Bilanciamento Circostanze: Potere Discrezionale del Giudice
Nel processo penale, la determinazione della pena non è un mero calcolo matematico, ma il risultato di una complessa valutazione che tiene conto di molteplici fattori. Tra questi, un ruolo cruciale è giocato dal cosiddetto bilanciamento circostanze, ovvero il giudizio con cui il giudice soppesa gli elementi a favore dell’imputato (attenuanti) e quelli a suo sfavore (aggravanti). Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’opportunità di approfondire i limiti del sindacato di legittimità su questa delicata valutazione, confermando l’ampia discrezionalità del giudice di merito.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di tentato furto monoaggravato. La Corte di Appello di Torino, pur riformando parzialmente la sentenza di primo grado, confermava la responsabilità dell’imputato. Quest’ultimo, non soddisfatto della decisione, proponeva ricorso per cassazione lamentando un unico motivo: un vizio di motivazione riguardo al mancato riconoscimento della prevalenza delle circostanze attenuanti generiche rispetto alle aggravanti e alla recidiva. In sostanza, l’imputato riteneva che la sua pena fosse eccessiva perché il giudice non aveva dato il giusto peso agli elementi a suo favore.
Il Principio del Bilanciamento Circostanze e la Scelta del Giudice
Il cuore della questione giuridica risiede nel potere del giudice di merito di effettuare il giudizio di comparazione tra le circostanze eterogenee (art. 69 c.p.). Il giudice può decidere di:
1. Ritenere prevalenti le attenuanti, con conseguente diminuzione della pena;
2. Ritenere prevalenti le aggravanti, applicando un aumento di pena;
3. Giudicare le circostanze equivalenti, non operando né aumenti né diminuzioni.
Nel caso di specie, il ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel non scegliere la prima opzione, ovvero la prevalenza delle attenuanti. Il suo ricorso si basava sull’idea che la motivazione della Corte territoriale fosse insufficiente a giustificare la scelta dell’equivalenza.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. Le motivazioni di tale decisione sono estremamente chiare e ribadiscono un principio consolidato in giurisprudenza. La Corte ha spiegato che la valutazione relativa al bilanciamento circostanze è un’attività tipicamente discrezionale, che rientra appieno nel giudizio di merito.
Questo potere discrezionale può essere sindacato in sede di legittimità (cioè dalla Cassazione) solo in casi eccezionali: quando la decisione del giudice di merito sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico. Al di fuori di queste ipotesi, la scelta è insindacabile.
Inoltre, i giudici di legittimità hanno sottolineato che, per giustificare un giudizio di equivalenza, è sufficiente una motivazione che la ritenga la soluzione più idonea a garantire l’adeguatezza della pena inflitta in concreto. Non è necessaria una disamina analitica di ogni singolo elemento, purché la decisione finale appaia sorretta da una giustificazione logica, come avvenuto nel caso in esame, in cui la Corte d’Appello aveva tenuto conto delle ‘connotazioni fattuali e personali della vicenda’.
Le Conclusioni
L’ordinanza in commento conferma che il giudizio sul bilanciamento circostanze è una roccaforte della discrezionalità del giudice di merito. La Corte di Cassazione non agisce come un terzo grado di giudizio, pronto a sostituire la propria valutazione a quella delle corti territoriali. Il suo ruolo è quello di garante della legalità e della logicità del ragionamento giuridico. Di conseguenza, un ricorso basato sulla sola contestazione del mancato riconoscimento della prevalenza delle attenuanti ha scarse probabilità di successo se la sentenza impugnata presenta una motivazione sufficiente, anche se sintetica, che non sconfini nell’arbitrio o nell’illogicità manifesta. La decisione riafferma l’importanza di una motivazione coerente per legittimare la scelta sanzionatoria, anche quando questa si risolve nel mantenere un equilibrio tra attenuanti e aggravanti.
Come viene deciso il bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti?
La decisione è frutto di una valutazione discrezionale del giudice di merito, il quale soppesa gli elementi a favore e contro l’imputato per determinare la pena più adeguata al caso concreto. Può decidere per la prevalenza delle une o delle altre, o per la loro equivalenza.
È possibile contestare in Cassazione la scelta del giudice sul bilanciamento delle circostanze?
Sì, ma solo in casi limitati. È possibile contestarla solo se la motivazione della decisione è inesistente, palesemente illogica o frutto di puro arbitrio. La Corte di Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito.
Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. La decisione impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6512 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 6512 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 18/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 31/05/2023 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
NUMERO_DOCUMENTO
Rilevato che l’imputato COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Torino che ha parzialmente riformato la sentenza del Tribunale di Torino d condanna per il reato di tentato furto monoaggravato;
Rilevato che l’unico motivo di ricorso – con cui il ricorrente lamenta vizio di motivaz quanto alla mancata concessione delle circostanze attenuanti con giudizio di prevalenza rispetto alle aggravanti ed alla recidiva – è manifestamente infondato, giacché la Corte appello ha dato conto delle connotazioni fattuali e personali della vicenda che sorreggono l scelta sanzionatoria. D’altra parte le statuizioni relative al giudizio di comparazione tra op circostanze, implicando una valutazione discrezionale tipica del giudizio di merito, sfuggono sindacato di legittimità qualora non siano frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogi siano sorrette da sufficiente motivazione, tale dovendo ritenersi quella che, per giustificar soluzione dell’equivalenza, si sia limitata a ritenerla la più idonea a realizzare l’adeguat della pena irrogata in concreto (Sez. U, n. 10713 del 25/02/2010, COGNOME, Rv. 245930; Sez. 2, n. 31543 del 08/06/2017, COGNOME, Rv. 270450).
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna de ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, 18 gennaio 2024.