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Bilanciamento circostanze: Cassazione annulla sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per rapina aggravata, con rinvio alla Corte d’Appello. Il motivo è la mancata applicazione del bilanciamento circostanze tra un’attenuante riconosciuta (risarcimento parziale del danno) e le aggravanti contestate (travisamento e concorso di persone). I giudici di merito avevano erroneamente ritenuto che tale bilanciamento fosse vietato dalla legge, un errore che la Cassazione ha censurato, ripristinando la necessità di una corretta valutazione per la determinazione della pena.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento circostanze nella rapina: la Cassazione annulla per errore di diritto

Il corretto bilanciamento circostanze attenuanti e aggravanti è un momento cruciale nella determinazione della pena. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 888/2024) ribadisce questo principio fondamentale, annullando una condanna per rapina aggravata a causa di un errore commesso dai giudici di merito proprio su questo punto. La Corte ha chiarito che il divieto di bilanciamento previsto per il reato di rapina si applica solo a un numero chiuso di aggravanti, e non può essere esteso per analogia.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di rapina aggravata in concorso. Insieme a un complice, si era introdotto in una parafarmacia con il volto travisato e, minacciando la proprietaria, si era impossessato di circa 248 euro dalla cassa. All’imputato era stata riconosciuta la circostanza attenuante di cui all’art. 62, n. 6 del codice penale, per aver parzialmente risarcito il danno.

L’Errore sul Bilanciamento Circostanze nei Giudizi di Merito

Il problema nasceva dal calcolo della pena. Il Giudice di primo grado, pur riconoscendo l’attenuante, aveva escluso la possibilità di effettuare un giudizio di bilanciamento con le aggravanti contestate (l’aver agito in più persone riunite e con il volto travisato). Il giudice riteneva, erroneamente, che l’art. 628, comma 5, del codice penale vietasse sempre il bilanciamento nel caso di rapina aggravata.

La difesa aveva impugnato la sentenza dinanzi alla Corte d’Appello, evidenziando proprio questo errore di diritto. La norma citata, infatti, vieta il bilanciamento solo per un elenco specifico di aggravanti (come l’uso di armi o il fatto commesso da persona sottoposta a misura di prevenzione), tra le quali non rientravano quelle contestate all’imputato. Sorprendentemente, la Corte d’Appello confermava la sentenza di primo grado, omettendo completamente di motivare su questo specifico e fondato motivo di ricorso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della difesa, definendolo ‘fondato’. I giudici di legittimità hanno innanzitutto censurato il silenzio della Corte d’Appello, che non poteva trascurare una doglianza difensiva così precisa e pertinente. Nel merito, la Cassazione ha ribadito un principio cardine: le norme che introducono eccezioni, come quella sul divieto di bilanciamento circostanze, sono di stretta interpretazione e non possono essere applicate oltre i casi espressamente previsti.

Le aggravanti contestate all’imputato – il travisamento e il concorso di persone (art. 628, comma 3, n. 1 c.p.) – non sono incluse nell’elenco di cui al quinto comma dello stesso articolo. Di conseguenza, il giudice aveva il dovere di procedere al giudizio di bilanciamento, potendo ritenere le attenuanti prevalenti o equivalenti alle aggravanti, con un potenziale significativo sconto di pena. L’omissione di questo passaggio ha reso illegittima la determinazione della sanzione.

Conclusioni

La sentenza in esame è un importante promemoria sull’obbligo del giudice di motivare adeguatamente le proprie decisioni e di applicare correttamente le norme sulla commisurazione della pena. Il bilanciamento circostanze non è una facoltà discrezionale, ma un obbligo di legge, derogabile solo nei casi tassativamente indicati dal legislatore. Per effetto della decisione della Cassazione, la sentenza è stata annullata limitatamente al trattamento sanzionatorio e il caso è stato rinviato a un’altra sezione della Corte d’Appello di Milano, che dovrà procedere a un nuovo giudizio sul punto, applicando questa volta in modo corretto i principi per il calcolo della pena.

In quali casi non è possibile il bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti nel reato di rapina?
Il bilanciamento è escluso solo per le specifiche aggravanti elencate nel quinto comma dell’art. 628 del codice penale, come l’uso di armi. La sentenza chiarisce che aggravanti come il ‘travisamento’ o l’aver agito ‘in più persone riunite’ non rientrano in tale divieto e devono essere soggette al normale giudizio di bilanciamento.

Cosa succede se la Corte d’Appello non risponde a un motivo specifico del ricorso?
Se la Corte d’Appello omette di motivare su un punto specifico e fondato del ricorso, la sua sentenza è viziata per mancanza di motivazione. Come avvenuto in questo caso, tale vizio comporta l’annullamento della decisione da parte della Corte di Cassazione.

Qual è la conseguenza dell’annullamento della sentenza in questo specifico caso?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza limitatamente al calcolo della pena e ha rinviato il caso ad un’altra sezione della Corte d’Appello. Quest’ultima dovrà ricalcolare la sanzione, operando correttamente il giudizio di bilanciamento tra l’attenuante riconosciuta e le aggravanti contestate, come imposto dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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