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Bilanciamento circostanze: il potere del giudice

Un individuo, condannato in appello per coltivazione illecita, si rivolge alla Cassazione contestando la pena e il mancato riconoscimento della prevalenza delle attenuanti. La Corte Suprema dichiara il ricorso inammissibile per genericità, ribadendo l’ampio potere discrezionale del giudice di merito nella determinazione della pena e nel bilanciamento circostanze. Tale valutazione è sindacabile solo in caso di manifesta illogicità, non riscontrata nel caso di specie.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il bilanciamento delle circostanze e il potere del giudice: l’analisi della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18686 del 2024, torna a pronunciarsi su un tema cruciale del diritto penale: il bilanciamento circostanze e i limiti del sindacato di legittimità sul potere discrezionale del giudice di merito. La decisione offre spunti importanti per comprendere quando un ricorso possa essere ritenuto inammissibile per genericità e come la Corte valuti le scelte del giudice sulla quantificazione della pena.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una condanna in primo grado a 5 anni di reclusione e 40.000 euro di multa per un reato in materia di stupefacenti. La Corte d’Appello, in parziale riforma, aveva escluso un’aggravante e, riconoscendo le circostanze attenuanti generiche, le aveva giudicate equivalenti alla recidiva contestata, riducendo la pena a 3 anni e 4 mesi di reclusione e 26.667 euro di multa.

L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando principalmente due aspetti:
1. Un presunto errore nell’applicazione della recidiva e il mancato riconoscimento della prevalenza delle attenuanti generiche, oltre all’eccessività della pena base.
2. Un generico difetto di motivazione sulla congruità della pena inflitta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza e genericità dei motivi proposti. Secondo i giudici di legittimità, l’atto di impugnazione non si confrontava criticamente con le argomentazioni della sentenza d’appello, limitandosi a riproporre doglianze già esaminate e respinte con una motivazione logica e coerente.

Le motivazioni sul bilanciamento circostanze

La Corte ha sottolineato come la sentenza di secondo grado avesse adeguatamente giustificato le proprie decisioni. La pena base era stata ritenuta congrua in virtù di elementi specifici, quali l’elevata professionalità dimostrata nella coltivazione (sistemi di irrigazione sofisticati, occultamento dell’area, uso di fototrappole), l’ingente investimento economico, la determinazione criminale e il numero di persone coinvolte.

Inoltre, la Corte d’Appello aveva correttamente motivato il giudizio di equivalenza nel bilanciamento circostanze. Aveva ritenuto che le attenuanti generiche non potessero prevalere sulla recidiva a causa della particolare gravità oggettiva del fatto. La Cassazione ha ribadito il suo consolidato orientamento: la graduazione della pena e il giudizio di bilanciamento rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito. Tale potere è censurabile in sede di legittimità solo se esercitato in modo palesemente arbitrario o con un ragionamento illogico, eventualità esclusa nel caso in esame.

Le conclusioni

L’ordinanza in commento rappresenta un’importante conferma dei principi che regolano il giudizio di legittimità. Un ricorso per Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e puntuale al provvedimento impugnato, non potendosi limitare a contestazioni generiche. La determinazione della pena e il bilanciamento circostanze sono espressione del potere discrezionale del giudice, il cui esercizio è sindacabile solo entro i ristretti limiti della manifesta illogicità. Pertanto, la decisione del giudice di merito, se adeguatamente motivata, non può essere rimessa in discussione dalla Suprema Corte sulla base di una diversa valutazione della congruità della pena.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile per genericità?
Un ricorso è considerato inammissibile per genericità quando non si confronta in modo critico e specifico con le motivazioni della sentenza impugnata, ma si limita a contestazioni astratte o alla mera riproposizione di argomenti già valutati e respinti dal giudice precedente.

Qual è il potere del giudice nel bilanciamento delle circostanze?
Il giudice di merito ha un ampio potere discrezionale nel comparare le circostanze aggravanti e attenuanti (art. 69 c.p.). Può ritenerle equivalenti, o far prevalere le une sulle altre. Questa scelta è sindacabile in Cassazione solo se frutto di mero arbitrio o di un ragionamento manifestamente illogico.

Perché la Corte di Cassazione non ha riesaminato la decisione sul bilanciamento tra recidiva e attenuanti?
La Corte non ha riesaminato la decisione perché ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione logica e non arbitraria per giudicare le attenuanti generiche equivalenti alla recidiva, basandosi sulla oggettiva gravità del fatto. La valutazione del giudice di merito rientra nel suo potere discrezionale e non era viziata da illogicità manifesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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