LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Circostanza attenuante: quando il danno non è lieve

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva il riconoscimento della circostanza attenuante per un danno patrimoniale di circa 720 euro. La Corte ha stabilito che la valutazione non può limitarsi all’importo, ma deve considerare il complessivo disvalore sociale della condotta, che in questo caso includeva l’uso dell’identità di quattro persone ignare per noleggiare autovetture.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Circostanza Attenuante: Non Basta un Danno Basso se la Condotta è Grave

L’applicazione di una circostanza attenuante può ridurre significativamente la pena per chi ha commesso un reato. Tuttavia, come chiarisce una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la valutazione di tali circostanze non è un mero calcolo matematico. Anche a fronte di un danno economico apparentemente modesto, il giudice deve considerare la gravità complessiva della condotta e il suo disvalore sociale. Analizziamo insieme questo interessante caso.

I Fatti del Caso: Noleggio Auto con Identità Rubate

La vicenda riguarda un individuo condannato per aver arrecato un danno patrimoniale di circa 720 euro. La particolarità del caso non risiede tanto nell’importo, quanto nelle modalità con cui il reato è stato commesso. L’imputato, per ottenere la disponibilità di alcune autovetture a noleggio, aveva utilizzato le generalità di ben quattro persone diverse, del tutto ignare dell’accaduto. In questo modo, non solo otteneva illecitamente i veicoli, ma esponeva queste persone al rischio di subire pretese economiche da parte della società di noleggio.

La Valutazione della Circostanza Attenuante del Danno Lieve

La difesa dell’imputato aveva richiesto, sia in appello che in Cassazione, il riconoscimento della circostanza attenuante prevista dall’art. 62 n. 4 del codice penale, relativa all’aver cagionato un danno patrimoniale di speciale tenuità. Secondo la difesa, l’importo di 720 euro rientrava in questa categoria.

I giudici di merito, tuttavia, avevano respinto questa richiesta. La loro valutazione si è basata su due principi fondamentali:
1. L’entità del danno: Un importo di 720 euro, sebbene non ingente, non è stato considerato di “minima rilevanza economica”.
2. Il disvalore sociale: Il dato puramente economico deve essere valutato insieme al disvalore sociale complessivo della condotta. L’utilizzo delle identità di quattro persone ignare ha aggravato notevolmente la condotta, trascendendo il semplice danno patrimoniale.

La Decisione della Cassazione: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, dichiarando il ricorso inammissibile. I Supremi Giudici hanno sottolineato come i motivi del ricorso fossero una “pedissequa reiterazione” di argomenti già presentati e correttamente respinti in appello.

Le motivazioni

La Corte ha ritenuto il ricorso non specifico e solo apparente, in quanto non formulava una critica argomentata contro la sentenza impugnata, ma si limitava a riproporre le stesse tesi. Il cuore della motivazione risiede nel confermare la correttezza del ragionamento della Corte d’Appello: la valutazione della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità non può essere disgiunta da un’analisi globale del comportamento dell’imputato. L’aver coinvolto e messo a rischio quattro persone inconsapevoli rappresenta un elemento di gravità che impedisce di qualificare il fatto come di lieve entità, nonostante l’importo economico contenuto.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto penale: la valutazione di un reato non si esaurisce nei suoi aspetti meramente quantitativi. Il giudice ha il dovere di analizzare tutte le sfaccettature della condotta, inclusa la sua riprovevolezza sociale. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, questo significa che la richiesta di benefici come le attenuanti deve essere supportata da argomenti che tengano conto del quadro completo del fatto. Un danno economico ridotto non è una garanzia automatica di una pena più mite se le modalità di commissione del reato rivelano un’offensività e una pericolosità sociale significative.

Un danno economico di modesta entità garantisce sempre l’applicazione della circostanza attenuante del danno lieve (art. 62 n. 4 c.p.)?
No. Secondo la Corte, l’entità del danno (in questo caso 720 euro) non è l’unico fattore. Deve essere valutata unitamente al complessivo disvalore sociale della condotta. Se le modalità del reato sono particolarmente gravi, come l’utilizzo di identità altrui, l’attenuante può essere negata.

Cosa significa che un ricorso in Cassazione è “non specifico” o “apparente”?
Significa che il ricorso non svolge la sua funzione tipica, cioè quella di muovere una critica argomentata e puntuale contro la sentenza che si impugna. Si limita, invece, a ripetere gli stessi argomenti già presentati e respinti nelle fasi precedenti del processo, senza aggiungere nuovi elementi di analisi giuridica.

In che modo il “disvalore sociale” di una condotta influenza la valutazione di una circostanza attenuante?
Il disvalore sociale, cioè la riprovevolezza di un comportamento per la società, è un elemento cruciale. La Corte stabilisce che il dato economico del danno deve essere letto insieme a questo fattore. Una condotta con un alto disvalore sociale, come quella di esporre persone ignare a pretese economiche, può impedire il riconoscimento di un’attenuante anche se il danno puramente monetario è contenuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati