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Causa di non punibilità: quando è esclusa per lo spaccio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di lieve entità. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta, confermando la valutazione dei giudici di merito. La Corte ha sottolineato che la gravità dell’offesa, la non occasionalità della condotta e i precedenti dell’imputato ostacolano l’applicazione del beneficio.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio e Causa di Non Punibilità: la Cassazione fa il Punto

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i confini applicativi della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, specialmente in materia di stupefacenti. Questa decisione offre spunti importanti per comprendere quando un’accusa per spaccio di lieve entità possa beneficiare dell’art. 131-bis del codice penale e quando, invece, tale beneficio sia precluso.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza di condanna della Corte d’Appello per il reato previsto dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti, che punisce i fatti di lieve entità. L’imputato contestava diversi aspetti della decisione, tra cui la valutazione sulla destinazione della sostanza (sostenendo fosse per uso personale) e, soprattutto, il diniego della causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis c.p.

L’appellante lamentava inoltre un errato bilanciamento delle circostanze attenuanti generiche e il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. I giudici di legittimità hanno ritenuto che i motivi proposti non fossero idonei a scalfire la correttezza della sentenza impugnata, ma rappresentassero unicamente un tentativo di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti, operazione non consentita in sede di Cassazione.

Le Motivazioni: Perché è stata negata la causa di non punibilità?

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni con cui la Corte ha confermato l’esclusione dell’art. 131-bis c.p. La Cassazione ha evidenziato come la Corte territoriale avesse correttamente negato l’applicazione della causa di non punibilità sulla base di una valutazione complessiva e congrua. Gli elementi decisivi sono stati:

1. La Gravità dell’Offesa: Valutata in relazione alle concrete modalità del fatto.
2. La Non Occasionalità della Condotta: Desunta anche dai precedenti penali specifici dell’imputato.

In sostanza, la Corte ha ribadito che il beneficio della particolare tenuità del fatto non è un automatismo, ma richiede un giudizio che tenga conto non solo della minima offensività del singolo episodio, ma anche del comportamento complessivo dell’autore. La presenza di precedenti specifici è stata considerata un indice di una certa propensione a delinquere, incompatibile con il carattere occasionale che la norma presuppone.

Le Motivazioni: Altri motivi di inammissibilità

La Corte ha respinto anche gli altri motivi di ricorso, qualificandoli come manifestamente infondati. Nello specifico:

* Destinazione della sostanza: La valutazione dei giudici di merito, che avevano escluso l’uso personale basandosi sul quantitativo (dato ponderale) e sulle risultanze delle intercettazioni telefoniche, è stata ritenuta logica e non censurabile.
* Bilanciamento delle attenuanti: La contestazione sulla gestione delle attenuanti generiche è stata respinta poiché la recidiva specifica era stata ritualmente contestata, giustificando un giudizio di equivalenza o prevalenza.
* Attenuante ex art. 62 n. 4 c.p.: Anche il mancato riconoscimento del danno di speciale tenuità è stato ritenuto corretto, in quanto il valore economico dello stupefacente non era stato giudicato modesto.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio fondamentale: l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non può prescindere da una valutazione globale della condotta e della personalità dell’imputato. Nel contesto dei reati di spaccio, anche di lieve entità, la presenza di precedenti specifici e la non occasionalità del comportamento rappresentano ostacoli significativi all’applicazione di questo istituto. La decisione sottolinea come il giudizio sulla tenuità non debba limitarsi al solo dato quantitativo della sostanza, ma debba considerare tutte le circostanze del caso concreto per stabilire se l’offesa al bene giuridico tutelato sia effettivamente minima.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché i motivi proposti erano una mera riproposizione di argomentazioni già valutate dai giudici di merito e rappresentavano un tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività non consentita nel giudizio di legittimità.

Perché non è stata concessa la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
Non è stata concessa perché la Corte territoriale ha ritenuto, con motivazione congrua, che l’offesa non fosse di particolare tenuità, considerando la sua gravità, le modalità concrete del fatto e la sua non occasionalità, desumibile anche dai precedenti dell’imputato.

Come è stata valutata la tesi della destinazione della sostanza all’uso personale?
La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, i quali avevano escluso l’uso personale basandosi su elementi decisivi come il considerevole quantitativo della sostanza (il dato ponderale) e le univoche risultanze delle intercettazioni telefoniche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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