Carenza di Motivazione: Quando il Silenzio del Giudice Annulla la Sentenza
L’obbligo di motivare i provvedimenti giurisdizionali è uno dei pilastri del nostro ordinamento e una garanzia fondamentale per i cittadini. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato con forza questo principio, annullando una condanna proprio a causa di una totale carenza di motivazione. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere perché un giudice non può limitarsi a dichiarare un imputato colpevole, ma deve spiegare dettagliatamente il perché della sua decisione.
I Fatti di Causa
Un individuo veniva condannato in primo grado dal Tribunale per una serie di reati, tra cui una contravvenzione edilizia prevista dal Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/01) e delitti contro il patrimonio (artt. 633 e 639 bis c.p.). La pena applicata era di quattro mesi di reclusione.
Contro questa decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, non ha seguito la via ordinaria dell’appello, ma ha scelto di presentare un “ricorso per saltum” direttamente alla Corte di Cassazione.
Il Ricorso e la Carenza di Motivazione
Il motivo del ricorso era unico e radicale: la sentenza di primo grado era affetta da una carenza di motivazione assoluta. In altre parole, il difensore sosteneva che il giudice si fosse limitato a condannare il suo assistito senza fornire alcuna spiegazione, senza illustrare le prove a carico e senza esporre il ragionamento giuridico che lo aveva portato a ritenere sussistenti i reati e la colpevolezza dell’imputato.
Anche la Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha concordato con questa tesi, chiedendo a sua volta l’annullamento della sentenza impugnata.
La Decisione della Suprema Corte
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato. Gli Ermellini hanno constatato che la motivazione della sentenza di condanna era, di fatto, inesistente. Il provvedimento si limitava a una “mera asserzione”, non illustrata in alcun modo, circa la sussistenza dei reati e la loro attribuibilità all’imputato. Questo vizio, secondo la Corte, equivale a una violazione di legge, poiché l’obbligo di motivazione è un requisito essenziale di ogni pronuncia giudiziaria.
Le Motivazioni
La Corte ha chiarito che una motivazione è “carente” non solo quando è graficamente assente, ma anche quando le argomentazioni sono talmente generiche, contraddittorie o illogiche da non permettere di comprendere l’iter logico-giuridico seguito dal giudice per arrivare alla decisione. Nel caso di specie, la mancanza era totale: il giudice non aveva spiegato perché riteneva provati i fatti, né perché li aveva qualificati come reati, né perché li aveva attribuiti proprio a quell’imputato. Una simile sentenza si sottrae a qualsiasi controllo di legittimità e razionalità, ledendo il diritto di difesa dell’imputato.
Le Conclusioni
In conclusione, la Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna e ha disposto il rinvio del processo alla Corte di Appello competente per un nuovo giudizio. Questa decisione ribadisce un principio cardine: la giustizia non si manifesta solo nel dispositivo di una sentenza, ma anche e soprattutto nelle ragioni che lo sorreggono. La carenza di motivazione non è un mero vizio formale, ma una lesione sostanziale del diritto a un giusto processo. Il cittadino ha il diritto di sapere non solo cosa ha deciso il giudice, ma perché lo ha deciso.
Cosa significa che una sentenza ha una “carenza di motivazione”?
Significa che la sentenza manca completamente delle ragioni di fatto e di diritto che hanno portato il giudice alla sua decisione. È una semplice affermazione di colpevolezza senza alcuna spiegazione del percorso logico seguito.
Qual è la conseguenza di una sentenza totalmente priva di motivazione?
Secondo la Corte di Cassazione, una sentenza con totale carenza di motivazione è viziata da violazione di legge e deve essere annullata. In questo caso, la Corte ha annullato la condanna e ha rinviato il caso alla Corte di Appello per un nuovo giudizio.
Perché il ricorso è stato presentato direttamente in Cassazione?
L’imputato ha utilizzato lo strumento del “ricorso per saltum”, che permette di impugnare una sentenza di primo grado direttamente davanti alla Corte di Cassazione, saltando la Corte d’Appello, quando si lamenta un vizio di violazione di legge, come l’assoluta mancanza di motivazione.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 29687 Anno 2025
In nome del Popolo Italiano
TERZA SEZIONE PENALE
Penale Sent. Sez. 3 Num. 29687 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 23/05/2025
– Presidente –
NOME COGNOME NOME COGNOME NOME COGNOME NOME
SENTENZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a NAPOLI il 18/04/1964
avverso la sentenza del 04/10/2024 del TRIBUNALE di Napoli
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore NOME COGNOME che ha concluso chiedendo l’annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1.Con sentenza di cui in epigrafe, il tribunale di Napoli condannava COGNOME NOME in ordine ai reati ex artt. 44 lett. c) DPR 380/01 e 633 639 bis c.p. applicando la pena della reclusione di mesi 4.
2.Avverso la suindicata sentenza COGNOME COGNOME tramite il difensore di fiducia, ha proposto ricorso per cassazione, sollevando un solo motivo di impugnazione.
3.Deduce il vizio di motivazione per assoluta carenza della medesima a supporto dell’intervenuto giudizio di responsabilità.
CONSIDERATO IN DIRITTO
1.Il ricorso Ł stato proposto in ordine ad una condanna intervenuta in rapporto sia ad una contravvenzione edilizia, ex art. 44 del DPR 380/01 che ad un delitto, ex artt. 633 e 639 bis c.p. Si tratta quindi di ricorso per saltum, che appare fondato, atteso che manca del tutto la motivazione, con relativo vizio di violazione di legge, in presenza della mera asserzione, in alcun modo illustrata, della sussistenza dei reati contestati e della loro attribuibilità all’imputato. Consegue quindi l’annullamento della sentenza impugnata con rinvio alla Corte di appello di Napoli.
P.Q.M.
Annulla la sentenza impugnata con rinvio alla corte di appello di Napoli.
Così Ł deciso, 23/05/2025
Il Consigliere estensore NOME COGNOME
Il Presidente NOME COGNOME