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Carenza di motivazione: sentenza annullata

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per reati edilizi e contro il patrimonio a causa di una totale carenza di motivazione. Il giudice di primo grado aveva emesso una condanna basata su una mera affermazione di colpevolezza, senza illustrare il percorso logico-giuridico seguito. La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’imputato, ribadendo che l’obbligo di motivazione è un principio fondamentale, e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Carenza di Motivazione: Quando il Silenzio del Giudice Annulla la Sentenza

L’obbligo di motivare i provvedimenti giurisdizionali è uno dei pilastri del nostro ordinamento e una garanzia fondamentale per i cittadini. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato con forza questo principio, annullando una condanna proprio a causa di una totale carenza di motivazione. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere perché un giudice non può limitarsi a dichiarare un imputato colpevole, ma deve spiegare dettagliatamente il perché della sua decisione.

I Fatti di Causa

Un individuo veniva condannato in primo grado dal Tribunale per una serie di reati, tra cui una contravvenzione edilizia prevista dal Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/01) e delitti contro il patrimonio (artt. 633 e 639 bis c.p.). La pena applicata era di quattro mesi di reclusione.

Contro questa decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, non ha seguito la via ordinaria dell’appello, ma ha scelto di presentare un “ricorso per saltum” direttamente alla Corte di Cassazione.

Il Ricorso e la Carenza di Motivazione

Il motivo del ricorso era unico e radicale: la sentenza di primo grado era affetta da una carenza di motivazione assoluta. In altre parole, il difensore sosteneva che il giudice si fosse limitato a condannare il suo assistito senza fornire alcuna spiegazione, senza illustrare le prove a carico e senza esporre il ragionamento giuridico che lo aveva portato a ritenere sussistenti i reati e la colpevolezza dell’imputato.

Anche la Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha concordato con questa tesi, chiedendo a sua volta l’annullamento della sentenza impugnata.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato. Gli Ermellini hanno constatato che la motivazione della sentenza di condanna era, di fatto, inesistente. Il provvedimento si limitava a una “mera asserzione”, non illustrata in alcun modo, circa la sussistenza dei reati e la loro attribuibilità all’imputato. Questo vizio, secondo la Corte, equivale a una violazione di legge, poiché l’obbligo di motivazione è un requisito essenziale di ogni pronuncia giudiziaria.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che una motivazione è “carente” non solo quando è graficamente assente, ma anche quando le argomentazioni sono talmente generiche, contraddittorie o illogiche da non permettere di comprendere l’iter logico-giuridico seguito dal giudice per arrivare alla decisione. Nel caso di specie, la mancanza era totale: il giudice non aveva spiegato perché riteneva provati i fatti, né perché li aveva qualificati come reati, né perché li aveva attribuiti proprio a quell’imputato. Una simile sentenza si sottrae a qualsiasi controllo di legittimità e razionalità, ledendo il diritto di difesa dell’imputato.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna e ha disposto il rinvio del processo alla Corte di Appello competente per un nuovo giudizio. Questa decisione ribadisce un principio cardine: la giustizia non si manifesta solo nel dispositivo di una sentenza, ma anche e soprattutto nelle ragioni che lo sorreggono. La carenza di motivazione non è un mero vizio formale, ma una lesione sostanziale del diritto a un giusto processo. Il cittadino ha il diritto di sapere non solo cosa ha deciso il giudice, ma perché lo ha deciso.

Cosa significa che una sentenza ha una “carenza di motivazione”?
Significa che la sentenza manca completamente delle ragioni di fatto e di diritto che hanno portato il giudice alla sua decisione. È una semplice affermazione di colpevolezza senza alcuna spiegazione del percorso logico seguito.

Qual è la conseguenza di una sentenza totalmente priva di motivazione?
Secondo la Corte di Cassazione, una sentenza con totale carenza di motivazione è viziata da violazione di legge e deve essere annullata. In questo caso, la Corte ha annullato la condanna e ha rinviato il caso alla Corte di Appello per un nuovo giudizio.

Perché il ricorso è stato presentato direttamente in Cassazione?
L’imputato ha utilizzato lo strumento del “ricorso per saltum”, che permette di impugnare una sentenza di primo grado direttamente davanti alla Corte di Cassazione, saltando la Corte d’Appello, quando si lamenta un vizio di violazione di legge, come l’assoluta mancanza di motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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