LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Bilanciamento recidiva: Cassazione e Art. 69 c.p.

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso riguardante il bilanciamento recidiva e circostanze attenuanti. Il motivo è la genericità e manifesta infondatezza delle argomentazioni, che non si confrontavano con la giurisprudenza consolidata sull’applicazione dell’art. 69 del codice penale, confermando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Recidiva: La Cassazione Sottolinea i Limiti del Ricorso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6184/2024, ha affrontato un tema cruciale del diritto penale: il bilanciamento recidiva e le circostanze attenuanti. La decisione ribadisce principi fondamentali sulla specificità dei motivi di ricorso e sul ruolo del legislatore nella determinazione delle sanzioni, offrendo spunti importanti per comprendere i limiti dell’impugnazione di legittimità. Il caso analizzato riguarda un ricorso dichiarato inammissibile per la sua genericità e manifesta infondatezza.

Il Caso in Esame: Un Ricorso contro il Bilanciamento delle Circostanze

I fatti traggono origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’imputato contestava la decisione dei giudici di merito riguardo al giudizio di bilanciamento tra le circostanze attenuanti generiche e la recidiva qualificata, come previsto dall’art. 99, quarto comma, del codice penale. Il ricorrente, in sostanza, lamentava che le attenuanti non avessero prevalso sulla recidiva, portando a una pena ritenuta eccessiva. L’argomentazione si fondava su una critica alla preclusione imposta dall’articolo 69 del codice penale in questi casi specifici.

L’Analisi della Corte di Cassazione e il bilanciamento recidiva

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, qualificandolo come generico e manifestamente infondato. Secondo gli Ermellini, il ricorrente si è limitato a formulare mere “petizioni di principio” sull’applicazione dell’art. 69 c.p., senza però muovere critiche concrete e specifiche alla decisione impugnata. In particolare, il ricorso ometteva di contestare la sussistenza della recidiva e non si confrontava con le solide argomentazioni giuridiche della Corte d’Appello. Quest’ultima, infatti, aveva correttamente richiamato la giurisprudenza consolidata sia della stessa Corte di Cassazione sia della Corte Costituzionale in materia.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nel richiamo al principio della discrezionalità del legislatore. La Corte ha sottolineato che la determinazione delle sanzioni e le regole sul bilanciamento delle circostanze, inclusi i divieti previsti dall’art. 69 c.p., sono frutto di una scelta del legislatore. Tale scelta può essere sindacata solo qualora risulti “manifestamente irrazionale”, cosa che non è stata ravvisata nel caso di specie. La normativa che impedisce la prevalenza delle attenuanti generiche su una recidiva qualificata non è stata considerata sproporzionata, ma una legittima opzione legislativa volta a sanzionare più aspramente chi persevera nel commettere reati. Di conseguenza, un ricorso che non affronta questi profili, ma si limita a una doglianza astratta, non può essere accolto.

Conclusioni: L’Inammissibilità del Ricorso e le Implicazioni Pratiche

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La decisione rappresenta un monito importante: i ricorsi in Cassazione devono essere tecnicamente precisi e giuridicamente argomentati. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso sulla pena, ma è necessario individuare vizi specifici nella motivazione della sentenza impugnata e confrontarsi dialetticamente con la giurisprudenza pertinente. La sentenza riafferma la stabilità delle norme sul bilanciamento recidiva, confermando che solo argomenti solidi e non manifestamente irrazionali possono scalfire le scelte del legislatore in materia sanzionatoria.

Perché il ricorso sul bilanciamento tra recidiva e attenuanti è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico e manifestamente infondato. Il ricorrente ha sollevato mere ‘petizioni di principio’ senza formulare critiche specifiche alla sentenza impugnata né confrontarsi con la giurisprudenza pertinente citata dalla Corte d’Appello.

Qual è il ruolo del giudice nel bilanciare la recidiva secondo la Corte?
Secondo la Corte, il bilanciamento delle circostanze è una materia la cui determinazione spetta al legislatore. Il giudice deve applicare le norme vigenti, come l’art. 69 c.p., e questa scelta legislativa non è sproporzionata a meno che non sia ‘manifestamente irrazionale’.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati