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Causa di non punibilità: esclusa per abitualità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, confermando la decisione di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). La motivazione risiede nel comportamento dell’imputato, ritenuto abituale e non occasionale, come desunto dalle specifiche modalità della cessione di stupefacenti.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Causa di non punibilità: quando la condotta abituale ne impedisce l’applicazione

L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale. Tuttavia, la sua operatività è subordinata a precise condizioni, tra cui l’assenza di un comportamento abituale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, chiarendo come le modalità concrete di un reato possano rivelare una condotta non occasionale, precludendo così il beneficio.

I Fatti del Caso: Il Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. L’imputato, condannato per cessione di sostanze stupefacenti, aveva richiesto l’applicazione della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto. La Corte d’Appello aveva però respinto tale richiesta, motivando la sua decisione sulla base delle specifiche modalità con cui era avvenuta la cessione. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando un’errata valutazione da parte dei giudici di merito.

La Decisione della Corte: Inammissibilità e la Causa di non punibilità

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto che i motivi presentati dal ricorrente fossero generici e mirassero, in sostanza, a una nuova e diversa valutazione dei fatti, attività non consentita in sede di legittimità. La Corte ha sottolineato come la motivazione della Corte d’Appello fosse puntuale, congrua e priva di vizi logici evidenti.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha validato l’argomentazione dei giudici di merito, secondo cui le modalità della cessione dello stupefacente erano indicative di una condotta non episodica, ma ripetuta e abituale. In particolare, il fatto che lo spaccio fosse avvenuto in un determinato luogo e con modalità rapide e prive di interlocuzioni verbali tra i soggetti coinvolti, è stato interpretato come un chiaro segnale di un modus operandi consolidato e, quindi, di un comportamento abituale.

La Suprema Corte ha precisato che tale valutazione, basata su elementi fattuali concreti, non è sindacabile in sede di legittimità se non presenta illogicità manifeste o travisamenti della prova, circostanze non riscontrate nel caso di specie. Pertanto, l’esclusione della causa di non punibilità era corretta, poiché uno dei requisiti fondamentali per la sua applicazione – l’occasionalità della condotta – era venuto a mancare.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: per beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto, non è sufficiente che il danno o il pericolo cagionato sia esiguo. È necessario anche che il comportamento non sia espressione di un’abitualità. Le modalità stesse con cui viene commesso un reato possono essere un elemento decisivo per il giudice nel valutare la natura della condotta. Di conseguenza, la difesa non può limitarsi a contestare genericamente la decisione, ma deve individuare specifici vizi logici o errori di diritto nella motivazione del giudice di merito. La dichiarazione di inammissibilità ha comportato, come previsto dall’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi addotti erano generici e tendevano a una rivalutazione dei fatti, operazione non consentita alla Corte di Cassazione. La Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza impugnata fosse logica e completa.

Qual è il motivo principale per cui la causa di non punibilità non è stata applicata?
La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata esclusa perché le modalità della cessione di stupefacenti (avvenuta senza scambi verbali) sono state considerate indicative di una condotta abituale e non occasionale, requisito ostativo per l’applicazione del beneficio.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro a favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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