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Calcolo prescrizione reato: la guida della Cassazione

La Corte di Cassazione chiarisce le modalità di calcolo della prescrizione di un reato, rigettando il ricorso di un imputato. L’imputato sosteneva che il reato di truffa fosse prescritto già prima della sentenza di primo grado, con conseguente annullamento delle statuizioni civili. La Suprema Corte, ricalcolando i termini e i periodi di sospensione, ha invece stabilito che la prescrizione era maturata solo dopo la sentenza di primo grado, confermando così la condanna al risarcimento dei danni in favore della parte civile. La sentenza sottolinea l’importanza di un corretto calcolo prescrizione reato secondo il calendario comune e non per giorni effettivi.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Calcolo Prescrizione Reato: La Cassazione detta le Regole

Il calcolo prescrizione reato rappresenta uno degli aspetti più tecnici e cruciali del diritto processuale penale. Un errore nel conteggio dei termini può avere conseguenze determinanti, non solo sull’esito del processo penale ma anche sulle richieste di risarcimento del danno avanzate dalla parte civile. Con la sentenza n. 12644 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata a fare chiarezza su questo tema, ribadendo i principi fondamentali per un corretto computo dei tempi di prescrizione, incluse le sospensioni.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato in primo grado per truffa aggravata e al risarcimento dei danni, vedeva il proprio reato dichiarato estinto per prescrizione dalla Corte di Appello. Tuttavia, i giudici di secondo grado confermavano le statuizioni civili a suo carico. L’imputato proponeva quindi ricorso in Cassazione, sostenendo una tesi fondamentale: la prescrizione, a suo dire, era maturata già prima della pronuncia della sentenza di primo grado. Se questa tesi fosse stata accolta, anche le statuizioni civili avrebbero dovuto essere revocate, come stabilito da consolidata giurisprudenza delle Sezioni Unite.

La difesa lamentava quindi un errore di calcolo da parte della Corte territoriale, chiedendo l’annullamento della sentenza impugnata con tutte le conseguenze del caso.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Dopo un’attenta e meticolosa ricostruzione del calcolo prescrizione reato, i giudici hanno concluso che, al momento dell’emissione della sentenza di primo grado (12 gennaio 2022), il reato non era ancora prescritto. La prescrizione, secondo il corretto computo, è maturata solo successivamente, il 29 gennaio 2022. Di conseguenza, la conferma delle statuizioni civili da parte della Corte di Appello era legittima.

Le Regole per il Calcolo Prescrizione Reato

La sentenza offre spunti preziosi per comprendere la metodologia corretta. Il punto di partenza è la data del commesso reato, cristallizzata nel capo d’imputazione (in questo caso, 11 gennaio 2013). Da qui inizia il decorso del tempo. La Corte ha ribadito che il calcolo deve essere effettuato secondo il calendario comune, non contando i giorni effettivi, e che il termine inizia a decorrere dalle ore zero del giorno successivo al fatto.

Il Computo dei Periodi di Sospensione

Il nodo cruciale della vicenda risiedeva nel calcolo dei periodi di sospensione della prescrizione, causati da rinvii delle udienze per varie ragioni, tra cui:

* Astensione del difensore dalle udienze (sciopero).
* Legittimo impedimento dell’imputato.

La Corte ha specificato che il conteggio del periodo di sospensione deve includere il giorno dell’udienza rinviata e non quello dell’udienza di rinvio. Inoltre, ha ricordato che il limite massimo di sospensione di 60 giorni non si applica in caso di rinvio per adesione del difensore a un’astensione collettiva, in quanto si tratta di una richiesta tutelata dall’ordinamento. Analizzando tutti i rinvii e applicando correttamente questi principi, la Cassazione ha ricalcolato il tempo totale, dimostrando l’errore della Corte d’Appello e l’infondatezza del ricorso.

le motivazioni
La Corte di Cassazione fonda la sua decisione su una rigorosa applicazione dei principi giurisprudenziali in materia di calcolo della prescrizione. In primo luogo, stabilisce che la data del commesso reato, come fissata nel capo d’imputazione, non è sindacabile in sede di legittimità. Partendo da tale dato, la Corte procede a ricalcolare il termine prescrizionale. Il tempo base per il reato di truffa aggravata è di sette anni e sei mesi, a cui vanno aggiunti i periodi di sospensione. La motivazione evidenzia l’errore della Corte d’Appello, che aveva indicato come data di prescrizione l’11 gennaio 2022. La Cassazione, invece, applicando il principio secondo cui il termine decorre dal giorno successivo al reato e termina alle ore ventiquattro dell’ultimo giorno utile, e sommando correttamente tutti i periodi di sospensione (inclusi quelli per astensione del difensore e legittimo impedimento dell’imputato), individua la data di maturazione della prescrizione nel 29 gennaio 2022. Poiché la sentenza di primo grado era stata emessa il 12 gennaio 2022, il reato a quella data non era ancora prescritto. Questo passaggio è decisivo, perché secondo l’insegnamento delle Sezioni Unite, solo se la prescrizione matura prima della condanna di primo grado le statuizioni civili devono essere revocate. Essendo maturata dopo, la conferma delle statuizioni civili da parte della Corte d’Appello è corretta.

le conclusioni
La sentenza riafferma un principio fondamentale: la correttezza nel calcolo prescrizione reato è essenziale e deve seguire criteri precisi e consolidati. Un’errata valutazione può portare a conseguenze significative, ma solo un’analisi puntuale di tutti i periodi di sospensione, applicando le regole del calendario comune e le eccezioni previste dalla giurisprudenza (come per l’astensione dei difensori), consente di determinare l’esatto momento in cui il reato si estingue. Per gli imputati e i loro difensori, ciò significa che ogni motivo di ricorso basato sulla prescrizione deve essere supportato da un calcolo ineccepibile. Per le parti civili, questa pronuncia conferma che le loro ragioni risarcitorie rimangono valide se la prescrizione interviene dopo una sentenza di condanna, anche non definitiva.

Quando inizia a decorrere il termine di prescrizione di un reato?
Secondo la sentenza, per i reati consumati, il decorso del termine di prescrizione inizia dal giorno in cui si è esaurita la condotta illecita. Il calcolo pratico, però, comincia dalle ore zero del giorno successivo a quello in cui si è manifestata la previsione criminosa.

Come si calcola un periodo di sospensione della prescrizione dovuto a un rinvio dell’udienza?
Il conteggio del periodo di sospensione deve essere effettuato secondo il calendario comune (quindi per mesi e anni, non per giorni effettivi). Inoltre, nel computo si deve considerare il giorno dell’udienza in cui è stato disposto il rinvio e non quello dell’udienza successiva.

Cosa accade alle statuizioni civili (risarcimento danni) se il reato viene dichiarato prescritto dopo la sentenza di primo grado?
Se la prescrizione del reato matura dopo la pronuncia della sentenza di condanna in primo grado, le statuizioni civili in essa contenute restano valide e vengono confermate, come avvenuto nel caso di specie. La revoca delle statuizioni civili si ha solo se si accerta che la prescrizione era già maturata prima della sentenza di primo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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