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Braccialetto elettronico: non serve motivazione extra

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6350/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato contro l’applicazione del braccialetto elettronico. La Corte ha ribadito che il braccialetto elettronico non è una misura cautelare autonoma, ma una modalità esecutiva degli arresti domiciliari che non richiede una specifica e ulteriore motivazione da parte del giudice, specialmente in presenza di reati che implicano una presunzione di pericolosità sociale.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Braccialetto elettronico: per la Cassazione è una modalità esecutiva, non una nuova misura

In una recente pronuncia, la Corte di Cassazione ha affrontato la questione della natura giuridica del braccialetto elettronico nel contesto degli arresti domiciliari. Con la sentenza n. 6350 del 2024, i giudici hanno chiarito che l’applicazione di questo strumento di controllo non costituisce una misura cautelare a sé stante, bensì una semplice modalità di esecuzione della misura domiciliare, non richiedendo, pertanto, un onere di motivazione aggiuntivo da parte del giudice. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza pratica.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un indagato avverso un’ordinanza del Tribunale di Catanzaro. Quest’ultimo, decidendo su rinvio della stessa Corte di Cassazione, aveva attenuato una precedente misura custodiale, disponendo gli arresti domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico e il divieto di comunicazione con terzi non conviventi. La misura era stata mantenuta in relazione a gravi reati, quali estorsione e associazione a delinquere finalizzata al gioco d’azzardo illecito, entrambi aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.

L’indagato lamentava due principali vizi: in primo luogo, una violazione di legge nella scelta della misura, sostenendo che il Tribunale non avesse considerato il suo stato di incensuratezza e un presunto percorso di attenuazione delle esigenze cautelari. In secondo luogo, contestava la mancanza di motivazione specifica sulla necessità di applicare le prescrizioni accessorie del braccialetto elettronico e del divieto di comunicazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo infondate entrambe le censure. I giudici hanno confermato la piena legittimità dell’operato del Tribunale, sottolineando come la motivazione fornita fosse logica, coerente e sufficiente a giustificare sia la misura applicata sia le modalità esecutive prescritte.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi fondamentali.

In primo luogo, ha evidenziato che per i reati contestati opera la presunzione di pericolosità sociale prevista dall’art. 275 del codice di procedura penale. Di conseguenza, la scelta di una misura custodiale è considerata adeguata per legge. Il Tribunale, pur attenuando la misura in arresti domiciliari, ha correttamente tenuto conto della persistente pericolosità dell’indagato, desunta anche dalla pendenza di un altro procedimento per reati di usura. Pertanto, la valutazione del giudice di merito è stata ritenuta immune da vizi.

In secondo luogo, e questo è il punto centrale della pronuncia, la Corte ha ribadito un principio già consolidato: l’applicazione del braccialetto elettronico non è una nuova misura coercitiva, ma una modalità di esecuzione della cautela domiciliare. Citando un proprio precedente (Sentenza n. 6505/2015), ha affermato che ‘non è necessario che il giudice adempia ad alcun onere di motivazione aggiuntiva’. L’imposizione del braccialetto e del divieto di comunicazione sono stati visti come strumenti di controllo e tutela che giustificano l’attenuazione della misura (da carcere a domiciliari), trovando la loro ragione d’essere nella presunzione di pericolosità che il ricorrente non aveva contestato.

Conclusioni

La sentenza n. 6350/2024 conferma che il braccialetto elettronico è uno strumento a disposizione del giudice per rendere più efficace la misura degli arresti domiciliari, senza che ciò richieda una motivazione separata e ulteriore rispetto a quella che giustifica la misura stessa. Per gli operatori del diritto, questa pronuncia ribadisce che le contestazioni sull’applicazione del dispositivo elettronico hanno scarse probabilità di successo se non sono in grado di scalfire il quadro di gravità indiziaria e di pericolosità sociale che ha portato all’adozione della misura cautelare principale.

È necessaria una motivazione specifica per applicare il braccialetto elettronico insieme agli arresti domiciliari?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il braccialetto elettronico non è una nuova misura cautelare, ma una modalità di esecuzione degli arresti domiciliari. Pertanto, la sua applicazione non richiede un onere di motivazione aggiuntivo da parte del giudice.

Perché il riferimento a un altro processo pendente è stato importante in questo caso?
È stato rilevante perché, nonostante l’indagato si professasse incensurato, la pendenza di un altro procedimento per reati gravi come l’usura in ambito associativo è stata considerata dal Tribunale e dalla Cassazione come un elemento che confermava la sua pericolosità sociale, giustificando così il mantenimento di una misura cautelare restrittiva.

Cosa si intende per ‘giudicato cautelare’ nel contesto della sentenza?
Significa che la decisione sulle misure cautelari per alcuni reati (in questo caso estorsione e associazione a delinquere) era già stata confermata dalla Corte di Cassazione in una fase precedente e, pertanto, era diventata definitiva. Il Tribunale del rinvio non poteva più riesaminare la gravità indiziaria per quei specifici capi d’imputazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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