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Calcolo pena reato continuato: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul ricorso di tre imputati condannati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La sentenza analizza in dettaglio il calcolo della pena per il reato continuato, a seguito di un precedente annullamento con rinvio. La Corte ha rigettato i ricorsi che lamentavano un’errata quantificazione degli aumenti di pena, ritenendo sufficiente il richiamo alla sentenza di primo grado. Ha tuttavia accolto parzialmente un ricorso, annullando senza rinvio la sentenza limitatamente a un’errata e immotivata maggiorazione della pena pecuniaria, che ha provveduto a ricalcolare direttamente. La posizione di un imputato è stata stralciata per adesione del difensore all’astensione dalle udienze.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Calcolo Pena nel Reato Continuato: La Guida della Cassazione

La corretta determinazione della pena in presenza di più reati legati dal vincolo della continuazione è una delle questioni più complesse del diritto penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 38902/2024) offre chiarimenti fondamentali sul calcolo pena reato continuato, specialmente in un contesto processuale articolato, come quello derivante da un annullamento con rinvio. La pronuncia stabilisce importanti paletti sulla motivazione richiesta al giudice e sui poteri della stessa Corte di legittimità.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una complessa vicenda di traffico di sostanze stupefacenti che vedeva coinvolti diversi soggetti. La Corte di appello di Brescia, pronunciandosi a seguito di un annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione, aveva rideterminato le pene a carico di tre imputati. Questi ultimi, ritenendo la nuova quantificazione ancora errata, hanno proposto nuovamente ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni relative al trattamento sanzionatorio.

Le doglianze principali riguardavano:
* La presunta omessa motivazione sull’aumento di pena applicato per i reati satellite nel contesto del reato continuato.
* La mancata riduzione della pena per un capo d’imputazione, nonostante l’assoluzione di un coimputato.
* Errori materiali e duplicazioni nel calcolo della pena complessiva, inclusa la pena pecuniaria.

L’Analisi della Corte di Cassazione sul Calcolo Pena

La Suprema Corte ha esaminato meticolosamente i diversi motivi di ricorso, fornendo una disamina approfondita dei principi che governano il calcolo pena reato continuato.

La Motivazione dell’Aumento per Continuazione

Uno dei ricorrenti sosteneva che la Corte di appello avesse applicato un aumento di pena cumulativo per i reati satellite senza fornire una motivazione specifica e distinta per ciascuno, contravvenendo a quanto stabilito dalle Sezioni Unite con la nota sentenza “Pizzone” del 2021. La Cassazione ha rigettato questa censura, osservando che il giudice del rinvio si era mosso nel solco tracciato dalla sentenza di primo grado, applicando i medesimi aumenti già in origine specificati. Pertanto, la motivazione poteva considerarsi esistente per relationem, ovvero tramite un richiamo implicito a quella della prima sentenza. Questo, secondo la Corte, è sufficiente quando l’intervento del giudice d’appello si limita a degli adattamenti a seguito di un annullamento parziale.

L’Irrilevanza dell’Assoluzione del Coimputato

Un altro motivo di ricorso si basava sulla richiesta di riduzione della pena per un reato specifico (capo 43), a seguito dell’assoluzione di uno dei co-partecipi. Anche in questo caso, la Corte ha ritenuto il motivo infondato. Poiché il reato era stato contestato e commesso anche da altri soggetti, regolarmente condannati, i giudici hanno implicitamente ma ragionevolmente ritenuto irrilevante, ai fini della gravità del fatto addebitato al ricorrente, l’assoluzione di un solo concorrente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha confermato la correttezza del ragionamento seguito dalla Corte territoriale nella gestione degli aumenti di pena per la continuazione, escludendo duplicazioni o errori di calcolo per la pena detentiva. I giudici hanno sottolineato che, a fronte di assoluzioni parziali, la riduzione operata sull’aumento cumulativo era stata minima ma non illogica, data la pluralità dei reati satellite residui.

Tuttavia, la Corte ha trovato fondato un motivo di ricorso relativo a un aspetto specifico: la pena pecuniaria. I giudici di legittimità hanno riscontrato che la Corte di appello aveva immotivatamente aumentato di 3.000 euro la pena pecuniaria per uno dei reati. Rilevato questo vizio di motivazione, la Cassazione ha esercitato il potere conferitole dall’art. 620, lett. l), del codice di procedura penale. Ha quindi annullato la sentenza sul punto senza disporre un nuovo rinvio e ha rideterminato essa stessa la pena pecuniaria finale, correggendo l’errore e fissandola in euro 56.667,00.

Conclusioni Pratiche

La sentenza n. 38902/2024 ribadisce alcuni principi chiave con importanti implicazioni pratiche:

1. Motivazione per relationem: In sede di rinvio, se il giudice si attiene ai calcoli già motivati in primo grado, non è necessaria una nuova e analitica motivazione per ogni aumento di pena, essendo sufficiente un richiamo implicito alla decisione originaria.
2. Autonomia delle posizioni: L’assoluzione di un concorrente non determina un automatico “sconto” di pena per gli altri imputati condannati per lo stesso reato in continuazione, la cui gravità può essere valutata autonomamente.
3. Potere correttivo della Cassazione: In caso di errori di calcolo o vizi di motivazione sulla sola pena pecuniaria, la Corte di Cassazione può intervenire direttamente per correggere l’importo, evitando un ulteriore passaggio processuale e garantendo la celere definizione del giudizio.

Quando un aumento di pena per reato continuato è sufficientemente motivato?
Secondo la sentenza, la motivazione può essere sufficiente anche se non è ripetuta analiticamente dal giudice del rinvio, qualora questi applichi gli stessi aumenti specificati e motivati nella sentenza di primo grado. In tal caso, si ritiene valido un richiamo implicito (per relationem) alla decisione precedente.

L’assoluzione di un coimputato per un reato in continuazione comporta automaticamente una riduzione di pena per gli altri?
No. La Corte ha stabilito che, se il reato è stato commesso in concorso con altre persone che sono state condannate, l’assoluzione di un solo partecipe non è di per sé sufficiente a rendere irragionevole la conferma dell’aumento di pena per gli altri, la cui posizione viene valutata autonomamente.

La Corte di Cassazione può ricalcolare direttamente una pena pecuniaria errata?
Sì. La sentenza conferma che, in base all’art. 620, lett. l), del codice di procedura penale, la Corte di Cassazione può annullare senza rinvio la parte della sentenza relativa a una pena pecuniaria immotivatamente aumentata e procedere direttamente alla sua rideterminazione, correggendo l’errore del giudice di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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