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Causa di non punibilità: quando non si applica

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro una condanna per la violazione di un ordine di allontanamento. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta a causa del comportamento non occasionale dell’imputato, dimostrato da precedenti penali specifici e da una prolungata presenza irregolare sul territorio nazionale.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Causa di non punibilità: Esclusa in Caso di Condotta Reiterata

L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 34 del d.lgs. 274/2000, è uno strumento fondamentale per garantire la proporzionalità della sanzione penale. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di questo istituto, negandone l’applicazione quando la condotta dell’imputato non è occasionale. Il caso esaminato riguarda un cittadino straniero condannato per non aver rispettato un ordine di allontanamento dal territorio dello Stato.

I Fatti del Caso: Violazione dell’Ordine di Allontanamento

Un cittadino straniero veniva condannato dal Giudice di Pace per il reato di violazione del provvedimento di allontanamento dal territorio dello Stato. Nonostante la concessione delle circostanze attenuanti generiche, il giudice di merito lo condannava alla pena ritenuta di giustizia. L’imputato, ritenendo la decisione ingiusta, proponeva ricorso in Cassazione, basando le sue doglianze su un unico motivo: il mancato riconoscimento della speciale causa di non punibilità.

L’Appello e la Richiesta di non Punibilità

Il ricorrente lamentava una violazione di legge e un vizio di motivazione da parte del giudice di primo grado. A suo avviso, il fatto contestato era di particolare tenuità e, pertanto, avrebbe dovuto beneficiare della causa di non punibilità prevista per i reati di competenza del Giudice di Pace. Questo istituto permette di escludere la pena quando il danno o il pericolo sono esigui e la condotta è occasionale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sulla causa di non punibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Secondo gli Ermellini, il giudice di merito aveva fornito una motivazione congrua e logica per giustificare il diniego della richiesta. Il punto centrale della decisione risiede nella non occasionalità della condotta dell’imputato. La Corte ha evidenziato come il giudice avesse correttamente valorizzato diversi elementi per escludere il carattere episodico della violazione:

1. Precedente Penale Specifico: L’imputato aveva già riportato una condanna per un reato della stessa indole, dimostrando una tendenza a violare le norme sull’immigrazione.
2. Altri Precedenti Penali: La sua fedina penale includeva anche condanne per reati in materia di stupefacenti.
3. Presenza Irregolare Protratta: I rilievi dattiloscopici collocavano la sua presenza irregolare in Italia sin dal 2015.

Questi elementi, considerati nel loro complesso, non dipingono un episodio isolato, ma una vera e propria manifestazione di un comportamento di reiterata violazione delle regole della convivenza civile. Pertanto, la condotta non poteva essere qualificata come occasionale, requisito indispensabile per l’applicazione della causa di non punibilità.

Le Conclusioni: Quando la Tenuità del Fatto non Basta

L’ordinanza riafferma un principio cruciale: la valutazione per la concessione della causa di non punibilità non deve limitarsi al singolo episodio criminoso, ma deve estendersi alla condotta complessiva dell’imputato. La presenza di precedenti penali, soprattutto se specifici, e un comportamento generale che dimostra un’insofferenza alle regole dello Stato, costituiscono un ostacolo insormontabile all’applicazione di questo beneficio. La decisione della Corte ha quindi confermato la condanna e ha aggiunto il pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, sancendo che la tenuità del fatto, da sola, non è sufficiente a giustificare la non punibilità quando il responsabile dimostra una sistematica inclinazione a delinquere.

È possibile ottenere la causa di non punibilità per la violazione di un ordine di allontanamento?
In linea di principio sì, ma la sentenza chiarisce che non è applicabile se la condotta non è occasionale. La presenza di precedenti penali, specialmente per reati della stessa indole, e una permanenza irregolare e protratta nel tempo escludono questo beneficio.

Cosa intende la Corte per ‘non occasionalità della condotta’?
Nel caso specifico, la ‘non occasionalità’ è dimostrata da un insieme di fattori: un precedente penale per un reato simile, altri precedenti per reati diversi (come quelli legati agli stupefacenti) e dati che provano una presenza irregolare in Italia per diversi anni. Questo quadro indica un comportamento di reiterata violazione delle leggi.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la decisione della Cassazione?
Il suo ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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