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Bilanciamento circostanze: limiti al ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato per furto pluriaggravato che chiedeva la prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti. La Corte ha stabilito che il bilanciamento circostanze è una valutazione di merito insindacabile in sede di legittimità se non palesemente illogico o immotivato, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva già concesso l’equivalenza.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze: La Cassazione Fissa i Limiti del Sindacato

Il tema del bilanciamento circostanze attenuanti e aggravanti è cruciale nel diritto penale, poiché incide direttamente sulla determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui limiti del sindacato di legittimità riguardo a questa valutazione, essenzialmente discrezionale, del giudice di merito. Analizziamo la decisione per comprendere quando e come è possibile contestare tale giudizio.

Il Percorso Giudiziario: Dal Furto Aggravato al Ricorso

Il caso ha origine da una condanna in primo grado per furto pluriaggravato, con il riconoscimento della recidiva qualificata. La pena inflitta era di due anni e quattro mesi di reclusione e 200 euro di multa.

In sede di appello, l’imputato adottava una strategia processuale precisa: rinunciava a tutti i motivi di impugnazione, ad eccezione di quello relativo al trattamento sanzionatorio. Questo comportamento collaborativo veniva premiato dalla Corte d’Appello, che concedeva le circostanze attenuanti generiche e le dichiarava equivalenti alle aggravanti contestate, procedendo così a una riduzione della pena.

Nonostante questo risultato, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando che le attenuanti generiche avrebbero dovuto essere considerate prevalenti, e non solo equivalenti, con la richiesta di un’ulteriore mitigazione della pena.

La Decisione della Corte sul Bilanciamento Circostanze

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella natura del bilanciamento circostanze previsto dall’art. 69 del codice penale.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato, richiamando anche una pronuncia delle Sezioni Unite: la valutazione comparativa tra circostanze di segno opposto è una tipica espressione del potere discrezionale del giudice di merito. Tale valutazione sfugge al controllo della Corte di Cassazione a meno che non sia viziata da palese illogicità, arbitrarietà o non sia sorretta da una motivazione sufficiente.

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno osservato due aspetti decisivi:

1. Assenza di vizi logici: La decisione della Corte d’Appello di giudicare equivalenti le circostanze non era né arbitraria né illogica. Anzi, era motivata proprio dal comportamento processuale dell’imputato.
2. Identità degli argomenti: Gli elementi che la difesa adduceva per sostenere la richiesta di prevalenza delle attenuanti erano gli stessi che il giudice d’appello aveva già positivamente valutato per concedere l’equivalenza. In pratica, si chiedeva alla Cassazione una nuova e diversa valutazione del medesimo quadro fattuale, un’operazione che esula dalle sue competenze.

La Corte ha inoltre sottolineato che il vago riferimento alla “esclusione della recidiva” nel ricorso era del tutto privo di argomentazioni a sostegno. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma che il giudizio sul bilanciamento circostanze è saldamente ancorato alla valutazione discrezionale del giudice di merito. Per poter contestare efficacemente tale giudizio in Cassazione, non è sufficiente dissentire dalla scelta operata, ma è necessario dimostrare un vizio grave nella motivazione, come un’evidente illogicità o una totale carenza argomentativa. In assenza di tali vizi, il tentativo di ottenere in sede di legittimità una valutazione più favorevole, basandosi sugli stessi elementi già esaminati, è destinato a fallire.

È possibile contestare in Cassazione il giudizio di bilanciamento delle circostanze attenuanti e aggravanti?
Sì, ma solo se la valutazione del giudice di merito è frutto di mero arbitrio, di un ragionamento illogico o non è supportata da una motivazione sufficiente. Non è possibile chiedere alla Cassazione una nuova e diversa valutazione dei fatti già considerati.

Cosa succede se i motivi per chiedere la prevalenza delle attenuanti sono gli stessi già usati per ottenerne l’equivalenza?
La Cassazione, come nel caso di specie, ritiene il motivo manifestamente infondato. Se il giudice di appello ha già considerato quegli elementi per concedere un beneficio (l’equivalenza), non si può pretendere che gli stessi elementi giustifichino un beneficio ancora maggiore (la prevalenza).

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, come stabilito dalla Corte nella sua decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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