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Carenza di interesse: ricorso inammissibile

Un indagato ricorre in Cassazione contro una misura cautelare. Nelle more del giudizio, la misura viene revocata dal giudice di merito. La Suprema Corte, con la sentenza n. 43737/2024, dichiara il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, stabilendo che il ricorrente, non essendo responsabile della causa di inammissibilità, non deve pagare le spese processuali.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Carenza di Interesse: Quando un Ricorso in Cassazione Diventa Inammissibile

La carenza di interesse è un principio fondamentale del diritto processuale che può determinare la fine di un giudizio prima ancora che si arrivi a una decisione sul merito. Questo accade quando l’esigenza di tutela giuridica che ha spinto una parte ad agire in giudizio viene meno nel corso del processo. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43737 del 2024, offre un chiaro esempio di applicazione di tale principio in ambito penale, specificamente in materia di misure cautelari.

I Fatti del Caso: Dalla Misura Cautelare alla sua Revoca

Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale del Riesame di Bologna, che confermava una misura cautelare nei confronti di un indagato per i reati di associazione per delinquere (art. 416 c.p.) e intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.p.). La misura, inizialmente di custodia in carcere, era stata progressivamente attenuata in arresti domiciliari e, infine, in obbligo di dimora.

Contro quest’ultima decisione, la difesa dell’indagato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando vizi di motivazione sia sulla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza sia sulle esigenze cautelari. Tuttavia, un evento decisivo si è verificato mentre il ricorso era pendente: il Giudice per le Indagini Preliminari, con una nuova ordinanza, ha revocato completamente la misura dell’obbligo di dimora, ritenendo cessate le esigenze cautelari.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Sopravvenuta Carenza di Interesse

Di fronte a questa nuova situazione, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La logica della Corte è lineare: lo scopo del ricorso era quello di ottenere la rimozione della misura cautelare. Poiché tale misura era già stata revocata dal giudice di merito, il ricorrente non aveva più alcun interesse concreto e attuale a una pronuncia della Suprema Corte sulla legittimità dell’ordinanza impugnata. In altre parole, la ‘materia del contendere’ era cessata.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha spiegato che l’interesse a ricorrere deve sussistere non solo al momento della proposizione dell’impugnazione, ma per tutta la durata del giudizio. Se, nel corso del processo, l’interesse viene meno per un evento sopravvenuto, il ricorso non può più essere esaminato nel merito e deve essere dichiarato inammissibile.

Un aspetto cruciale della decisione riguarda le spese processuali. La Cassazione, richiamando un suo consolidato orientamento (sentenza n. 45618/2021), ha specificato che quando la carenza di interesse deriva da una causa non imputabile al ricorrente, quest’ultimo non può essere condannato al pagamento delle spese del procedimento né al versamento di una somma alla Cassa delle ammende. La revoca della misura da parte del GIP è, appunto, un evento non attribuibile alla condotta processuale dell’indagato, il quale, pertanto, non subisce conseguenze economiche dalla declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio di economia processuale e di giustizia sostanziale. Un giudizio non può proseguire se il suo esito è diventato irrilevante per la parte che lo ha promosso. La decisione chiarisce inoltre un’importante tutela per il cittadino: se l’inammissibilità del proprio ricorso è causata da un evento esterno e favorevole, come la revoca di una misura, non si configura un’ipotesi di soccombenza e non vi sarà alcuna condanna alle spese. Si tratta di una garanzia che evita di penalizzare chi, pur avendo validamente esercitato un proprio diritto di impugnazione, vede la propria istanza superata dai fatti.

Cosa succede a un ricorso in Cassazione contro una misura cautelare se questa viene revocata prima della decisione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile per ‘sopravvenuta carenza di interesse’, poiché il ricorrente ha già ottenuto il risultato pratico che intendeva raggiungere con l’impugnazione.

Se un ricorso è dichiarato inammissibile per carenza di interesse, il ricorrente deve pagare le spese processuali?
No, se la causa della carenza di interesse non è imputabile al ricorrente (come nel caso di una revoca della misura decisa autonomamente dal giudice), quest’ultimo non può essere condannato al pagamento delle spese processuali né al versamento di sanzioni pecuniarie.

Cosa significa ‘cessata la materia del contendere’ in questo contesto?
Significa che l’oggetto della disputa legale non esiste più. Poiché la misura cautelare dell’obbligo di dimora era stata cancellata, non c’era più una controversia sulla sua legittimità su cui la Corte di Cassazione dovesse pronunciarsi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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