Carenza di Interesse: Quando un Ricorso Diventa Inutile
L’esito di un processo può essere influenzato da molti fattori, ma uno dei più sottovalutati è il tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci ricorda un principio fondamentale: per poter impugnare una decisione, è necessario avere un interesse concreto e attuale. Se questo interesse svanisce nel corso del giudizio, ad esempio perché la pena è stata interamente scontata, il ricorso diventa inammissibile per carenza di interesse. Analizziamo insieme questa pronuncia per capire le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
Un condannato si era visto respingere dal Tribunale di Sorveglianza la richiesta di ammissione alla misura alternativa dell’affidamento in prova al servizio sociale. Tramite il suo difensore, aveva quindi proposto ricorso per cassazione, chiedendo l’annullamento di tale provvedimento.
Tuttavia, prima che la Corte di Cassazione potesse decidere sul ricorso, si è verificato un fatto decisivo: il ricorrente ha comunicato di aver interamente scontato la sua pena. Di conseguenza, ha rinunciato formalmente all’impugnazione.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte Suprema, prendendo atto della situazione, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione non risiede in un errore formale dell’atto di impugnazione, ma nella cosiddetta ‘sopravvenuta carenza di interesse’. Poiché lo scopo del ricorso era ottenere una misura alternativa alla detenzione, il fatto di aver già espiato la pena ha reso la decisione della Corte priva di qualsiasi utilità pratica per il ricorrente.
Le Motivazioni: Il Principio della Carenza di Interesse
La sentenza ribadisce un caposaldo del nostro ordinamento processuale: l’interesse ad agire e a impugnare deve possedere i caratteri della concretezza e dell’attualità. Non è sufficiente che l’interesse esista al momento della presentazione del ricorso; deve permanere fino al momento della decisione finale.
In questo caso, l’interesse del ricorrente era quello di evitare o interrompere lo stato di detenzione attraverso una misura alternativa. Una volta che la pena è stata completamente espiata, questo obiettivo è diventato irraggiungibile. Qualsiasi pronuncia della Corte sull’originaria richiesta di affidamento in prova sarebbe stata, di fatto, inutile. La Corte, citando consolidati orientamenti delle Sezioni Unite, ha sottolineato come il processo non possa ridursi a una mera disquisizione teorica, ma debba sempre mirare a un risultato pratico e tangibile per le parti.
La Questione delle Spese Processuali
Un aspetto di notevole importanza pratica riguarda la decisione sulle spese. Solitamente, la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Tuttavia, in questo caso la Corte ha derogato a tale regola. La ragione è che l’inammissibilità non deriva da una colpa del ricorrente (come un ricorso infondato o presentato fuori termine), ma da un evento sopravvenuto – il decorso del tempo – che ha fatto venir meno l’oggetto della contesa. Pertanto, non sussistendo i presupposti per una condanna, il ricorrente non è stato gravato di alcun onere economico.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La pronuncia in esame offre una lezione fondamentale: la variabile tempo è cruciale nelle strategie processuali. Un diritto che non viene fatto valere tempestivamente, o il cui soddisfacimento viene ritardato dalla lunghezza dei procedimenti, rischia di diventare un diritto vuoto. Chi si accinge a un’impugnazione deve sempre valutare se l’interesse che la sorregge potrà rimanere ‘vivo’ fino alla fine del percorso giudiziario. In caso contrario, come dimostra questa sentenza, si rischia di veder svanire la propria pretesa non per una valutazione di merito, ma semplicemente perché è diventata, nel frattempo, irrilevante.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il ricorrente, avendo interamente scontato la pena prima della decisione della Corte di Cassazione, non aveva più un interesse concreto e attuale a ottenere una pronuncia sulla sua richiesta di affidamento in prova.
Cosa significa ‘sopravvenuta carenza di interesse’ in questo contesto?
Significa che l’interesse a ottenere un risultato utile dal processo, che esisteva al momento della presentazione del ricorso, è venuto a mancare successivamente. In questo caso, l’interesse a ottenere una misura alternativa alla detenzione è svanito nel momento in cui la detenzione stessa è terminata.
Perché il ricorrente non è stato condannato al pagamento delle spese processuali?
Non è stato condannato al pagamento delle spese perché l’inammissibilità del ricorso non è dipesa da un suo errore o da una sua colpa, ma da un evento esterno e sopravvenuto (l’integrale espiazione della pena), che ha reso la decisione superflua.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 14038 Anno 2019
Penale Sent. Sez. 1 Num. 14038 Anno 2019
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 15/03/2019
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME) nato a POMIGLIANO D’ARCO il 06/09/1984
avverso l’ordinanza del 19/06/2018 del TRIB. SORVEGLIANZA di TRIESTE
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME lette le conclusioni del PG dott. NOME COGNOME che ha chiesto la dichiarazio inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Con ordinanza depositata in data 25.6.2018 il Tribunale di sorveglianza di Trieste ha respinto l’istanza proposta da COGNOME NOMECOGNOME e avente ad oggetto l’ammissione all’affidamento in prova al servizio sociale.
Ha proposto ricorso per cassazione il difensore di COGNOME NOMECOGNOME chiedendo l’annullamento dell’ordinanza impugnata.
Il ricorrente ha comunicato di rinunciare al ricorso avendo ormai interamente espiato la pena.
Detta circostanza di fatto evidenzia che nell’attualità il ricorrente non ha più interesse alla decisione del ricorso, essendo cessata la espiazione della pena, presupposto della domanda di ammissione alla misura alternativa richiesta.
E’ stato chiarito che il requisito dell’interesse alla impugnazione deve avere i caratteri della concretezza e della attualità, e quindi sussistere, non solo al momento della presentazione della impugnazione, ma anche in quello della decisione della medesima ( vedi SU n. 10372/1995, COGNOME; SU n. 20/1997, COGNOME; SU n. 6624/2012, COGNOME).
Va dunque dichiarata la inammissibilità del ricorso proposto per sopravvenuta carenza di interesse, e non ricorrono i presupposti per la condanna al pagamento delle spese processuali né di sanzione pecuniaria ( vedi Cass. Sez. 3 25.1.2012, n. 8025, COGNOME; Cass. Sez. 2 17.6.2006, n. 30669, De Mitri) .
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse. Così deciso il 15.3.2019.