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Cattivo stato di conservazione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un venditore condannato per aver messo in vendita alici in cattivo stato di conservazione. La Suprema Corte ribadisce che per accertare tale reato non è necessaria una perizia tecnica, essendo sufficiente l’esame delle caratteristiche visive e olfattive del prodotto (esposizione al sole, cattivo odore), basato su massime di comune esperienza.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Cattivo stato di conservazione: la prova si basa su odore e vista

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22028/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di reati alimentari: per dimostrare il cattivo stato di conservazione di un prodotto non è sempre necessaria una perizia tecnica. L’esame visivo e olfattivo, basato sulla comune esperienza, può essere sufficiente a fondare una condanna. Analizziamo questa importante decisione.

I fatti del caso: la vendita di alici in strada

Il caso ha origine dalla condanna inflitta dal Tribunale di Reggio Calabria a un commerciante. L’uomo era stato accusato di aver detenuto e messo in vendita una cassetta di alici in cattivo stato di conservazione e, di conseguenza, non idonee al consumo umano. Nello specifico, il venditore sostava su una strada pubblica ad alto transito veicolare, esponendo la merce al sole e agli agenti atmosferici senza alcuna protezione.

La contestazione dell’imputato e il ricorso in Cassazione

L’imputato aveva presentato un atto di appello, successivamente convertito in ricorso per cassazione, basato su un unico motivo: la mancanza di prova del reato. A suo dire, l’accusa non aveva dimostrato in modo oggettivo, ad esempio tramite analisi di laboratorio, l’effettivo cattivo stato di conservazione del pesce. Contestava, in sostanza, che la condanna si basasse su una valutazione soggettiva e non su prove scientifiche.

La decisione della Cassazione sul cattivo stato di conservazione

La Suprema Corte ha respinto completamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile perché manifestamente infondato. I giudici hanno chiarito che, secondo un orientamento consolidato in giurisprudenza, la prova del cattivo stato di conservazione non richiede necessariamente una perizia.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che la valutazione può legittimamente basarsi su due tipi di elementi, apprezzabili secondo le massime di comune esperienza:

1. Caratteristiche estrinseche: Si tratta delle condizioni esterne in cui si trova l’alimento. Nel caso specifico, le alici erano esposte direttamente al sole e agli agenti atmosferici su una pubblica via, senza alcuna forma di protezione o refrigerazione. Questa circostanza è di per sé un indicatore grave di una conservazione inadeguata.
2. Caratteristiche intrinseche: Riguardano le qualità percepibili del prodotto stesso. I giudici hanno dato peso al fatto che le alici fossero state descritte come “maleodoranti”. Il cattivo odore è un segnale inequivocabile di deterioramento del prodotto ittico.

Il Tribunale di merito, quindi, ha correttamente applicato il principio di diritto affermato dalla giurisprudenza di legittimità. La combinazione di questi elementi (esposizione al sole e cattivo odore) era più che sufficiente a provare il reato, rendendo superflua qualsiasi analisi tecnica.

Le conclusioni

La sentenza rafforza un importante principio di tutela della salute pubblica. Stabilisce che l’autorità giudiziaria può e deve intervenire anche sulla base di evidenze sensoriali e fattuali, senza doversi necessariamente affidare a lunghe e costose perizie, quando le condizioni di vendita sono palesemente contrarie alle più elementari norme igieniche. Per i commercianti, questa decisione serve da monito: la corretta conservazione degli alimenti è un obbligo inderogabile, la cui violazione può essere accertata anche con i mezzi di prova più semplici e immediati. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende.

È sempre necessaria una perizia tecnica per accertare il cattivo stato di conservazione di un alimento?
No, secondo la sentenza, la perizia non è necessaria quando lo stato di conservazione può essere accertato attraverso l’esame delle caratteristiche estrinseche (come l’esposizione al sole) e intrinseche (come il cattivo odore), valutate sulla base di massime di comune esperienza.

Quali elementi sono stati considerati sufficienti per provare il reato in questo caso?
Il Tribunale prima, e la Cassazione poi, hanno ritenuto sufficienti la combinazione di due elementi: il fatto che le alici fossero esposte in vendita su una strada pubblica sotto il sole, senza protezione, e il fatto che emanassero un cattivo odore.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso per cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria, determinata in via equitativa, da versare alla Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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