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Calcolo pena reato continuato: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7047/2025, ha annullato un’ordinanza della Corte di Appello relativa al calcolo della pena per un reato continuato. Sebbene la Corte territoriale avesse correttamente individuato la pena base, ha omesso di motivare gli aumenti per i reati satellite, violando un principio consolidato. Il caso evidenzia l’obbligo per il giudice dell’esecuzione di fornire una giustificazione dettagliata per ogni aumento di pena, non essendo sufficiente la mera indicazione numerica. Di conseguenza, la decisione è stata annullata con rinvio per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Calcolo pena reato continuato: l’obbligo di motivazione sugli aumenti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 7047 del 2025, ha riaffermato un principio cruciale nel diritto penale esecutivo: il calcolo pena reato continuato richiede non solo la corretta individuazione della violazione più grave, ma anche una motivazione esplicita e dettagliata per ogni aumento di pena relativo ai reati satellite. L’assenza di tale motivazione rende il provvedimento illegittimo e soggetto ad annullamento. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I fatti del caso

Il caso trae origine dal ricorso di un condannato che chiedeva, in sede di esecuzione, il riconoscimento del vincolo della continuazione tra i reati giudicati con due sentenze distinte, emesse da tribunali diversi. La Corte di Appello accoglieva l’istanza e procedeva a rideterminare la pena complessiva.

Tuttavia, il ricorrente lamentava due vizi nel provvedimento: in primo luogo, un errore nel calcolo, sostenendo che la Corte non avesse correttamente ‘scorporato’ le pene delle singole violazioni prima di effettuare il nuovo computo. In secondo luogo, un vizio di motivazione, poiché il giudice si era limitato a indicare numericamente gli aumenti di pena per i reati satellite senza spiegare i criteri utilizzati per la loro determinazione.

Il corretto calcolo pena reato continuato secondo la giurisprudenza

La Cassazione, nel decidere sul ricorso, ha innanzitutto rigettato la prima doglianza. Ha chiarito che, secondo un orientamento consolidato, il giudice dell’esecuzione deve seguire un procedimento preciso:
1. Scorporare idealmente tutti i reati unificati nelle sentenze originarie.
2. Individuare la violazione più grave tra tutte quelle oggetto di unificazione.
3. Determinare la pena-base, che è quella inflitta per il reato più grave dal giudice della cognizione.
4. Applicare sulla pena-base gli aumenti per ciascuno dei reati satellite.

La Corte di Appello, secondo la Cassazione, aveva sostanzialmente seguito questa procedura, respingendo così il primo motivo di ricorso.

L’obbligo di motivazione sugli aumenti di pena

Il punto cruciale della sentenza risiede nell’accoglimento del secondo motivo di ricorso. La Suprema Corte ha ribadito con forza che il giudice dell’esecuzione, pur avendo un potere discrezionale nel determinare l’entità degli aumenti per i reati satellite, non può esimersi dal motivare la sua scelta.

Non è sufficiente indicare semplicemente l’aumento numerico (es. ‘aumento di 6 mesi per il reato X’). Il giudice deve esplicitare il percorso logico-giuridico seguito, facendo riferimento ai parametri stabiliti dagli articoli 132 e 133 del codice penale, come la gravità del fatto, la personalità del reo e le altre circostanze del caso. Questo obbligo garantisce la trasparenza della decisione e permette un controllo effettivo sulla sua legittimità.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono chiare: il potere discrezionale del giudice non è arbitrarietà. La determinazione della pena, anche in fase esecutiva, è un’attività che deve essere ancorata a criteri legali e resa comprensibile attraverso una motivazione adeguata. L’omissione totale di qualsiasi giustificazione riguardo alla quantificazione degli aumenti per i reati satellite viola questo principio fondamentale, trasformando il calcolo in un’operazione puramente numerica e svuotandolo del suo contenuto di giustizia sostanziale. La Corte ha richiamato la propria giurisprudenza, anche a Sezioni Unite, che impone una motivazione non solo sulla scelta della pena-base, ma anche sull’entità di ogni singolo aumento, al fine di rendere possibile un controllo effettivo del percorso logico seguito dal giudice.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata limitatamente alla quantificazione della pena. Ha rinviato il caso a una diversa sezione della Corte di Appello, affinché proceda a un nuovo giudizio. Il nuovo giudice dovrà ricalcolare la pena, attenendosi al principio di diritto enunciato: per ogni reato satellite, dovrà essere fornita una motivazione specifica che giustifichi l’entità dell’aumento applicato. Questa sentenza rafforza le garanzie difensive nella fase esecutiva e serve da monito ai giudici sulla necessità di trasparenza e rigore nella delicata operazione di commisurazione della pena.

Come si calcola la pena per un reato continuato in fase esecutiva?
Il giudice deve prima ‘scorporare’ tutti i reati giudicati con le diverse sentenze, poi individuare la violazione più grave e assumere la relativa pena come pena-base. Successivamente, deve applicare su questa base gli aumenti per ogni altro reato (reato satellite).

È sufficiente che il giudice indichi solo l’importo numerico dell’aumento di pena per i reati satellite?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è sufficiente. Il giudice ha l’obbligo di motivare, anche sinteticamente, le ragioni che lo hanno portato a determinare la misura di ogni singolo aumento, facendo riferimento ai criteri di legge (artt. 132 e 133 c.p.).

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte ha annullato l’ordinanza della Corte di Appello limitatamente alla determinazione della pena. Ha rinviato il caso a un nuovo giudice, che dovrà procedere a una nuova quantificazione, questa volta fornendo una motivazione adeguata per gli aumenti di pena applicati per i reati satellite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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