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Bilanciamento circostanze: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3866/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso che contestava il bilanciamento circostanze operato dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte ha ribadito che tale valutazione può essere censurata in sede di legittimità solo se palesemente illogica o arbitraria, e non per un mero dissenso sulla motivazione fornita dal giudice di merito.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Il bilanciamento circostanze attenuanti e aggravanti è uno dei momenti più delicati del processo penale, in quanto incide direttamente sulla determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 3866/2024) torna a fare chiarezza sui limiti entro cui questa valutazione, tipica del giudice di merito, può essere contestata in sede di legittimità. La decisione sottolinea come un ricorso basato su un mero dissenso rispetto alla scelta del giudice, seppur motivata, sia destinato all’inammissibilità.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato dalla difesa di un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. L’unico motivo di doglianza sollevato riguardava la presunta violazione di legge nel giudizio di comparazione tra le circostanze aggravanti e quelle attenuanti. Secondo la difesa, la Corte territoriale avrebbe errato nel giudicarle equivalenti, anziché far prevalere le attenuanti, con conseguente beneficio per l’imputato sulla pena finale.

La Decisione della Corte sul Bilanciamento Circostanze

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno osservato che, sebbene la difesa avesse formalmente evocato una violazione di legge (vizio previsto dall’art. 606, comma 1, lett. b, c.p.p.), le sue argomentazioni si traducevano, in realtà, in una critica alla motivazione della sentenza impugnata. In sostanza, il ricorrente non contestava un’errata applicazione della norma sul bilanciamento, ma lamentava l’insufficienza del ragionamento che aveva portato i giudici d’appello a optare per l’equivalenza delle circostanze.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su un principio consolidato nella giurisprudenza. Il giudizio sul bilanciamento delle circostanze è un’attività discrezionale riservata al giudice di merito, il cui esito non è, di norma, sindacabile in sede di legittimità. L’intervento della Cassazione è ammesso solo in ipotesi eccezionali, ovvero quando la decisione impugnata sia frutto di “mero arbitrio o di un ragionamento illogico”.

Non è sufficiente, quindi, che la difesa prospetti una valutazione diversa o più favorevole. Affinché il ricorso sia ammissibile, è necessario dimostrare che il ragionamento del giudice di merito sia viziato da una palese illogicità o che sia del tutto assente, trasformandosi così in un atto arbitrario. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la decisione dei giudici d’appello fosse sufficientemente motivata e, pertanto, immune da censure. Di conseguenza, il tentativo di ottenere una nuova e diversa valutazione delle circostanze è stato respinto come inammissibile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Il suo compito è garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle regole processuali, non sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici delle fasi precedenti. Per contestare efficacemente il bilanciamento circostanze, non basta essere in disaccordo con la sentenza; è indispensabile individuare un vizio logico grave e manifesto nel percorso argomentativo del giudice. In mancanza di ciò, il ricorso è destinato all’inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

È possibile contestare in Cassazione il modo in cui un giudice ha bilanciato le circostanze attenuanti e aggravanti?
Sì, ma solo in casi limitati. È possibile farlo unicamente se la decisione del giudice è palesemente arbitraria o basata su un ragionamento manifestamente illogico. Non è sufficiente non essere d’accordo con la valutazione del giudice, qualora questa sia adeguatamente motivata.

Qual è la differenza tra un “vizio di violazione di legge” e un “vizio di motivazione” in un ricorso?
Un “vizio di violazione di legge” si ha quando il giudice ha applicato una norma sbagliata o l’ha interpretata in modo errato. Un “vizio di motivazione”, invece, si verifica quando il ragionamento che supporta la decisione è mancante, contraddittorio o illogico. Nel caso specifico, la difesa ha formalmente invocato il primo vizio, ma le sue critiche riguardavano in sostanza il secondo.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina la questione nel merito. Come conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come stabilito nell’ordinanza in esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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