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Beneficio non menzione: l’obbligo di motivazione

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di una Corte d’Appello che, pur concedendo la sospensione condizionale della pena per tentato furto, aveva omesso qualsiasi motivazione riguardo al diniego del beneficio non menzione. La Suprema Corte ha ribadito che, nonostante la diversa finalità dei due istituti, il giudice ha l’obbligo di fornire una giustificazione congrua e puntuale quando nega uno dei benefici richiesti, specialmente se ne concede un altro basandosi su elementi favorevoli all’imputato.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Beneficio non Menzione: la Cassazione ribadisce l’obbligo di motivazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10371/2025, ha riaffermato un principio fondamentale in materia di concessione dei benefici di legge: la necessità di una motivazione esplicita e congrua. Anche quando il giudice concede la sospensione condizionale della pena, non può negare il beneficio non menzione senza spiegare adeguatamente le ragioni della sua scelta. Questa pronuncia offre importanti chiarimenti sulla diversa funzione dei due istituti e sull’onere motivazionale che grava sul giudice di merito.

Il Caso: Dalla Condanna per Furto al Ricorso in Cassazione

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un giovane per il reato di tentato furto aggravato. La Corte di Appello, in riforma della sentenza di primo grado, aveva ridotto la pena e concesso la sospensione condizionale, un beneficio inizialmente negato. Tuttavia, nel corso del giudizio di appello, la difesa aveva chiesto anche l’applicazione del beneficio non menzione della condanna nel casellario giudiziale.

Nonostante la richiesta esplicita, la Corte territoriale aveva completamente omesso di pronunciarsi su questo punto, motivando solo sulla concessione della sospensione condizionale. L’imputato ha quindi presentato ricorso per cassazione, lamentando proprio questo vizio di motivazione, ovvero la totale assenza di una valutazione sulla richiesta di non menzione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso. Ha stabilito che l’aver concesso un beneficio (la sospensione condizionale) sulla base di elementi favorevoli all’imputato non esime il giudice dal dovere di motivare l’eventuale diniego di un altro beneficio richiesto, come quello della non menzione. Di conseguenza, ha annullato la sentenza impugnata limitatamente a tale punto, rinviando la causa ad un’altra sezione della Corte di Appello per una nuova valutazione.

Le Motivazioni: Perché il beneficio non menzione richiede una giustificazione specifica?

La Cassazione ha chiarito che sospensione condizionale e non menzione, pur potendo essere concessi contestualmente, rispondono a finalità diverse e si basano su presupposti distinti.

1. Sospensione Condizionale della Pena: Questo istituto ha l’obiettivo primario di fungere da deterrente. Sottrae il condannato alla punizione immediata, ma lo minaccia della sua esecuzione in caso di future violazioni della legge penale. La sua concessione si fonda su una prognosi favorevole circa il futuro ravvedimento del reo.

2. Beneficio della Non Menzione: Questo beneficio, previsto dall’art. 175 c.p., ha invece lo scopo di facilitare il reinserimento sociale del condannato. Evita le conseguenze negative derivanti dalla pubblicità della condanna, eliminando un ostacolo al ravvedimento che potrebbe derivare dalla stigmatizzazione sociale.

Proprio a causa di queste diverse finalità, il giudice può legittimamente concedere un beneficio e negare l’altro. Tuttavia, se lo fa, deve sorreggere la sua decisione con una motivazione puntuale. Deve spiegare perché gli elementi positivi, ritenuti sufficienti per la sospensione condizionale, non lo siano anche per la non menzione, oppure deve evidenziare la presenza di elementi negativi specifici che ostacolano la concessione di quest’ultimo beneficio.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva del tutto ignorato la richiesta, creando un vuoto motivazionale che integra un vizio di legittimità della sentenza.

Le Conclusioni: L’Obbligo del Giudice di Motivare Sempre

La sentenza in commento rafforza il principio secondo cui ogni decisione del giudice deve essere trasparente e comprensibile. L’omissione della motivazione su un punto specifico del gravame, come il diniego del beneficio non menzione, costituisce una violazione di legge che porta all’annullamento della sentenza. La Cassazione ha precisato che non può sostituirsi al giudice di merito in questa valutazione, poiché essa richiede un’analisi dei fatti (come la non incensuratezza dell’imputato e la sua dipendenza da sostanze stupefacenti) che è preclusa nel giudizio di legittimità. Pertanto, spetterà alla Corte d’Appello, in sede di rinvio, valutare concretamente se sussistano o meno le condizioni per riconoscere all’imputato anche il beneficio della non menzione, fornendo, questa volta, una motivazione adeguata.

Un giudice può concedere la sospensione condizionale della pena e negare il beneficio della non menzione?
Sì, un giudice può concedere un beneficio e negarne un altro. Tuttavia, la decisione di negare il beneficio della non menzione deve essere supportata da una motivazione congrua e puntuale, che spieghi perché gli elementi valutati positivamente per la sospensione della pena non sono ritenuti sufficienti per la non menzione.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza perché la Corte d’Appello aveva completamente omesso di motivare il diniego del beneficio della non menzione, nonostante fosse stato specificamente richiesto dalla difesa. Questo silenzio costituisce un vizio di motivazione che rende illegittima la decisione su quel punto.

Cosa succede ora che la sentenza è stata annullata con rinvio?
Il caso torna ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Milano, la quale dovrà riesaminare esclusivamente la richiesta di concessione del beneficio della non menzione. Il nuovo giudice dovrà valutare se esistono le condizioni per accordare tale beneficio e dovrà fornire una motivazione completa ed esauriente a supporto della sua decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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