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Certificato di idoneità statica e prescrizione reato

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per il reato di utilizzo di un immobile senza collaudo statico. La Corte ha stabilito che la presentazione di un certificato di idoneità statica, equipollente al collaudo secondo la legge regionale, determina la cessazione della permanenza del reato, facendo così decorrere il termine di prescrizione. Nel caso specifico, il reato è stato dichiarato estinto per prescrizione, poiché il termine era maturato prima della sentenza di condanna.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Certificato di idoneità statica: quando fa scattare la prescrizione del reato edilizio

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 10235/2024) ha chiarito un punto fondamentale in materia di reati edilizi, stabilendo che un certificato di idoneità statica può essere decisivo per determinare l’estinzione del reato per prescrizione. La Corte ha infatti equiparato, in base a una specifica legge regionale, tale certificato al collaudo statico, individuando nella sua data di rilascio il momento in cui la condotta illecita cessa di protrarsi nel tempo.

I Fatti di Causa

Il caso riguardava gli amministratori di una società costruttrice e il direttore dei lavori di un complesso immobiliare. Essi erano stati condannati in primo grado per il reato previsto dall’art. 75 del Testo Unico Edilizia, per aver consentito l’utilizzo degli immobili in totale difformità dalla concessione edilizia e, soprattutto, prima del rilascio del necessario certificato di collaudo statico. La condotta contestata era iniziata nel 2003, con la vendita e la consegna delle unità immobiliari agli acquirenti.

La difesa degli imputati ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la violazione di legge in merito alla prescrizione del reato. Il punto centrale dell’argomentazione difensiva era che la permanenza del reato si era interrotta non con una mai avvenuta dismissione degli immobili, ma con il rilascio di un certificato di idoneità statica in data 1 settembre 2015.

La Questione del Certificato di Idoneità Statica e la Prescrizione

Il reato di utilizzo di un’opera in assenza di collaudo statico è un reato permanente. Questo significa che la condotta illecita non si esaurisce in un solo momento, ma continua finché l’edificio viene utilizzato senza la prescritta certificazione. La permanenza cessa in due casi:

1. Con la dismissione dell’utilizzo dell’immobile.
2. Con l’effettuazione del collaudo (o di un atto equipollente).

È su questo secondo punto che si è concentrata la decisione della Cassazione. Una legge della Regione Marche aveva stabilito una precisa equipollenza tra il certificato di collaudo statico e il certificato di idoneità statica, predisposto secondo i criteri del D.M. 15 maggio 1985. Poiché gli imputati avevano ottenuto tale certificato il 1° settembre 2015, la difesa sosteneva che quella data dovesse essere considerata il dies a quo, ovvero il giorno da cui far decorrere il termine di prescrizione.

Il Calcolo della Prescrizione

Il termine di prescrizione per questo tipo di reato contravvenzionale è di cinque anni. Facendo partire il calcolo dal 1° settembre 2015, la prescrizione sarebbe maturata il 1° settembre 2020. A questo periodo, la Corte ha aggiunto i 64 giorni di sospensione dei termini processuali previsti dalla normativa emergenziale Covid-19, spostando la data di estinzione del reato al 4 novembre 2020. Poiché la sentenza di condanna impugnata era stata pronunciata il 28 febbraio 2023, era evidente che il reato si era già estinto per prescrizione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto le argomentazioni della difesa, ritenendole fondate. Ha riconosciuto che la produzione postuma del certificato di idoneità statica, in virtù dell’equipollenza stabilita dalla normativa regionale, ha avuto l’effetto di far cessare la permanenza del reato. Il giudice di primo grado aveva errato nel non considerare tale documento ai fini del calcolo della prescrizione. La Corte ha precisato che, sebbene tale certificazione non abbia un effetto sanante come un condono edilizio, ha un indubbio riflesso sul momento di cessazione della condotta antigiuridica.

La Cassazione ha ribadito che il dies a quo per la prescrizione, in assenza di prova della dismissione dell’utilizzo dell’immobile, coincide con l’avvenuta effettuazione del collaudo. In questo caso specifico, grazie all’equipollenza normativa, tale momento è coinciso con il rilascio del certificato di idoneità statica.

La stessa logica è stata applicata anche alla posizione del direttore dei lavori, il quale, in qualità di garante della sicurezza, ha l’obbligo specifico di impedire l’utilizzo dell’edificio prima del collaudo. Di conseguenza, anche per lui il reato è stato dichiarato estinto per le medesime ragioni.

Conclusioni

La sentenza annulla senza rinvio la decisione di condanna, dichiarando il reato estinto per intervenuta prescrizione per tutti gli imputati. Questa pronuncia offre un’importante lezione pratica: nei reati edilizi permanenti, l’ottenimento di certificazioni tecniche previste da leggi regionali come equivalenti agli adempimenti richiesti dalla normativa nazionale può avere un impatto decisivo sull’esito del procedimento penale. La data di rilascio di un certificato di idoneità statica può, di fatto, segnare il confine temporale oltre il quale lo Stato perde il suo potere punitivo, rendendo fondamentale per la difesa una precisa ricostruzione cronologica di tutti gli adempimenti tecnici e amministrativi.

Quando cessa la permanenza del reato di utilizzo di un immobile senza collaudo statico?
La permanenza del reato cessa nel momento in cui viene interrotto l’utilizzo dell’immobile oppure quando viene effettuato il collaudo statico o un atto ad esso equiparato dalla legge, come un certificato di idoneità statica.

Un certificato di idoneità statica può sostituire il certificato di collaudo statico ai fini della prescrizione?
Sì. Secondo la sentenza, se una legge regionale stabilisce una chiara equipollenza tra i due documenti, la data di rilascio del certificato di idoneità statica segna la fine della condotta permanente e fa decorrere il termine di prescrizione del reato.

Chi è responsabile per l’utilizzo di un edificio senza collaudo statico?
La responsabilità è di chiunque violi la norma. Si tratta di un reato comune che può essere commesso non solo dal proprietario o dal costruttore, ma anche dal direttore dei lavori, in quanto primo garante della sicurezza con l’obbligo di impedire l’utilizzo dell’edificio prima del collaudo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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