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Bomboletta spray: quando è reato portarla con sé

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il porto di una bomboletta spray contenente gas CS. La Corte ha confermato che tale oggetto, se idoneo a recare offesa alla persona, è da considerarsi un’arma a tutti gli effetti, rendendo irrilevanti le modalità di acquisto (come la vendita online) e la finalità di autodifesa. Il porto di una bomboletta spray di questo tipo costituisce quindi reato.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bomboletta Spray: Un’Arma o uno Strumento di Difesa? La Sentenza della Cassazione

Molti cittadini si chiedono se portare con sé una bomboletta spray per difesa personale sia legale. La risposta non è sempre scontata e dipende dalle caratteristiche specifiche del prodotto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i confini tra strumento di autodifesa e arma vera e propria, confermando una condanna per il porto di una bomboletta contenente un gas urticante particolarmente potente.

Il Caso: La Condanna per Porto di Bomboletta Spray

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un uomo, confermata sia in primo grado che in appello, per il reato di porto di arma. L’imputato era stato trovato in possesso di una bomboletta spray contenente la sostanza sintetica ‘CS’ (2-clorobenzilidenmalononitrile), un agente chimico aggressivo e lacrimogeno utilizzato anche da diverse forze di polizia nel mondo.

La difesa aveva sostenuto che l’oggetto fosse un semplice strumento di autodifesa, acquistato liberamente online, e che non vi fosse la consapevolezza della sua natura illecita. Nonostante le attenuanti generiche concesse, l’uomo era stato condannato alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione e tremila euro di multa.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione lamentando diversi vizi della sentenza d’appello, tra cui:
* Errata valutazione dell’elemento soggettivo del reato (la volontarietà).
* Mancata ammissione di prove decisive, come la dimostrazione della libera vendita online del prodotto.
* Violazioni di norme processuali.
* Mancata applicazione di una specifica circostanza attenuante.

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile. Secondo i giudici supremi, i motivi presentati non erano altro che una riproposizione degli argomenti già esaminati e correttamente respinti dalla Corte d’Appello. Il ricorso, di fatto, non individuava vizi logici o giuridici nella decisione impugnata, ma mirava a ottenere una nuova valutazione dei fatti, cosa non consentita in sede di legittimità.

Le motivazioni della Corte: perché questa bomboletta spray è un’arma?

Il punto centrale della decisione della Cassazione risiede nella qualificazione giuridica della bomboletta spray. La Corte ha ribadito un principio di diritto consolidato: integra il reato di porto d’armi il porto in luogo pubblico di una bomboletta contenente gas urticante idoneo a provocare irritazione agli occhi, anche se reversibile in breve tempo, quando questa è in grado di arrecare offesa alla persona.

In questi casi, l’oggetto non è considerato un semplice strumento di autodifesa, ma rientra nella definizione di ‘arma comune da sparo’ secondo la legislazione vigente. La Corte ha sottolineato i seguenti punti:
1. Natura della sostanza: La bomboletta conteneva un ‘aggressivo chimico lesivo’, non un semplice prodotto a base di peperoncino conforme alle normative per gli strumenti di autodifesa.
2. Irrilevanza dell’acquisto: Il fatto che il prodotto fosse stato acquistato online non ne diminuisce la natura di arma né esclude la responsabilità penale. La modalità di acquisto è irrilevante per la qualificazione dell’oggetto.
3. Capacità offensiva: L’elemento decisivo è l’idoneità dell’oggetto a recare offesa a una persona. Se questa capacità esiste, il porto in luogo pubblico è illegale.

La Corte territoriale, secondo la Cassazione, aveva analizzato in modo ‘esaustivo e puntuale’ questi aspetti, giungendo a una conclusione immune da vizi.

Le conclusioni: implicazioni pratiche per i cittadini

Questa ordinanza conferma che è necessario prestare la massima attenzione prima di acquistare e portare con sé una bomboletta spray per autodifesa. Non tutti i prodotti in commercio sono legali. La distinzione fondamentale risiede nella capacità offensiva del contenuto. Se la sostanza è in grado di provocare un’offesa fisica, anche temporanea, l’oggetto viene classificato come arma e il suo porto è penalmente sanzionato. La convinzione soggettiva di legalità o l’acquisto su canali apparentemente leciti non sono sufficienti a escludere la colpevolezza se il prodotto non rispetta i limiti imposti dalla legge sugli strumenti di autotutela.

È sempre legale portare con sé una bomboletta spray per difesa personale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se la bomboletta contiene un gas urticante idoneo a provocare un’offesa alla persona, anche temporanea, il suo porto in luogo pubblico integra un reato. In tal caso, è considerata un’arma e non un semplice strumento di autodifesa.

Il fatto che una bomboletta spray sia in libera vendita online la rende automaticamente legale da portare?
No. La sentenza chiarisce che le modalità di acquisto, come la libera vendita online, sono irrilevanti ai fini della qualificazione dell’oggetto come arma. Ciò che conta è la sua effettiva capacità offensiva secondo la legge.

Quale sostanza specifica è stata considerata illegale in questo caso?
La sostanza era il 2-clorobenzilidenmalononitrile, comunemente noto come gas ‘CS’. La Corte lo ha definito un aggressivo chimico lesivo, nocivo per inalazione, ingestione e contatto, sufficiente a qualificare la bomboletta che lo contiene come un’arma a tutti gli effetti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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