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Cauzione e sorveglianza: l’appello inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto contro l’obbligo di versare una cauzione nell’ambito della sorveglianza speciale. Il ricorrente sosteneva di non dover pagare a causa di una misura cautelare concorrente e per la sua indigenza, ma la Corte ha ritenuto le sue argomentazioni come mere doglianze di fatto, non ammissibili in sede di legittimità, e una ripetizione di motivi già respinti dalla Corte d’Appello.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Cauzione Sorveglianza Speciale: Quando il Ricorso è Inammissibile

L’obbligo di versare una cauzione sorveglianza speciale rappresenta un aspetto cruciale nell’ambito delle misure di prevenzione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 20927/2024) ha fornito importanti chiarimenti sui limiti dell’impugnazione contro tale obbligo, sottolineando la differenza tra questioni di diritto, ammissibili in sede di legittimità, e doglianze di fatto, destinate all’inammissibilità. Analizziamo la decisione per comprendere meglio i principi applicati.

Il Contesto del Ricorso: Misure Preventive e Obblighi Finanziari

Il caso nasce dal ricorso di un individuo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, con annesso obbligo di versare una cauzione. L’interessato si opponeva a tale pagamento basando le sue argomentazioni su due punti principali:

1. Coesistenza di altre misure: Al momento dell’esecuzione della sorveglianza, il soggetto era già sottoposto a un’altra misura cautelare (l’obbligo di dimora). A suo avviso, questa circostanza avrebbe dovuto differire l’efficacia della sorveglianza speciale e, di conseguenza, l’obbligo di versare la cauzione.
2. Stato di indigenza: Il ricorrente sosteneva di essere in condizioni di assoluta indigenza, tali da non potergli consentire il pagamento della somma. Come prova, adduceva la sua ammissione al patrocinio a spese dello Stato in un periodo successivo.

La Corte d’Appello di Palermo aveva già respinto queste argomentazioni, ma il caso è approdato dinanzi alla Suprema Corte per una valutazione finale.

La Decisione sulla Cauzione Sorveglianza Speciale

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ma si ferma a un livello precedente, stabilendo che le ragioni presentate dal ricorrente non avevano i requisiti per essere esaminate in quella sede. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su argomentazioni nette e proceduralmente rigorose. Le censure del ricorrente sono state ritenute “manifestamente infondate” e inammissibili per diversi motivi.

Innanzitutto, i giudici hanno evidenziato che le argomentazioni erano una mera ripetizione di quanto già esposto e rigettato dalla Corte d’Appello. Quest’ultima aveva fornito una motivazione logica e priva di vizi giuridici, spiegando che:

* L’obbligo di dimora non era incompatibile con la sorveglianza speciale, pertanto le due misure potevano coesistere senza che una escludesse l’altra.
* La prova dell’indigenza era insufficiente. L’ammissione al patrocinio a spese dello Stato nel 2023 non poteva dimostrare retroattivamente l’impossibilità di pagare la cauzione relativa a un fatto commesso nel 2019. Si trattava di periodi temporali troppo distanti.
* Il ricorrente non aveva mai intrapreso le azioni corrette per far valere la sua presunta impossibilità economica, come richiedere una rateizzazione del pagamento o segnalare formalmente la sua condizione al Tribunale della prevenzione, l’organo competente.

La Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di valutare la corretta applicazione della legge. Le lamentele del ricorrente erano “doglianze in punto di fatto”, ovvero un tentativo di ottenere una nuova valutazione delle prove, attività preclusa nel giudizio di legittimità.

Conclusioni

L’ordinanza in esame riafferma un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione deve basarsi su specifiche violazioni di legge e non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. La decisione insegna che, per contestare efficacemente un obbligo come la cauzione sorveglianza speciale, è indispensabile presentare le proprie ragioni, specialmente quelle economiche, nelle sedi e nei tempi opportuni, con prove concrete e pertinenti al periodo di riferimento. Limitarsi a riproporre argomentazioni fattuali già respinte in appello conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con l’ulteriore aggravio di spese e sanzioni.

L’ammissione al patrocinio a spese dello Stato prova automaticamente l’impossibilità di pagare una cauzione imposta in precedenza?
No, la Corte ha stabilito che l’ammissione al patrocinio in un anno (2023) non è una prova sufficiente per dimostrare l’assoluta indigenza in un periodo distante e precedente, come quello della commissione del fatto (2019) a cui la cauzione si riferiva.

La presenza di un’altra misura cautelare, come l’obbligo di dimora, sospende l’obbligo di versare la cauzione per la sorveglianza speciale?
No, la sentenza chiarisce che una misura come l’obbligo di dimora non è ritenuta incompatibile con l’esecuzione della sorveglianza speciale. Pertanto, l’obbligo di versare la cauzione rimane valido e non viene sospeso o differito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile anziché essere rigettato nel merito?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure sollevate erano manifestamente infondate, si risolvevano in doglianze di fatto (non consentite in sede di legittimità) e reiteravano profili già correttamente valutati e respinti dalla Corte d’Appello con motivazioni logiche e giuridicamente corrette.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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