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Bilanciamento circostanze: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10257/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la decisione della Corte d’Appello sul bilanciamento circostanze. Il ricorso è stato respinto perché i motivi erano aspecifici e non si confrontavano adeguatamente con la motivazione della sentenza impugnata, che sottolineava la crescente pericolosità criminale del soggetto. La Corte ha ribadito che il giudizio di comparazione è censurabile solo se arbitrario o illogico.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze: i limiti del ricorso in Cassazione

Il tema del bilanciamento circostanze tra attenuanti e aggravanti è cruciale nel diritto penale, poiché incide direttamente sulla determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 10257 del 2024, offre importanti chiarimenti sui limiti di sindacabilità di tale giudizio in sede di legittimità. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso, sottolineando che non basta lamentare una decisione sfavorevole; è necessario confrontarsi specificamente con le argomentazioni del giudice di merito e dimostrare un vizio logico o un’arbitrarietà manifesta.

I fatti del caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. La difesa contestava la decisione dei giudici di merito su due punti principali: la mancata esclusione della recidiva e la negata prevalenza delle circostanze attenuanti generiche sulle aggravanti contestate. Secondo il ricorrente, la Corte territoriale avrebbe errato sia nell’applicazione della legge penale sia nella motivazione della sua decisione, non valutando correttamente gli elementi a favore dell’imputato.

La decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto che il motivo di ricorso fosse formulato in termini ‘aspecifici’. In altre parole, la difesa non si era confrontata in modo puntuale e critico con le ragioni esposte nella sentenza d’appello. La Corte territoriale, infatti, aveva basato la sua decisione sulla valutazione del fatto come espressione di una ‘ingravescente pericolosità criminale’ dell’imputato, un’argomentazione solida che il ricorso non era riuscito a scalfire.

Il corretto bilanciamento circostanze secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato nella sua giurisprudenza. Il giudizio di comparazione tra circostanze aggravanti e attenuanti, disciplinato dall’articolo 69 del codice penale, è un’attività che rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Questa valutazione non può essere riesaminata in sede di legittimità se non in casi eccezionali.

le motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda su due pilastri. In primo luogo, il ricorso è stato giudicato generico perché non ha affrontato il nucleo argomentativo della sentenza impugnata, ovvero la pericolosità criminale dell’imputato. Non è sufficiente, per la difesa, limitarsi a riproporre le proprie tesi, ma è necessario dimostrare perché la motivazione del giudice di grado inferiore sia errata.

In secondo luogo, la Corte ha richiamato il proprio orientamento costante, secondo cui le decisioni sul bilanciamento circostanze sono censurabili solo se frutto di ‘mero arbitrio o di un ragionamento illogico’. Non è compito della Cassazione sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, qualora quest’ultima sia sorretta da una motivazione sufficiente e non palesemente irragionevole. Nel caso di specie, la decisione della Corte d’Appello di ritenere equivalenti le circostanze attenuanti e le aggravanti (compresa la recidiva) era stata adeguatamente giustificata e, pertanto, non sindacabile in sede di legittimità.

le conclusioni

L’ordinanza in commento conferma che l’accesso al giudizio di Cassazione richiede un’elevata specificità dei motivi. Per contestare efficacemente il bilanciamento circostanze, non basta un generico dissenso, ma è indispensabile individuare e dimostrare un vizio logico-giuridico palese nella decisione del giudice di merito. La decisione di dichiarare inammissibile il ricorso, con condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, serve da monito sulla necessità di formulare impugnazioni mirate e fondate, che si confrontino criticamente con la ratio decidendi della sentenza che si intende censurare.

Quando un ricorso in Cassazione sul bilanciamento delle circostanze è inammissibile?
Un ricorso è inammissibile quando i motivi sono aspecifici, ovvero non si confrontano criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, e quando non dimostrano che la decisione del giudice di merito sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico.

La valutazione del giudice sul bilanciamento tra aggravanti e attenuanti è sempre insindacabile in Cassazione?
No, non sempre. È sindacabile soltanto nell’ipotesi in cui la decisione sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento illogico. Se la motivazione è sufficiente e logica, anche se opinabile, la Cassazione non può intervenire per sostituire la propria valutazione.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘aspecifico’?
Significa che il motivo è generico e non si confronta in modo puntuale con le specifiche ragioni di fatto e di diritto esposte nella motivazione della sentenza che si sta impugnando, limitandosi a riproporre tesi già esaminate e respinte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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