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Caccia con richiami acustici: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un uomo per porto abusivo di fucile e per l’utilizzo di richiami acustici vietati durante la caccia. Il ricorso, basato sulla presunta prescrizione del reato e su vizi di motivazione, è stato respinto. La Corte ha chiarito che, a seguito della Riforma Orlando, il termine di prescrizione era stato sospeso tra una sentenza e l’altra, non essendo quindi maturato. Inoltre, ha ribadito che la valutazione delle prove effettuata dai giudici di merito non è sindacabile in sede di legittimità se non in caso di manifesta illogicità, non riscontrata nel caso di specie.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Caccia con Richiami Acustici: Cassazione su Prescrizione e Prove

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10006/2025, si è pronunciata su un caso di caccia con richiami acustici e porto abusivo di armi, affrontando due questioni cruciali: l’applicazione della Riforma Orlando sulla prescrizione e i limiti del sindacato di legittimità sulla valutazione delle prove. La decisione conferma la condanna dell’imputato, offrendo importanti chiarimenti su temi di grande attualità nel diritto penale e venatorio.

I Fatti del Processo

Un uomo veniva sorpreso dai carabinieri in aperta campagna mentre era intento a cacciare, pur essendo sprovvisto di porto d’armi. Gli agenti, appostati e muniti di binocolo e macchina fotografica, lo osservavano esplodere diversi colpi di fucile e recuperare un colombaccio. Alla vista dei militari, l’uomo occultava l’arma e tentava la fuga. Durante l’appostamento, i carabinieri avevano udito il suono di un tordo, riconducibile a un richiamo elettronico. Nello zaino abbandonato dall’imputato durante la fuga, veniva infatti rinvenuto un telecomando acceso, sintonizzato su una specifica frequenza, compatibile con un richiamo acustico. L’uomo veniva quindi condannato in primo grado e in appello per porto illegale di fucile e munizioni e per aver esercitato la caccia con l’ausilio di un richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico, reati commessi a Castrolibero il 22/01/2017.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due principali motivi:

1. Violazione di legge per intervenuta prescrizione: Secondo il ricorrente, il reato contravvenzionale di caccia con mezzi vietati (art. 30, l. 157/1992) si sarebbe dovuto considerare estinto per il decorso del tempo.
2. Vizio di motivazione e violazione di legge: La difesa sosteneva che i giudici di merito non avessero valutato adeguatamente la tesi difensiva, secondo cui l’imputato avrebbe utilizzato un semplice fucile a salve, e che la ricostruzione accusatoria non fosse sufficientemente provata.

La Decisione della Corte: l’impatto della Riforma Orlando sulla caccia con richiami acustici

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi di ricorso, ritenendoli infondati. La decisione si articola su due punti fondamentali che chiariscono l’interpretazione delle norme procedurali e i limiti del giudizio di legittimità.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha fornito una motivazione dettagliata per respingere le doglianze del ricorrente.

In primo luogo, riguardo alla prescrizione, la Corte ha stabilito che il calcolo effettuato dalla difesa era errato. Il reato era stato commesso dopo il 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della cosiddetta Riforma Orlando (L. 103/2017). Tale riforma ha introdotto una specifica causa di sospensione del corso della prescrizione: il termine rimane sospeso per un periodo massimo di un anno e sei mesi tra la sentenza di primo grado e la pronuncia del dispositivo in appello, e per un ulteriore anno e sei mesi tra la sentenza d’appello e la decisione della Cassazione. Applicando queste sospensioni, il termine di prescrizione non era affatto maturato alla data della sentenza d’appello, né a quella della decisione della Cassazione. La Corte ha quindi confermato la piena applicabilità della nuova disciplina ai reati commessi sotto la sua vigenza.

In secondo luogo, sul vizio di motivazione, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. La Corte non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione a quella, logica e coerente, dei giudici dei gradi precedenti. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva basato la sua decisione su elementi solidi: le dichiarazioni degli agenti di polizia giudiziaria, le osservazioni dirette effettuate con strumenti sofisticati e le prove oggettive come il ritrovamento del telecomando. La versione dell’imputato, che parlava di un’arma a salve di cui non sapeva indicare il modello e di cui non vi era traccia, era stata ritenuta, con motivazione congrua, del tutto implausibile. La ricostruzione dei giudici di merito appariva coerente e supportata da prove sufficienti a fondare una condanna “al di là di ogni ragionevole dubbio”.

Conclusioni

La sentenza in esame rafforza due principi giuridici di notevole importanza pratica. Da un lato, consolida l’applicazione delle nuove norme sulla sospensione della prescrizione introdotte dalla Riforma Orlando, rendendo più difficile l’estinzione dei reati per il decorso del tempo. Dall’altro, riafferma la natura del giudizio di Cassazione come controllo di legalità e non di merito, precludendo la possibilità di rimettere in discussione la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di primo e secondo grado, a meno che la loro motivazione non sia palesemente illogica o contraddittoria. Per chi è coinvolto in casi di caccia con richiami acustici, la decisione sottolinea come una solida attività investigativa e una ricostruzione coerente dei fatti siano elementi difficilmente scalfibili in sede di legittimità.

Quando si applica la sospensione della prescrizione introdotta dalla Riforma Orlando?
La sospensione della prescrizione si applica a tutti i reati commessi a partire dal 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della legge n. 103/2017 (c.d. Riforma Orlando).

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove del processo?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o valutare nel merito i fatti. Il suo compito è controllare la corretta applicazione della legge e verificare che la motivazione della sentenza impugnata non sia mancante, contraddittoria o manifestamente illogica.

Quali elementi sono stati decisivi per confermare la condanna per caccia con richiami acustici?
La condanna è stata confermata sulla base della coerenza complessiva degli elementi probatori, tra cui: le constatazioni dirette degli agenti di polizia giudiziaria, il ritrovamento di un telecomando per richiami acustici nello zaino dell’imputato e la valutazione di inverosimiglianza della versione difensiva, ritenuta dai giudici priva di riscontri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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