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Bilanciamento circostanze: quando è insindacabile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso sul bilanciamento circostanze (art. 69 c.p.), ribadendo che la valutazione discrezionale del giudice di merito non è sindacabile se sorretta da motivazione sufficiente e non palesemente illogica. La Corte ha chiarito che non è necessaria un’analitica esposizione di tutti i criteri di valutazione, essendo sufficiente un richiamo anche a uno solo dei parametri previsti dall’art. 133 c.p. per ritenere la decisione congruamente motivata.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze: I Limiti al Controllo della Cassazione

Il tema del bilanciamento circostanze attenuanti e aggravanti è un aspetto cruciale nel diritto penale, poiché incide direttamente sulla determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui limiti del sindacato di legittimità su tale valutazione, confermando l’ampia discrezionalità del giudice di merito. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere meglio i principi in gioco.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’appello. L’unico motivo di doglianza riguardava la presunta erronea applicazione dell’articolo 69 del codice penale, ovvero le modalità con cui i giudici di merito avevano operato il bilanciamento circostanze aggravanti e attenuanti. Secondo la difesa, la decisione di considerare le circostanze come equivalenti, anziché far prevalere le attenuanti, era stata motivata in modo insufficiente e illogico.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno stabilito che la valutazione relativa al bilanciamento tra le circostanze opposte rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Tale valutazione, pertanto, sfugge al controllo della Corte di Cassazione, a meno che non sia il risultato di un mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, cosa che nel caso di specie non è stata riscontrata.

Le Motivazioni sul Bilanciamento Circostanze

La Corte ha articolato le sue motivazioni su alcuni punti chiave:

La Discrezionalità del Giudice di Merito

Il cuore della decisione risiede nel principio consolidato per cui il bilanciamento circostanze è un’attività tipica del giudizio di merito. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice che ha esaminato le prove e i fatti nel dettaglio. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la decisione sia supportata da una motivazione logica e coerente, non di riesaminare le scelte discrezionali.

I Requisiti della Motivazione

La Corte ha chiarito che, per essere considerata adeguata, la motivazione non deve necessariamente essere un’analitica e dettagliata esposizione di tutti i criteri di valutazione previsti dall’art. 133 c.p. (gravità del reato, capacità a delinquere del reo, etc.). È sufficiente che il giudice di merito fornisca una giustificazione congrua della sua scelta. Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la decisione di equivalenza fosse sufficientemente motivata anche con il riferimento a uno solo dei parametri pertinenti, come la gravità dei fatti. I giudici di merito, secondo la Cassazione, avevano correttamente esercitato la loro discrezionalità, motivando ampiamente sul punto nella sentenza impugnata.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale penale: l’ampia autonomia del giudice di merito nella valutazione degli elementi che portano alla commisurazione della pena. Il bilanciamento circostanze è un’espressione di questa autonomia e può essere censurato in sede di legittimità solo in casi eccezionali di manifesta illogicità o arbitrarietà della motivazione. Per gli operatori del diritto, ciò significa che i ricorsi in Cassazione su questo punto devono essere fondati su vizi motivazionali evidenti e macroscopici, e non su un mero dissenso rispetto alla scelta discrezionale operata dal giudice.

Quando il giudizio sul bilanciamento delle circostanze può essere contestato in Cassazione?
Può essere contestato solo quando la motivazione del giudice di merito è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento manifestamente illogico, e non semplicemente perché non si condivide la valutazione effettuata.

È necessario che il giudice motivi in modo analitico la sua scelta sul bilanciamento?
No, non è necessaria un’analitica esposizione di tutti i criteri di valutazione. La motivazione può essere ritenuta congrua anche se fa riferimento a uno solo dei parametri previsti dall’art. 133 del codice penale, purché sia sufficiente a giustificare la decisione.

Cosa accade se un ricorso in Cassazione sul bilanciamento delle circostanze è privo di concreta specificità?
Se il ricorso è generico e non evidenzia una manifesta illogicità nella motivazione, viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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