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Circostanza aggravante: la Cassazione si esprime

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di tentata estorsione e altri reati, definendo i criteri per la configurabilità della circostanza aggravante delle più persone riunite. La sentenza ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due imputati per palese scostamento tra i motivi addotti e il provvedimento impugnato, mentre ha rigettato il ricorso del terzo, confermando la condanna. La Corte ha chiarito che, in contesti di criminalità organizzata, la presenza simultanea dei correi non è necessaria per integrare l’aggravante, essendo sufficiente che la richiesta estorsiva provenga da una pluralità di soggetti del gruppo criminale.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Circostanza Aggravante: la Cassazione definisce i contorni nell’estorsione mafiosa

Con la recente sentenza n. 9978 del 2025, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale del diritto penale: la corretta interpretazione della circostanza aggravante delle più persone riunite, specialmente in contesti di criminalità organizzata. La decisione offre importanti chiarimenti anche in materia di inammissibilità del ricorso e di calcolo della pena in presenza di recidiva.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine dalla condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di tre imputati per una serie di gravi reati, tra cui tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, danneggiamento, porto e ricettazione di armi clandestine ed esplosioni in luogo pubblico. La Corte territoriale aveva confermato la sentenza di primo grado, rideterminando la pena in anni cinque e mesi quattro di reclusione per ciascuno, a seguito del riconoscimento di alcune attenuanti.

Avverso tale decisione, i difensori degli imputati hanno proposto ricorso per cassazione, sollevando diverse questioni. In particolare, uno dei ricorrenti contestava la sussistenza della circostanza aggravante delle più persone riunite, la determinazione della pena e l’applicazione della recidiva. I ricorsi degli altri due imputati, invece, presentavano motivi completamente slegati dal contenuto della sentenza impugnata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha adottato una decisione netta e diversificata per le posizioni degli imputati:

1. Inammissibilità dei ricorsi per due dei tre imputati, con condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.
2. Rigetto del ricorso per il terzo imputato, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali.

La Corte ha così confermato l’impianto accusatorio e la correttezza della decisione di merito per quanto riguarda l’imputato il cui ricorso è stato esaminato.

Le Motivazioni

La sentenza si distingue per la chiarezza con cui affronta i diversi profili giuridici sollevati.

La palese inammissibilità dei ricorsi

I giudici di legittimità hanno rilevato una palese e insanabile inconciliabilità tra i motivi di impugnazione presentati nell’interesse di due imputati e il contenuto della sentenza che si intendeva contestare. I ricorsi sviluppavano critiche relative a questioni (come l’incompetenza territoriale e pregresse vicende cautelari) di cui non vi era alcuna traccia nella decisione della Corte d’Appello. Tale scollamento ha portato la Corte a ipotizzare che i ricorsi si riferissero, in realtà, a un’altra e diversa vicenda giudiziaria, determinandone la declaratoria di inammissibilità ai sensi dell’art. 581 c.p.p.

L’analisi della circostanza aggravante delle più persone riunite

Sul punto più controverso, la Corte ha respinto la tesi difensiva secondo cui per la circostanza aggravante delle più persone riunite sarebbe necessaria la simultanea presenza fisica di almeno due soggetti nel luogo e nel momento della violenza o minaccia. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato, specialmente per i reati di estorsione commessi nell’interesse di un’associazione di tipo mafioso. In questi contesti, l’aggravante si configura anche quando la richiesta estorsiva viene effettuata in momenti diversi e da una pluralità di soggetti che, contattando la persona offesa, esplicitano la natura collettiva della pretesa proveniente dal gruppo criminale. Nel caso di specie, era stato accertato che due degli imputati avevano avvicinato insieme la vittima, rafforzando la pretesa illecita.

La determinazione della pena e la recidiva

La Corte ha ritenuto infondate anche le censure relative al trattamento sanzionatorio. Ha chiarito che, a seguito del riconoscimento delle attenuanti generiche in appello, il reato più grave non era più la tentata estorsione, ma il porto d’arma clandestina, la cui pena edittale, considerata in astratto, è superiore. Su questa base è stata correttamente calcolata la pena, che si è collocata al di sotto della media edittale, non richiedendo quindi una motivazione specifica e dettagliata. Infine, riguardo alla recidiva, i giudici hanno ritenuto congrua la motivazione della Corte d’Appello, che aveva giustificato il giudizio di equivalenza con le attenuanti basandosi sulla pericolosità criminale dell’imputato, desunta dai precedenti specifici e dalle modalità dei fatti.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce alcuni principi fondamentali del diritto e della procedura penale. In primo luogo, sottolinea l’importanza di redigere ricorsi pertinenti e specifici, pena la sanzione dell’inammissibilità. In secondo luogo, consolida l’interpretazione estensiva della circostanza aggravante delle più persone riunite nei reati di matrice mafiosa, adattandola alla natura frammentata e collettiva delle azioni criminali in tale ambito. Infine, conferma l’ampia discrezionalità del giudice di merito nel bilanciamento delle circostanze e nella determinazione della pena, purché la motivazione sia logica e non manifestamente contraddittoria.

Quando si configura la circostanza aggravante delle ‘più persone riunite’ in un’estorsione di tipo mafioso?
Non è necessaria la simultanea presenza fisica di almeno due persone. L’aggravante sussiste anche quando la richiesta estorsiva viene effettuata in momenti diversi da più soggetti che manifestano la natura collettiva della pretesa, riconducibile a un gruppo criminale.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile, come nel caso di specie, quando i motivi di impugnazione sono totalmente slegati dal contenuto della sentenza che si intende contestare, mancando così il requisito della specificità e pertinenza dei motivi.

Come viene bilanciata la recidiva con le attenuanti generiche?
Il giudice di merito effettua un giudizio di bilanciamento (prevalenza, equivalenza o soccombenza) tra aggravanti e attenuanti. La decisione, come in questo caso, deve essere motivata in modo congruo, tenendo conto di parametri come la gravità del fatto e la capacità a delinquere dell’imputato, desunta anche dai precedenti penali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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