LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Bilanciamento circostanze: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per manifesta infondatezza. La decisione si basa sul corretto bilanciamento circostanze, dove la recidiva specifica prevale sulle attenuanti generiche, come previsto dall’art. 69 c.p., comma 4. La ricorrente è condannata al pagamento delle spese e di una sanzione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: il bilanciamento circostanze tra recidiva e generiche

Il bilanciamento circostanze attenuanti e aggravanti è un momento cruciale nel processo penale per la determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 47417/2024, offre un chiaro esempio di come questo giudizio possa determinare l’esito di un ricorso, portando a una dichiarazione di inammissibilità. Il caso in esame riguarda un’imputata che contestava la decisione della Corte d’Appello di considerare equivalenti le attenuanti generiche e l’aggravante della recidiva.

I Fatti del Processo

Una donna, già condannata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Bari, ha proposto ricorso in Cassazione. La sua principale doglianza riguardava il giudizio di bilanciamento circostanze operato dai giudici di merito. In particolare, la ricorrente sosteneva che le attenuanti generiche avrebbero dovuto prevalere sull’aggravante della recidiva (specificamente, quella prevista dall’art. 99, comma 4, del codice penale). A suo avviso, la Corte d’Appello non aveva adeguatamente motivato la scelta di considerare le circostanze equivalenti, limitandosi ad applicare una pena pari al minimo edittale.

L’importanza del bilanciamento circostanze nel giudizio di legittimità

La ricorrente chiedeva, in sostanza, una rivalutazione del merito che portasse a una pena più mite, grazie alla prevalenza delle attenuanti. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha un ruolo di giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è riconsiderare i fatti, ma verificare che la legge sia stata applicata correttamente. In questo contesto, il giudizio sul bilanciamento circostanze è sindacabile solo se la motivazione del giudice di merito è manifestamente illogica o assente, cosa che in questo caso non è stata riscontrata.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici hanno spiegato che la censura proposta dalla ricorrente era concreta solo riguardo al giudizio di equivalenza, ma le argomentazioni erano deboli. La chiave della decisione risiede nell’articolo 69, comma 4, del codice penale. Questa norma stabilisce un divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti generiche quando all’imputato è contestata una recidiva come quella del caso di specie (art. 99, comma 4, c.p.).

Di fronte a questo chiaro divieto normativo, la richiesta della ricorrente di far prevalere le attenuanti generiche era giuridicamente insostenibile. La scelta della Corte d’Appello di bilanciare le circostanze in termini di equivalenza rappresentava già l’esito più favorevole possibile per l’imputata. Pertanto, il ricorso è stato giudicato infondato in modo palese.

Conclusioni

L’ordinanza conferma un principio fondamentale: esistono limiti normativi precisi al potere discrezionale del giudice nel bilanciamento circostanze. La presenza di una recidiva qualificata, come quella prevista dall’art. 99, comma 4, c.p., impedisce la prevalenza delle attenuanti generiche. Un ricorso in Cassazione che ignori tale divieto normativo si espone a una quasi certa dichiarazione di inammissibilità. Come conseguenza, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la ricorrente è stata condannata non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista per scoraggiare ricorsi palesemente infondati.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato perché la richiesta di far prevalere le attenuanti generiche sulla recidiva contestata era in contrasto con il divieto esplicito previsto dall’art. 69, comma 4, del codice penale.

Le circostanze attenuanti generiche possono sempre prevalere sulla recidiva?
No. Secondo la normativa citata nell’ordinanza (art. 69, comma 4, c.p.), in presenza di una recidiva specifica come quella prevista dall’art. 99, comma 4, c.p., è vietato al giudice dichiarare la prevalenza delle attenuanti generiche.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati