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Bilanciamento circostanze: la recidiva prevale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorso contestava il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di lieve entità e il giudizio di equivalenza tra attenuanti generiche e recidiva. La Corte ha confermato la decisione di merito, ritenendo che un danno di 560 euro non fosse di speciale tenuità e che il corretto bilanciamento circostanze tenesse conto della pericolosità sociale dell’imputato, desunta dai suoi numerosi precedenti penali.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze: La Cassazione sulla Recidiva e il Danno Non Tenue

Il bilanciamento circostanze è uno degli strumenti più delicati a disposizione del giudice penale per commisurare la pena alla reale gravità del fatto e alla personalità dell’imputato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per approfondire come la recidiva e la valutazione del danno influenzino questa delicata operazione. Il caso in esame riguarda un ricorso dichiarato inammissibile, con cui si contestava la decisione dei giudici di merito di non far prevalere le attenuanti generiche sulla recidiva e di negare l’attenuante del danno di speciale tenuità.

I Fatti del Processo

Un individuo, condannato dalla Corte d’Appello di Torino per un reato contro il patrimonio, ha presentato ricorso in Cassazione. La difesa lamentava due aspetti principali della sentenza di secondo grado:
1. Il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di particolare tenuità (prevista dall’art. 62 n. 4 c.p.), nonostante il valore della merce sottratta fosse di 560 euro.
2. L’errato bilanciamento circostanze, che aveva portato i giudici a considerare equivalenti le attenuanti generiche (concesse per la condotta ammissiva e il disagio socioeconomico) e l’aggravante della recidiva, anziché far prevalere le prime.

L’imputato chiedeva, quindi, l’annullamento della sentenza per ottenere un trattamento sanzionatorio più mite.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I motivi presentati sono stati giudicati come una mera riproposizione di censure già esaminate e respinte con argomentazioni logiche e giuridicamente corrette dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha ritenuto che il ricorrente non avesse mosso una critica specifica alla motivazione della sentenza impugnata, ma si fosse limitato a ripresentare le proprie tesi in modo assertivo.

Le Motivazioni della Decisione sul Bilanciamento Circostanze

La Corte ha analizzato nel dettaglio i punti sollevati dalla difesa, confermando in toto l’operato dei giudici di merito.

La Valutazione del Danno

In primo luogo, è stato escluso che un danno di 560 euro potesse integrare l’attenuante della ‘speciale tenuità’. I giudici hanno sottolineato come tale importo non fosse affatto irrisorio, essendo addirittura superiore alla spesa media mensile delle famiglie per generi alimentari nel 2022 (pari a 482 euro secondo dati ISTAT). Inoltre, la natura della merce sottratta – un ingente quantitativo di rasoi e lamette – è stata ritenuta incompatibile con un uso personale e indicativa di una destinazione alla rivendita illecita, escludendo così la scusante legata ai beni di prima necessità.

Il Peso della Recidiva

Il punto cruciale della decisione riguarda il bilanciamento circostanze in rapporto alla recidiva. La Corte territoriale aveva correttamente evidenziato come l’imputato avesse numerosi precedenti penali, anche recenti e specifici (furto, stupefacenti). Il fatto di essere tornato a delinquere nonostante le precedenti condanne e i benefici concessi è stato considerato un sintomo di una spiccata e persistente pericolosità sociale. Questa insensibilità al ‘monito’ della sanzione penale ha giustificato ampiamente la decisione di non considerare la recidiva subvalente rispetto alle pur concesse attenuanti generiche.
La Corte ha inoltre specificato che il giudizio di comparazione tra circostanze di segno opposto è una valutazione discrezionale tipica del giudice di merito. Tale valutazione sfugge al sindacato della Cassazione se, come in questo caso, non è frutto di arbitrio o di ragionamento illogico, ma è sorretta da una motivazione sufficiente.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la discrezionalità del giudice di merito nel bilanciamento circostanze è molto ampia e difficilmente censurabile in sede di legittimità, a patto che sia adeguatamente motivata. La pericolosità sociale di un imputato, desunta dai suoi precedenti penali (recidiva), è un elemento che può legittimamente neutralizzare il peso di circostanze attenuanti come la confessione o le difficoltà economiche. Infine, viene confermato che la valutazione del danno patrimoniale ai fini dell’attenuante della speciale tenuità non deve essere astratta, ma va rapportata al contesto economico generale e alla natura dei beni sottratti.

Un danno economico di 560 euro può essere considerato di ‘speciale tenuità’ per ottenere una riduzione di pena?
No, secondo la Corte in questo caso specifico non può essere considerato tale. I giudici hanno ritenuto l’importo economicamente apprezzabile, confrontandolo con la spesa media mensile delle famiglie, e hanno inoltre considerato che la merce (rasoi e lamette in grande quantità) non era un bene di prima necessità.

In che modo i precedenti penali (recidiva) incidono sul bilanciamento delle circostanze?
I precedenti penali incidono in modo determinante. La Corte ha stabilito che la recidiva, soprattutto se reiterata e specifica, dimostra una maggiore pericolosità sociale dell’imputato e una sua insensibilità ai precedenti provvedimenti giudiziari. Questo giustifica la decisione di non far prevalere le attenuanti generiche sulla recidiva, ma di ritenerle al massimo equivalenti.

È possibile contestare in Cassazione la decisione del giudice sul bilanciamento delle circostanze?
È possibile solo in casi molto limitati. La Cassazione ha ribadito che il giudizio di bilanciamento è una valutazione discrezionale del giudice di merito. Può essere contestato solo se la decisione è frutto di puro arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico e privo di motivazione sufficiente, cosa che nel caso esaminato è stata esclusa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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