LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Bilanciamento circostanze: il divieto con la recidiva

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva l’applicazione delle attenuanti generiche in prevalenza sulla recidiva. L’ordinanza ribadisce che la legge vieta esplicitamente il bilanciamento circostanze a favore delle attenuanti in caso di recidiva reiterata, come previsto dall’art. 69, comma 4, del codice penale, confermando la piena costituzionalità della norma.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze e Recidiva: Quando le Attenuanti non Possono Prevalere

Il bilanciamento circostanze è uno strumento fondamentale nel diritto penale, che consente al giudice di personalizzare la pena in base alle specificità del caso concreto. Tuttavia, la sua applicazione non è illimitata. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito l’esistenza di un divieto assoluto di far prevalere le attenuanti in presenza di una recidiva qualificata, confermando la rigidità della legge su questo punto.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Prevalenza delle Attenuanti

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’unico motivo di doglianza riguardava la richiesta di applicazione delle attenuanti generiche in misura prevalente rispetto all’aggravante della recidiva contestata. L’appellante sperava, attraverso il riconoscimento delle attenuanti, di ottenere una riduzione della pena, ma la sua richiesta si è scontrata con un preciso sbarramento normativo.

Il Divieto di Bilanciamento Circostanze con la Recidiva Reiterata

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo non solo privo di specificità, ma anche manifestamente infondato. Il cuore della decisione risiede nel richiamo all’articolo 69, quarto comma, del codice penale. Questa norma stabilisce un divieto esplicito: le circostanze attenuanti non possono mai essere considerate prevalenti sull’aggravante della recidiva reiterata, descritta nell’articolo 99, quarto comma, del codice penale.

Questo significa che, di fronte a un soggetto che commette nuovamente un reato dopo precedenti condanne, il potere discrezionale del giudice nel bilanciamento circostanze viene drasticamente limitato. La legge impone una presunzione di maggiore pericolosità sociale che non può essere superata dalla valutazione di elementi a favore del reo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha sottolineato come le argomentazioni del ricorrente fossero in “palese contrasto con il dato normativo”. La norma che pone il divieto, infatti, non è mai stata dichiarata incostituzionale. I giudici hanno spiegato che rientra pienamente nelle prerogative del legislatore stabilire delle deroghe al principio generale del bilanciamento. Tali scelte legislative possono essere sindacate solo se trasmodano nella “manifesta irragionevolezza o nell’arbitrio”, eventualità che la Corte ha escluso nel caso di specie.

Citando precedenti giurisprudenziali conformi, la Cassazione ha rafforzato l’idea che il divieto di prevalenza delle attenuanti sulla recidiva reiterata rappresenta una scelta politica e criminale ponderata, volta a sanzionare più severamente chi dimostra una persistente inclinazione a delinquere.

Le Conclusioni: Inammissibilità e Conferma del Rigore Normativo

La declaratoria di inammissibilità ha avuto come conseguenza non solo il rigetto del ricorso, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. L’ordinanza rappresenta un’importante conferma del rigore con cui l’ordinamento giuridico tratta la figura del recidivo reiterato. Per i professionisti del diritto e per i cittadini, il messaggio è chiaro: il meccanismo del bilanciamento circostanze trova un limite invalicabile nella volontà del legislatore di punire con maggiore fermezza la perseveranza nel crimine, escludendo ogni possibilità di clemenza basata sulle attenuanti.

È sempre possibile per un giudice considerare le attenuanti generiche più importanti della recidiva?
No. L’ordinanza chiarisce che la legge (art. 69, quarto comma, cod. pen.) vieta espressamente al giudice di far prevalere le circostanze attenuanti sulla specifica aggravante della recidiva reiterata (prevista dall’art. 99, quarto comma, cod. pen.).

La norma che vieta la prevalenza delle attenuanti sulla recidiva reiterata è costituzionale?
Sì. La Corte di Cassazione, citando precedenti sentenze, afferma che questa norma non è mai stata dichiarata incostituzionale. Rientra nelle scelte del legislatore stabilire deroghe al bilanciamento delle circostanze, a meno che tali scelte non siano manifestamente irragionevoli o arbitrarie.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione si basa su un motivo considerato in palese contrasto con la legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile, come in questo caso. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati