LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Circostanze attenuanti generiche: il diniego motivato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per la violazione del foglio di via obbligatorio. I giudici hanno confermato che il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere legittimamente motivato sulla base di un unico elemento negativo, come i precedenti penali dell’imputato, e che la determinazione di una pena superiore al minimo edittale è corretta se fondata sulla gravità del fatto e sulla personalità del reo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Circostanze attenuanti generiche: basta un solo elemento negativo per negarle?

La concessione delle circostanze attenuanti generiche rappresenta uno degli strumenti più significativi del potere discrezionale del giudice penale. Tuttavia, quali sono i limiti di questa discrezionalità? È sufficiente un solo elemento negativo, come i precedenti penali, per giustificarne il diniego? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata sul tema, offrendo chiarimenti importanti sulla motivazione richiesta al giudice di merito.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un soggetto alla pena di due mesi di arresto per il reato previsto dall’art. 76, comma 2, del D.Lgs. 159/2011, ovvero per aver violato il foglio di via obbligatorio. La sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale, veniva confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato decideva quindi di ricorrere in Cassazione, lamentando due vizi principali: la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche e l’erronea determinazione della pena, ritenuta eccessiva.

Le doglianze e le circostanze attenuanti generiche

Il ricorrente basava la sua difesa su due punti fondamentali:

1. Vizio di motivazione sul diniego delle attenuanti generiche: Secondo la difesa, i giudici di merito non avevano adeguatamente motivato le ragioni per cui non erano state concesse le attenuanti previste dall’art. 62-bis del codice penale.
2. Erronea applicazione dell’art. 133 c.p.: Si contestava inoltre che la pena inflitta fosse sproporzionata, in quanto i giudici non avrebbero applicato correttamente i criteri di commisurazione della pena indicati nell’art. 133 del codice penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, confermando integralmente la decisione della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno analizzato separatamente le due doglianze, giungendo a conclusioni nette.

La motivazione sul diniego delle attenuanti

Sul primo punto, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato: il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche può essere legittimamente motivato anche con il richiamo a un solo elemento negativo tra quelli indicati dall’art. 133 c.p., qualora il giudice lo ritenga preponderante. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente basato il suo diniego sui precedenti penali dell’imputato e sull’assenza di elementi positivi da valutare. Questa motivazione è stata ritenuta congrua e sufficiente, in linea con l’orientamento giurisprudenziale dominante.

La motivazione sulla misura della pena

Anche la seconda doglianza è stata respinta. La Corte ha ritenuto che la decisione di irrogare una pena superiore al minimo edittale fosse ampiamente giustificata. I giudici di merito avevano infatti considerato non solo i plurimi precedenti dell’imputato, ma anche il “particolare disvalore del fatto”. Il reato era stato commesso pochi giorni dopo la notifica del foglio di via, dimostrando una chiara noncuranza del provvedimento e una spiccata personalità incline a delinquere. Di conseguenza, la Corte d’Appello aveva fatto un uso corretto del suo potere discrezionale, ancorando la sua decisione ai criteri della gravità del fatto e della personalità del reo.

Le motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda sulla constatazione che il ricorso non faceva altro che riproporre le medesime censure già dedotte in appello, senza confutare in modo specifico e puntuale le argomentazioni della sentenza impugnata. Un ricorso così strutturato si rivela inammissibile, poiché non introduce nuovi elementi di critica giuridica ma si limita a una sterile riproposizione di argomenti già vagliati e respinti.
La Corte ha quindi rafforzato l’idea che il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione degli elementi di cui all’art. 133 c.p., sia per la concessione delle attenuanti che per la commisurazione della pena. L’importante è che tale discrezionalità sia esercitata attraverso una motivazione logica, coerente e non contraddittoria, come avvenuto nel caso esaminato.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame offre due importanti spunti di riflessione. In primo luogo, conferma che i precedenti penali di un imputato costituiscono un ostacolo significativo all’ottenimento delle circostanze attenuanti generiche, potendo da soli giustificarne il diniego se non controbilanciati da elementi positivi di particolare rilievo. In secondo luogo, evidenzia come la tempestività della violazione di un provvedimento (in questo caso, il foglio di via) sia un fattore che aggrava la valutazione della personalità del reo e può legittimare una pena più severa. Infine, la decisione funge da monito sull’importanza di strutturare ricorsi per cassazione che critichino specificamente la logica della sentenza impugnata, anziché limitarsi a una mera riproposizione dei motivi d’appello.

Per negare le circostanze attenuanti generiche, il giudice deve considerare tutti gli elementi possibili?
No, la Corte ha stabilito che il diniego può essere legittimamente motivato anche con il richiamo a un solo elemento negativo, come i precedenti penali dell’imputato, se ritenuto preponderante.

Cosa giustifica una pena superiore al minimo previsto dalla legge?
Una pena superiore al minimo può essere giustificata da elementi sfavorevoli come i precedenti penali e il particolare disvalore del fatto, ad esempio se il reato è stato commesso pochi giorni dopo aver ricevuto un provvedimento come il foglio di via obbligatorio.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile quando è manifestamente infondato, ad esempio se si limita a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte nel grado precedente, senza contestare specificamente le argomentazioni della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati