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Causa di non punibilità: quando il fatto non è lieve

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per percezione indebita di somme. La Corte ha negato la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), poiché la condotta è durata sette mesi e l’importo percepito (€ 3.500) non è stato ritenuto trascurabile. Negate anche le attenuanti generiche, in assenza di elementi positivi a favore dell’imputato.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Causa di Non Punibilità: Quando la Lieve Entità Non Basta

L’ordinamento giuridico prevede una speciale causa di non punibilità per i reati di “particolare tenuità”, disciplinata dall’articolo 131-bis del codice penale. Questa norma mira a escludere la sanzione penale per fatti che, sebbene illeciti, risultano minimi e non meritevoli della complessa macchina giudiziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’importante lezione sui limiti di applicazione di questo istituto e sulla concessione delle attenuanti generiche.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un imputato condannato in primo e secondo grado a due anni di reclusione per un reato previsto dalla normativa sui redditi di cittadinanza (art. 7 d.l. 4/2019). L’imputato, non soddisfatto della sentenza della Corte d’Appello, ha proposto ricorso per cassazione lamentando due principali violazioni di legge:

1. Il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
2. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile, confermando di fatto la condanna e chiarendo in modo netto i presupposti per l’applicazione dei due istituti invocati dalla difesa.

La Causa di Non Punibilità Secondo la Cassazione

Il motivo principale del rigetto del ricorso si concentra sull’interpretazione dell’art. 131-bis c.p. La difesa sosteneva che il fatto commesso dovesse essere considerato di lieve entità. Tuttavia, la Corte Suprema ha validato il ragionamento dei giudici di merito, i quali avevano escluso tale qualificazione sulla base di due elementi concreti:

* La durata della condotta: L’illecito si è protratto per sette mesi, un arco temporale che impedisce di considerare il comportamento come “occasionale”.
* L’importo percepito: La somma indebitamente ottenuta ammontava a 3.500 euro, una cifra ritenuta “non trascurabile”.

Secondo la Cassazione, questi due fattori combinati delineano un quadro di offensività che supera la soglia della “particolare tenuità” richiesta dalla legge, rendendo quindi inapplicabile la causa di non punibilità.

Il Diniego delle Circostanze Attenuanti Generiche

Anche la richiesta di concessione delle attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.) è stata respinta. La Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale: le attenuanti generiche non sono una “benevola concessione” del giudice, ma il riconoscimento di situazioni specifiche e rilevanti che giustificano una riduzione della pena.

Il loro riconoscimento non è un diritto automatico per l’imputato, ma richiede la presenza di “elementi di segno positivo”. La sola assenza di precedenti penali (lo stato di incensuratezza), specialmente dopo la riforma legislativa del 2008, non è più sufficiente a giustificarne la concessione. È necessario che emergano dal processo circostanze concrete che depongano a favore dell’imputato, cosa che nel caso di specie non è avvenuta.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha sottolineato che la valutazione sulla tenuità del fatto e sulla concessione delle attenuanti è un giudizio di merito, rimesso alla discrezionalità del giudice. Tale valutazione può essere sindacata in sede di legittimità solo se la motivazione è manifestamente illogica o assente. Nel caso analizzato, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione coerente e basata su fatti concreti (durata della condotta e importo), rendendo la decisione incensurabile.

Inoltre, la Corte ha specificato che per negare le attenuanti generiche è sufficiente indicare gli elementi preponderanti ritenuti ostativi, senza dover analizzare ogni singola deduzione difensiva. L’assenza di elementi positivi è una motivazione di per sé legittima e sufficiente.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida l’orientamento giurisprudenziale secondo cui la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto richiede una valutazione complessiva che tenga conto non solo del danno economico, ma anche delle modalità e della durata della condotta. Un’azione protratta nel tempo e un importo non irrisorio sono elementi che, insieme, escludono la lieve entità del reato. Allo stesso modo, viene riaffermato che le attenuanti generiche non sono un automatismo legato all’assenza di precedenti, ma devono fondarsi su concreti e positivi elementi di valutazione che spettano alla difesa dimostrare e al giudice riconoscere.

Quando non si applica la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Secondo la sentenza, essa non si applica quando la condotta non è né di lieve entità né occasionale. Nel caso specifico, una durata di sette mesi e una somma indebitamente percepita di 3.500 euro sono stati considerati elementi ostativi all’applicazione dell’istituto.

Per ottenere le circostanze attenuanti generiche è sufficiente non avere precedenti penali?
No. La Corte di Cassazione ribadisce che il riconoscimento delle attenuanti generiche non è un diritto dell’imputato, ma richiede la presenza di elementi di segno positivo. La sola assenza di precedenti penali non è più ritenuta sufficiente, specialmente dopo la riforma del 2008.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata equitativamente fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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