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Bilanciamento circostanze: come incide sulla prescrizione

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 33535/2024, ha chiarito che il bilanciamento delle circostanze attenuanti e aggravanti, quando risulta in un giudizio di equivalenza, non neutralizza gli effetti dell’aggravante sul calcolo della prescrizione. Un imputato per furto aggravato sosteneva l’estinzione del reato, ma la Corte ha rigettato il ricorso, affermando che l’aggravante speciale continua a estendere il termine prescrizionale anche se bilanciata, a meno che le attenuanti non siano dichiarate prevalenti. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze e Prescrizione: la Cassazione Chiarisce

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema tecnico ma di grande rilevanza pratica: l’impatto del bilanciamento circostanze attenuanti e aggravanti sul calcolo della prescrizione del reato. La decisione chiarisce che un giudizio di equivalenza non ‘cancella’ l’effetto dell’aggravante ai fini del tempo necessario a prescrivere, un principio fondamentale per la difesa e l’accusa.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per i reati di evasione e furto pluriaggravato in appartamento. La Corte di Appello di Roma aveva confermato la decisione di primo grado, riconoscendo all’imputato le circostanze attenuanti generiche e operandone un giudizio di equivalenza con le circostanze aggravanti contestate. L’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che, una volta ‘neutralizzate’ le aggravanti, il termine di prescrizione per il furto avrebbe dovuto essere calcolato nella sua forma base, e quindi sarebbe già decorso.

La Questione Giuridica: il Bilanciamento Circostanze

Il cuore della questione legale risiede nell’interpretazione dell’articolo 69 del codice penale, che disciplina il concorso di circostanze aggravanti e attenuanti. Quando il giudice effettua il bilanciamento circostanze, può giungere a tre possibili esiti: la prevalenza delle attenuanti, la prevalenza delle aggravanti, o la loro equivalenza. La difesa sosteneva che l’equivalenza dovesse comportare la completa neutralizzazione degli effetti delle aggravanti, inclusi quelli relativi all’aumento del termine di prescrizione.

La Decisione della Corte sul Bilanciamento Circostanze

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità, secondo cui il giudizio di equivalenza non esclude la rilevanza di una circostanza aggravante, specialmente se ad effetto speciale, ai fini del calcolo della prescrizione.

Le motivazioni

La Corte spiega che una circostanza aggravante si considera ‘applicata’ non solo quando determina un aumento di pena, ma anche quando produce uno qualsiasi dei suoi effetti tipici. Nel caso del bilanciamento circostanze con esito di equivalenza, l’aggravante produce l’effetto di ‘paralizzare’ l’attenuante, impedendole di ridurre la pena. Questo è sufficiente per considerarla giuridicamente rilevante e, di conseguenza, per tenerne conto nel calcolo del termine di prescrizione.

Secondo la Suprema Corte, l’aggravante può considerarsi non applicata solo nel caso in cui le attenuanti vengano giudicate prevalenti. In tutte le altre ipotesi (prevalenza delle aggravanti o equivalenza), essa manifesta i suoi effetti e deve essere considerata per determinare il tempo necessario a estinguere il reato. Nel caso di specie, il termine prescrizionale si calcolava in dieci anni, a cui si aggiungevano due anni e mezzo per gli atti interruttivi, rendendo il reato non ancora prescritto al momento della decisione.

Le conclusioni

La decisione riafferma con forza che il giudizio di equivalenza tra circostanze non è un ‘colpo di spugna’ che cancella la natura e gli effetti giuridici delle aggravanti. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la strategia difensiva basata sulla prescrizione deve tenere conto di questo orientamento consolidato: solo una declaratoria di prevalenza delle attenuanti può ‘disinnescare’ l’effetto di un’aggravante sul termine prescrizionale. Il ricorso, giudicato palesemente dilatorio, è stato dichiarato inammissibile con condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

Quando le circostanze aggravanti e attenuanti si equivalgono, la prescrizione del reato si accorcia?
No. Secondo la Corte, anche in caso di giudizio di equivalenza, la circostanza aggravante (in particolare quella ad effetto speciale) rimane rilevante per calcolare il termine di prescrizione, determinandone l’allungamento.

In che modo il bilanciamento delle circostanze influisce sul calcolo della prescrizione?
Un’aggravante non viene considerata ai fini della prescrizione solo se le circostanze attenuanti vengono giudicate prevalenti. Se le circostanze sono equivalenti o se le aggravanti prevalgono, l’aggravante continua a produrre i suoi effetti sull’aumento del termine di prescrizione.

Cosa significa che un ricorso è manifestamente infondato?
Significa che le ragioni dell’appello sono così palesemente in contrasto con principi giuridici consolidati e pacifici da non richiedere un esame approfondito. Questo porta a una declaratoria di inammissibilità dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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