LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Bilanciamento circostanze e recidiva: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto aggravato. L’imputato sosteneva che le attenuanti generiche avrebbero dovuto prevalere sulla recidiva reiterata. La Corte ha ribadito che, in tema di bilanciamento circostanze, l’art. 69, comma 4, c.p. vieta esplicitamente tale prevalenza, a eccezione dei reati punibili con l’ergastolo. La norma è stata giudicata non irragionevole, poiché mira a sanzionare adeguatamente la persistenza nel commettere reati.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze e Recidiva: La Cassazione Conferma il Divieto

La recente sentenza della Corte di Cassazione torna a fare luce su un tema cruciale del diritto penale: il bilanciamento circostanze. Nello specifico, la Corte ha riaffermato la validità del divieto di prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva reiterata, come previsto dall’articolo 69, comma 4, del codice penale. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso nei confronti di chi persiste nella condotta criminale, limitando la discrezionalità del giudice nella commisurazione della pena. Analizziamo i dettagli della vicenda e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato dal difensore di un imputato, condannato in primo e secondo grado per il reato di tentato furto aggravato in concorso. L’unica doglianza sollevata in sede di legittimità riguardava il giudizio di bilanciamento delle circostanze. La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel non riconoscere la prevalenza delle circostanze attenuanti generiche sulle aggravanti contestate e sulla recidiva. A sostegno della propria tesi, il ricorrente invocava una recente pronuncia della Corte Costituzionale (la n. 94 del 2023), che a suo dire avrebbe reso illegittimo il divieto imposto dalla legge.

La Decisione della Corte e il Bilanciamento Circostanze

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, confermando integralmente la decisione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno chiarito, senza lasciare spazio a dubbi, la corretta interpretazione e applicazione dell’articolo 69, comma 4, del codice penale. La norma, infatti, impone al giudice un ‘espresso divieto’ di considerare prevalenti le attenuanti generiche sulla recidiva qualificata (reiterata), di cui all’articolo 99, comma 4, c.p.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si articolano su due punti fondamentali.

In primo luogo, viene smontata la tesi difensiva basata sulla sentenza della Corte Costituzionale. I giudici supremi precisano che la declaratoria di illegittimità costituzionale richiamata dal ricorrente ha un ambito di applicazione molto specifico e limitato: riguarda esclusivamente i delitti puniti con la pena dell’ergastolo. Di conseguenza, tale pronuncia non ha alcuna incidenza sul reato di furto aggravato, per il quale il divieto di prevalenza rimane pienamente operativo.

In secondo luogo, la Corte ribadisce la piena legittimità costituzionale della norma in questione. La Cassazione, richiamando propri precedenti consolidati, afferma che il divieto di prevalenza non è né manifestamente irragionevole né arbitrario. Si tratta di una scelta precisa del legislatore, una disposizione derogatoria rispetto alla disciplina ordinaria del bilanciamento, che trova la sua giustificazione nella necessità di trattare più severamente la ‘plurima ricaduta del reo in condotte trasgressive’. In altre parole, le attenuanti generiche, che servono a valorizzare aspetti soggettivi del reato, non possono avere un peso maggiore della persistenza nel crimine, manifestata attraverso la recidiva reiterata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche del Provvedimento

La sentenza in esame rafforza un principio cardine nella gestione sanzionatoria della recidiva. Le conclusioni pratiche sono chiare: per i reati che non prevedono la pena dell’ergastolo, il bilanciamento circostanze segue una regola ferrea quando è presente una recidiva reiterata. I giudici non possono concedere la prevalenza delle attenuanti generiche, ma al massimo possono giudicarle equivalenti alle aggravanti e alla recidiva stessa. Questa pronuncia serve da monito, confermando che l’ordinamento giuridico attribuisce un disvalore particolare e significativo alla ripetizione dei reati, limitando i margini di clemenza per chi dimostra una consolidata propensione a delinquere.

È possibile che le attenuanti generiche prevalgano sulla recidiva reiterata?
No, di regola non è possibile. L’articolo 69, comma 4, del codice penale stabilisce un divieto esplicito di prevalenza delle circostanze attenuanti generiche sulla recidiva reiterata.

Il divieto di prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva si applica a tutti i reati?
No. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 94 del 2023, ha dichiarato l’illegittimità di questo divieto limitatamente ai delitti puniti con la pena dell’ergastolo. Per gli altri reati, come il furto aggravato nel caso di specie, il divieto rimane pienamente in vigore.

Perché la legge prevede questo divieto?
Secondo la Corte di Cassazione, la norma non è irragionevole o arbitraria. Si tratta di una scelta del legislatore per sanzionare più severamente chi commette ripetutamente reati, dando così maggior peso alla pericolosità sociale dimostrata dalla ‘plurima ricaduta del reo in condotte trasgressive’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati