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Bilanciamento circostanze: la discrezionalità del giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva la prevalenza delle attenuanti generiche su un’aggravante. La Corte ha ribadito che il bilanciamento circostanze è un potere discrezionale del giudice di merito. La decisione di equivalenza, se motivata dalla necessità di una pena adeguata, non è sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze: Quando la Decisione del Giudice è Intoccabile

Il bilanciamento circostanze attenuanti e aggravanti è uno dei momenti più delicati nel processo penale, in quanto incide direttamente sulla determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per approfondire i limiti del potere discrezionale del giudice di merito e le possibilità di contestare tale valutazione in sede di legittimità. La Suprema Corte ha confermato un principio consolidato: la scelta del giudice di ritenere equivalenti le circostanze, anziché far prevalere le attenuanti, è insindacabile se sorretta da una motivazione sufficiente, anche se sintetica.

Il Caso in Esame: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il caso analizzato riguarda un soggetto condannato in Corte d’Appello per i reati di lesioni personali tentate e porto di oggetti atti ad offendere. Nonostante una riduzione della pena rispetto al primo grado, l’imputato ha deciso di ricorrere in Cassazione, affidandosi a un unico motivo: la violazione dell’articolo 69 del codice penale.

Nello specifico, la difesa lamentava il mancato riconoscimento della prevalenza delle circostanze attenuanti generiche sull’aggravante contestata (quella della destrezza). Secondo il ricorrente, il giudice di secondo grado avrebbe errato nel giudizio di comparazione, limitandosi a dichiarare le circostanze equivalenti.

Il Bilanciamento Circostanze secondo la Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, e quindi inammissibile. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire la natura del bilanciamento circostanze. Si tratta di una valutazione squisitamente discrezionale, tipica del giudizio di merito, che sfugge al sindacato di legittimità della Cassazione.

Questo principio non è assoluto. Il controllo della Suprema Corte è ammesso solo in casi eccezionali, ovvero quando la decisione del giudice di merito è:

* Frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico.
* Priva di una motivazione sufficiente che ne spieghi le ragioni.

Al di fuori di queste ipotesi, la Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice che ha esaminato i fatti del processo.

Le Motivazioni

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva giustificato il giudizio di equivalenza ritenendolo la soluzione più idonea a garantire l’adeguatezza della pena inflitta concretamente all’imputato. Secondo la Cassazione, richiamando una storica sentenza delle Sezioni Unite (n. 10713/2010), una simile motivazione è da considerarsi pienamente sufficiente.

Non è necessario che il giudice si dilunghi in complesse argomentazioni per giustificare la propria scelta nel bilanciamento. È sufficiente che esprima il criterio guida seguito, come quello dell’adeguatezza della sanzione, per rendere la sua decisione immune da censure di legittimità. Pertanto, il motivo di ricorso è stato giudicato infondato e l’appello dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza pratica. Chi intende contestare in Cassazione il giudizio di comparazione tra circostanze deve essere consapevole che non basta un semplice dissenso rispetto alla scelta del giudice. È indispensabile dimostrare un vizio grave della motivazione, come la sua totale assenza, la sua contraddittorietà o la sua manifesta illogicità. In assenza di tali vizi, la valutazione discrezionale del giudice di merito sul bilanciamento circostanze resta un caposaldo del nostro sistema processuale, non soggetto a revisione in sede di legittimità.

È possibile contestare in Cassazione la decisione del giudice sul bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti?
No, di regola non è possibile. La Cassazione ha ribadito che il giudizio di comparazione tra circostanze è una valutazione discrezionale del giudice di merito. Può essere contestato solo se la motivazione è totalmente assente, manifestamente illogica o arbitraria.

Quale tipo di motivazione è sufficiente per giustificare un giudizio di equivalenza tra circostanze?
Secondo l’ordinanza, è sufficiente una motivazione che ritenga la soluzione dell’equivalenza come la più idonea a realizzare l’adeguatezza della pena da infliggere in concreto, senza che siano necessarie argomentazioni più complesse.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, la condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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