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Bilanciamento circostanze: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due imputati contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza e sulla natura non specifica dei motivi, ribadendo che il bilanciamento delle circostanze è un giudizio di merito insindacabile in sede di legittimità, se non illogico. Viene inoltre confermato che la riparazione del danno, per costituire attenuante, deve essere integrale ed effettiva.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze e Ricorso Inammissibile: La Lezione della Cassazione

L’analisi del bilanciamento delle circostanze aggravanti e attenuanti è un momento cruciale nel processo penale, poiché incide direttamente sulla determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui limiti del sindacato di legittimità su tale valutazione, dichiarando inammissibili i ricorsi che si limitano a riproporre questioni di merito già esaminate. Questo caso evidenzia la necessità di formulare motivi di ricorso specifici e non meramente ripetitivi.

I Fatti del Processo

Due individui ricorrevano in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. Le loro doglianze si concentravano su diversi punti: in primo luogo, lamentavano la mancata concessione dell’attenuante della riparazione del danno, prevista dall’art. 62, n. 6 del codice penale. In secondo luogo, contestavano il giudizio di equivalenza operato dalla Corte di merito nel bilanciamento delle circostanze attenuanti con le aggravanti contestate (tra cui il numero di persone e l’età avanzata della vittima). Infine, uno dei ricorrenti contestava la valutazione sulla recidiva, la determinazione della pena base e l’aumento per la continuazione tra i reati.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. La decisione si fonda sulla constatazione che i motivi proposti erano, in larga parte, una pedissequa reiterazione di argomenti già presentati e motivatamente respinti in appello. Secondo gli Ermellini, un ricorso di questo tipo è solo apparentemente specifico e non assolve alla sua funzione critica nei confronti della sentenza impugnata. La Corte ha quindi condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Suprema Corte

L’ordinanza sviluppa le sue conclusioni attraverso un’analisi puntuale dei singoli motivi di ricorso, offrendo principi di diritto di notevole interesse pratico.

La Riparazione del Danno: Requisiti di Efficacia

Sul primo punto, la Cassazione ha ricordato che per la configurabilità dell’attenuante, la riparazione del danno deve essere non solo volontaria e integrale, ma anche effettiva. Ciò significa che la somma offerta a titolo di risarcimento deve essere messa a disposizione della parte lesa in modo concreto e incondizionato, permettendole di disporne liberamente. La mera offerta senza queste caratteristiche non è sufficiente.

Il Bilanciamento Circostanze: Un Giudizio di Merito Incensurabile

Il cuore della pronuncia riguarda il bilanciamento delle circostanze. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la valutazione comparativa tra circostanze di segno opposto è un’attività discrezionale tipica del giudice di merito. Tale valutazione sfugge al controllo della Cassazione se non è frutto di un palese arbitrio o di un ragionamento illogico. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato la scelta dell’equivalenza, ritenendola la soluzione più idonea a garantire l’adeguatezza della pena in concreto, e tale motivazione è stata giudicata incensurabile.

La Valutazione sulla Recidiva e sulla Pena Base

Anche i motivi relativi alla recidiva e alla pena base sono stati ritenuti manifestamente infondati. La Corte ha sottolineato che il giudice di merito aveva correttamente applicato i criteri dell’art. 133 c.p., esaminando il rapporto tra il reato in giudizio e le condanne precedenti per valutare la perdurante inclinazione a delinquere. Allo stesso modo, la motivazione sulla pena base è stata considerata congrua e proporzionata alla gravità del fatto.

L’Aumento per la Continuazione del Reato

Infine, la Cassazione ha confermato la corretta applicazione delle regole sul reato continuato, secondo cui il giudice deve calcolare e motivare l’aumento di pena in modo distinto per ciascun reato satellite. Questo obbligo motivazionale è correlato all’entità degli aumenti e deve permettere di verificare il rispetto dei limiti di legge.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza della Corte di Cassazione riafferma con forza alcuni principi cardine del processo penale. In primo luogo, evidenzia l’inutilità di presentare ricorsi per cassazione che siano mere fotocopie dei motivi d’appello, senza una critica puntuale e specifica della sentenza di secondo grado. In secondo luogo, delimita nettamente il perimetro del giudizio di legittimità, escludendo da esso le valutazioni discrezionali del giudice di merito, come il bilanciamento delle circostanze, quando supportate da una motivazione sufficiente e non illogica. La decisione serve da monito sulla necessità di una difesa tecnica rigorosa, capace di individuare vizi specifici della sentenza impugnata piuttosto che contestare genericamente l’apprezzamento del giudice.

Quando un’offerta di risarcimento del danno è valida per ottenere l’attenuante?
L’offerta è valida solo se la riparazione del danno è volontaria, integrale ed effettiva. La somma deve essere messa a disposizione concreta e incondizionata della parte lesa, nel rispetto delle prescrizioni civilistiche.

È possibile contestare in Cassazione il bilanciamento delle circostanze attenuanti e aggravanti?
No, non è possibile contestarlo se la decisione del giudice di merito non è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento illogico e se è sorretta da una motivazione sufficiente. Si tratta di una valutazione discrezionale che sfugge al sindacato di legittimità.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili?
La Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili perché i motivi erano manifestamente infondati, si risolvevano in una semplice ripetizione di argomenti già respinti in appello (risultando quindi non specifici) e contestavano valutazioni di merito che non sono sindacabili in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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