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Censura corrispondenza 41-bis: la durata è automatica

La Corte di Cassazione ha stabilito che la durata della censura sulla corrispondenza per un detenuto in regime speciale 41-bis è legata alla durata del regime stesso, e non ai più brevi termini previsti dalla norma generale (art. 18-ter Ord. pen.). La misura è considerata una conseguenza automatica e obbligatoria del 41-bis, derogando così alla disciplina comune. La Corte ha quindi rigettato il ricorso di un detenuto che contestava una proroga biennale della censura, ritenendola legittima in quanto allineata alla durata del suo regime detentivo.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Censura Corrispondenza 41-bis: La Cassazione Conferma la Durata Legata al Regime Speciale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13993 del 2024, ha affrontato una questione cruciale riguardante la durata della censura corrispondenza 41-bis. La pronuncia stabilisce un principio fondamentale: per i detenuti sottoposti al regime di ‘carcere duro’, la durata del controllo sulla posta non segue i termini brevi e rinnovabili previsti per la generalità dei detenuti, ma si allinea alla durata del regime speciale stesso, in virtù della sua natura automatica e obbligatoria.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso di un detenuto sottoposto al regime differenziato di cui all’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario. Il Magistrato di sorveglianza aveva disposto la proroga del visto di censura sulla sua corrispondenza per un periodo di due anni, in concomitanza con la durata del decreto ministeriale che applicava il regime speciale.
La difesa del detenuto ha impugnato tale provvedimento, sostenendo che la durata della censura dovesse rispettare i limiti temporali stabiliti dalla norma generale, l’art. 18-ter Ord. pen. Quest’ultimo prevede una durata massima di sei mesi, prorogabile per periodi non superiori a tre mesi. Secondo il ricorrente, l’applicazione di una censura biennale costituiva una violazione di legge.

La Questione Giuridica: Durata della Censura Corrispondenza 41-bis

Il nucleo della controversia risiedeva nel rapporto tra due norme: l’art. 18-ter Ord. pen., che disciplina in via generale il controllo sulla corrispondenza dei detenuti, e l’art. 41-bis Ord. pen., che delinea il regime detentivo speciale.
La difesa argomentava che, nonostante il regime speciale, la durata del controllo epistolare dovesse comunque sottostare ai limiti temporali specifici dell’art. 18-ter, pensati come garanzia costituzionale (art. 15 Cost.) alla libertà e segretezza della corrispondenza.
La questione, quindi, era stabilire se la norma speciale del 41-bis, che impone la censura come misura obbligatoria, potesse derogare anche ai limiti di durata previsti dalla disciplina generale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, fornendo una chiara interpretazione del quadro normativo. I giudici hanno affermato che tra l’art. 18-ter e l’art. 41-bis sussiste un rapporto di specialità. Mentre l’art. 18-ter rappresenta la regola generale, l’art. 41-bis, comma 2-quater, lettera e), introduce una disciplina specifica per i detenuti in regime differenziato.

Il punto centrale della motivazione risiede nella natura della misura. Per i detenuti comuni, il controllo sulla corrispondenza è una misura discrezionale, disposta dal giudice per specifiche esigenze investigative o di sicurezza. Per i detenuti in 41-bis, invece, la censura corrispondenza 41-bis non è facoltativa, ma costituisce una previsione automatica e obbligatoria, una conseguenza diretta dell’applicazione del regime speciale.

Di conseguenza, secondo la Corte, non avrebbe senso applicare i termini brevi di proroga (sei e tre mesi) a una misura che è intrinsecamente legata a un regime che, di per sé, ha una durata pluriennale (due anni, prorogabile). L’obbligatorietà della censura per tutta la vigenza del 41-bis prevale sulle cadenze temporali della norma generale. In pratica, finché il detenuto è sottoposto al regime speciale, la sua corrispondenza deve essere controllata, e la durata di tale controllo si adegua a quella del regime stesso.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione consolida un importante principio: la durata della censura sulla corrispondenza per i soggetti in regime di 41-bis è svincolata dai limiti temporali dell’art. 18-ter Ord. pen. e si conforma alla durata del decreto ministeriale che impone il regime speciale. La decisione sottolinea come la natura obbligatoria e automatica del controllo epistolare nel contesto del 41-bis giustifichi una deroga alla disciplina generale, in un’ottica di bilanciamento tra la garanzia costituzionale della segretezza della corrispondenza e le eccezionali esigenze di sicurezza pubblica che fondano il regime differenziato.

Per un detenuto al 41-bis, la censura sulla posta ha la stessa durata prevista per gli altri detenuti?
No. La sentenza chiarisce che per i detenuti in regime di 41-bis, la durata della censura sulla corrispondenza è legata alla durata del regime speciale stesso e non ai termini più brevi (sei mesi, prorogabili per tre mesi) previsti dall’art. 18-ter Ord. pen. per la generalità dei detenuti.

Il controllo sulla corrispondenza per un detenuto al 41-bis è una misura discrezionale del giudice?
No. La Corte afferma che la sottoposizione al visto di censura è una conseguenza automatica e obbligatoria dell’applicazione del regime differenziato previsto dall’art. 41-bis. Il Magistrato di sorveglianza non ha discrezionalità nel disporla, ma deve solo applicarla in conseguenza del decreto ministeriale.

Qual è il rapporto tra l’art. 18-ter e l’art. 41-bis in materia di controllo della corrispondenza?
La Corte di Cassazione stabilisce un rapporto di specialità. L’art. 41-bis, essendo una norma speciale per i detenuti in regime differenziato, deroga alla disciplina generale dell’art. 18-ter per quanto riguarda la durata della misura. L’art. 18-ter si applica solo per gli aspetti non specificamente regolati dall’art. 41-bis.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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