LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Bilanciamento circostanze: la Cassazione annulla pena

La Corte di Cassazione annulla una sentenza del Tribunale per i minorenni per vizio di motivazione. Il caso riguarda l’omicidio commesso da un minore, dove il giudice di primo grado aveva ritenuto prevalente l’attenuante della minore età sull’aggravante dei futili motivi. La Suprema Corte ha rilevato una profonda contraddittorietà nella motivazione della sentenza, che giustificava il bilanciamento circostanze in modo illogico e in contrasto con le stesse valutazioni sulla personalità dell’imputato. Di conseguenza, ha rinviato il caso alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio sul punto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze: Quando la Motivazione del Giudice è Contraddittoria

La determinazione della pena è uno dei momenti più delicati del processo penale, in cui il giudice è chiamato a esercitare un potere discrezionale di grande responsabilità. La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 33759/2025, offre un importante spunto di riflessione sul bilanciamento circostanze, evidenziando come la discrezionalità del giudice non possa mai tradursi in arbitrio o in una motivazione illogica. La Suprema Corte ha annullato una condanna per omicidio a carico di un minore, rilevando una profonda contraddittorietà nel modo in cui il Tribunale aveva soppesato le attenuanti e le aggravanti.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da un tragico evento di cronaca: un omicidio avvenuto a Palermo il 21 dicembre 2023, causato dall’esplosione di due colpi d’arma da fuoco. L’autore del delitto, un giovane nato nel 2006 e quindi minorenne all’epoca dei fatti, veniva giudicato con rito abbreviato dal Tribunale per i minorenni di Palermo. Il Tribunale lo riconosceva colpevole dei reati di omicidio aggravato dai futili motivi e di porto illegale d’arma.

Nella determinazione della pena, il giudice di primo grado applicava la diminuente della minore età, ritenendola prevalente sull’aggravante contestata. A seguito della riduzione per il rito speciale, la pena finale veniva fissata in dodici anni di reclusione.

Il Ricorso della Procura e il Bilanciamento Circostanze Contestato

Contro questa decisione, la Procura della Repubblica proponeva ricorso per Cassazione, lamentando un grave vizio di motivazione. Secondo il Pubblico Ministero, la sentenza era palesemente contraddittoria. Da un lato, giustificava la concessione prevalente dell’attenuante della minore età con il fatto che l’imputato si fosse costituito, consentendo l’avvio delle indagini. Dall’altro, però, la stessa sentenza descriveva una personalità criminale dell’imputato di elevato spessore, gravato da numerosi precedenti penali e caratterizzato da “uno stile di vita disimpegnato e ad elevato rischio di devianza”.

Inoltre, la Procura evidenziava un’ulteriore e insanabile contraddizione: in un passaggio della motivazione, il Tribunale affermava che l’attenuante dovesse ritenersi equivalente all’aggravante, mentre nel dispositivo (la parte finale della sentenza che contiene la decisione) la dichiarava prevalente. Questa discrepanza rendeva il ragionamento del giudice incomprensibile e illogico.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni della Procura, annullando la sentenza impugnata limitatamente al bilanciamento circostanze. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: il giudizio di comparazione tra circostanze opposte, pur essendo espressione del potere discrezionale del giudice di merito, non può sfuggire al controllo di legittimità quando risulta frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico.

Le Motivazioni

Nel motivare la sua decisione, la Cassazione ha sottolineato due profili di incongruità.

In primo luogo, la giustificazione per la prevalenza dell’attenuante della minore età (la costituzione dell’imputato) appariva debole e non supportata da specifici elementi, soprattutto se confrontata con le stesse valutazioni negative del Tribunale sulla personalità del giovane. Come può un singolo atto, per quanto positivo, far prevalere la clemenza di fronte a un profilo criminale descritto come consolidato e preoccupante? La motivazione, secondo la Corte, non forniva una risposta esaustiva a questa domanda.

In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, la Corte ha censurato la palese contraddizione tra la motivazione e il dispositivo della sentenza. Affermare in un punto che le circostanze si equivalgono e in un altro che l’attenuante prevale crea un vizio logico insanabile che invalida la decisione sul trattamento sanzionatorio. Il giudice non solo deve decidere, ma deve anche spiegare in modo coerente e non contraddittorio il percorso logico-giuridico che lo ha portato a quella decisione. In questo caso, il percorso era interrotto da un’evidente frattura logica.

Le Conclusioni

La sentenza è stata annullata con rinvio alla Corte di Appello di Palermo, Sezione per i minorenni, che dovrà procedere a un nuovo giudizio sul punto. I nuovi giudici dovranno effettuare un nuovo e corretto bilanciamento circostanze, fornendo una motivazione congrua, logica e priva di contraddizioni, che tenga conto di tutti gli elementi emersi nel processo, sia a favore che contro l’imputato. Questa pronuncia riafferma che la discrezionalità giudiziale nella commisurazione della pena non è illimitata, ma deve essere sempre ancorata a criteri di razionalità e coerenza, a garanzia della giustizia e della corretta applicazione della legge.

Quando può essere contestato in Cassazione il bilanciamento delle circostanze?
Il giudizio sul bilanciamento delle circostanze può essere censurato in sede di legittimità (cioè davanti alla Corte di Cassazione) quando costituisce il risultato di una valutazione arbitraria o di un ragionamento illogico, e non semplicemente quando si contesta la scelta discrezionale del giudice di merito.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza in questo caso specifico?
La Corte ha annullato la sentenza a causa di una duplice contraddittorietà nella motivazione. In primo luogo, la giustificazione per concedere la prevalenza dell’attenuante della minore età era in contrasto con le stesse valutazioni del tribunale sulla personalità criminale dell’imputato. In secondo luogo, vi era un contrasto insanabile tra la parte della motivazione, che parlava di equivalenza tra circostanze, e il dispositivo della sentenza, che invece le riteneva prevalenti.

Qual è la conseguenza pratica dell’annullamento della sentenza?
L’annullamento è limitato al solo punto del bilanciamento tra le circostanze. Ciò significa che il caso torna alla Corte di Appello, Sezione per i minorenni, che dovrà effettuare una nuova valutazione esclusivamente su questo aspetto e, di conseguenza, determinare nuovamente la pena da infliggere all’imputato, fornendo una motivazione logica e coerente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati