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Circostanze attenuanti generiche: il potere del giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di quattro imputati contro la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. La Suprema Corte ha ribadito che la valutazione e la comparazione delle circostanze rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito e non sono sindacabili in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica o arbitraria, cosa non riscontrata nel caso di specie.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Circostanze Attenuanti Generiche: Quando la Decisione del Giudice è Insindacabile?

La concessione delle circostanze attenuanti generiche rappresenta uno degli aspetti più delicati e discrezionali del processo penale, incidendo direttamente sull’entità della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 9525/2024) ha riaffermato i confini entro cui si muove il potere del giudice di merito in questa materia, chiarendo quando la sua decisione diventa, di fatto, insindacabile in sede di legittimità.

I Fatti del Caso

Quattro imputati presentavano ricorso alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’unico motivo di doglianza sollevato era il vizio di motivazione in relazione al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche con un giudizio di prevalenza rispetto ad eventuali circostanze aggravanti. In sostanza, i ricorrenti lamentavano che i giudici d’appello non avessero adeguatamente giustificato la loro decisione di non concedere uno sconto di pena basato su attenuanti non specificate.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi proposti manifestamente infondati e, di conseguenza, inammissibili. La Corte ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro ciascuno alla Cassa delle ammende, evidenziando la colpa nell’aver proposto un’impugnazione priva di fondamento.

Le Motivazioni: il Confine del Potere Discrezionale del Giudice

Il cuore della decisione risiede nella riaffermazione di un principio consolidato nella giurisprudenza. La Corte ha spiegato che il cosiddetto ‘giudizio di comparazione’ tra circostanze di segno opposto (aggravanti contro attenuanti) è una valutazione discrezionale tipica del giudice di merito. Questo significa che spetta al giudice che analizza i fatti (primo grado e appello) ponderare gli elementi a favore e contro l’imputato per decidere se la pena debba essere aumentata, diminuita o se le circostanze si equivalgano.

La Cassazione, in quanto giudice di legittimità, non può entrare nel merito di questa valutazione. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente. Pertanto, la decisione del giudice di merito sulle circostanze attenuanti generiche sfugge al controllo della Suprema Corte, a meno che non si verifichino due condizioni eccezionali:

1. La decisione è frutto di mero arbitrio.
2. La motivazione si basa su un ragionamento palesemente illogico.

Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello, pur sintetica, fosse sufficiente e non presentasse tali vizi. Richiamando un’importante sentenza delle Sezioni Unite (n. 10713 del 2010), i giudici hanno sottolineato che è da considerarsi adeguatamente motivata anche la decisione che, per giustificare l’equivalenza tra le circostanze, si limiti a ritenerla la soluzione più idonea a garantire l’adeguatezza della pena inflitta nel concreto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame consolida un orientamento fondamentale: impugnare una sentenza in Cassazione lamentando unicamente il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche è una strada processuale estremamente difficile e con scarse probabilità di successo. Per poter sperare in un annullamento, non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione del giudice, ma è necessario dimostrare che la sua motivazione è viziata da un’irragionevolezza manifesta o da totale arbitrarietà. Questa pronuncia ribadisce la netta separazione tra il giudizio di fatto, riservato ai tribunali di merito, e il giudizio di diritto, di competenza esclusiva della Corte di Cassazione, conferendo ampia autonomia ai giudici di primo e secondo grado nella commisurazione della pena.

Perché i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili?
I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili perché l’unico motivo presentato, relativo al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, è stato ritenuto manifestamente infondato dalla Corte.

La Corte di Cassazione può rivedere la decisione di un giudice sulla concessione delle attenuanti?
Di norma no. La valutazione delle circostanze è un potere discrezionale del giudice di merito. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione della decisione è frutto di puro arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico.

Qual è stata la conseguenza finale per i ricorrenti?
Oltre al rigetto dei loro ricorsi, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa nel proporre un ricorso inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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