizio di legittimità, ma a sollecitare una nuova e diversa valutazione del merito della questione, un’operazione preclusa alla Corte di Cassazione. Il tentativo di ottenere una riconsiderazione della congruità della pena, già adeguatamente motivata in appello, si scontra con la natura stessa del giudizio di cassazione, che è un giudizio di legittimità e non di merito.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che per contestare efficacemente una decisione sulla concessione delle circostanze attenuanti generiche, non è sufficiente lamentare la severità della pena. È invece necessario dimostrare in modo specifico e puntuale che la motivazione del giudice di merito è manifestamente illogica, contraddittoria o basata su un errore di diritto. In assenza di tali vizi, la valutazione discrezionale del giudice sulla graduazione della pena rimane insindacabile. Questa pronuncia serve da monito per la redazione dei ricorsi per cassazione, che devono concentrarsi sui profili di legittimità e non trasformarsi in un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda.

È possibile contestare in Cassazione la mancata concessione delle attenuanti generiche in regime di prevalenza?
Sì, ma solo se si dimostra che la decisione del giudice di merito è frutto di un ragionamento palesemente illogico, arbitrario o privo di una motivazione sufficiente. Non è possibile chiedere alla Cassazione una nuova valutazione dei fatti.

Qual è il limite al potere discrezionale del giudice nel determinare la pena?
Il potere discrezionale del giudice nella graduazione della pena, inclusa la valutazione delle circostanze, è limitato dall’obbligo di fornire una motivazione che non sia arbitraria o manifestamente illogica e che sia coerente con i principi stabiliti dagli articoli 132 e 133 del codice penale.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene giudicato generico e aspecifico?
Se un ricorso è ritenuto generico, ovvero non contesta specificamente le argomentazioni della sentenza impugnata, viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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