Banconote False: le Dichiarazioni Contraddittorie Possono Costare Caro
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso di detenzione di banconote false, ribadendo un principio fondamentale: la coerenza e la plausibilità della linea difensiva sono essenziali per poter contestare una condanna. Quando le giustificazioni addotte dall’imputato appaiono contraddittorie e illogiche, il ricorso rischia di essere dichiarato inammissibile, con conseguente conferma della responsabilità penale. Analizziamo insieme questa interessante pronuncia.
I Fatti di Causa
Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di falso nummario. La Corte d’Appello aveva confermato la sentenza di primo grado, ritenendolo colpevole. L’imputato ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione. Secondo la sua tesi difensiva, egli si sarebbe accorto solo in un secondo momento della possibile contraffazione delle banconote, ricevute come pagamento per la vendita di prodotti ortofrutticoli. Sosteneva di averle quindi riposte nella camera da letto della madre con l’intenzione di denunciarne il possesso e non di utilizzarle. A suo dire, la condanna si basava unicamente sul pregiudizio derivante dai suoi precedenti penali.
La Decisione della Cassazione e le motivazioni sulle banconote false
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le motivazioni della Corte d’Appello adeguate, logiche e prive di vizi. I giudici di legittimità hanno evidenziato come l’imputato si fosse confrontato solo parzialmente con le argomentazioni della sentenza impugnata, che avevano già smontato la sua tesi difensiva.
Le Contraddizioni dell’Imputato
Un punto cruciale della decisione riguarda le dichiarazioni contraddittorie rese dall’imputato sul modo in cui era venuto in possesso delle banconote false. In un primo momento, aveva affermato di averle ricevute in un’unica occasione; successivamente, ha sostenuto di averle accumulate in più circostanze diverse. Questa incoerenza ha minato pesantemente la sua credibilità.
L’Inverosimiglianza della Ricostruzione Alternativa
La Corte ha ritenuto del tutto inverosimile la ricostruzione dei fatti proposta dalla difesa. I giudici hanno applicato una deduzione logica stringente:
1. Ipotesi dell’unica transazione: Se avesse ricevuto un pagamento consistente (cinque banconote da cinquanta euro) per un ordine di merce, la situazione avrebbe dovuto destare la sua immediata attenzione.
2. Ipotesi delle transazioni multiple: Se, invece, avesse ricevuto le banconote in momenti diversi, sarebbe stato ancora più inverosimile che non si fosse accorto della presenza dello stesso anomalo numero di serie e che avesse continuato ad accumularle senza denunciare subito l’accaduto alle autorità competenti.
Il Luogo del Ritrovamento come Prova di Consapevolezza
Un altro elemento valorizzato dalla Corte è stata la circostanza del ritrovamento. Le banconote contraffatte erano state riposte in un cassetto di un comodino, insieme ad altri oggetti detenuti illegittimamente. Per i giudici, questo fatto non è casuale, ma depone a favore della piena consapevolezza della falsità del denaro da parte dell’imputato.
Conclusioni
L’ordinanza in esame offre un importante spunto di riflessione: di fronte a un’accusa penale, la strategia difensiva deve basarsi su una ricostruzione dei fatti non solo alternativa, ma anche credibile, logica e coerente. Le contraddizioni e le giustificazioni palesemente implausibili, come nel caso delle banconote false esaminato, non fanno altro che rafforzare il quadro accusatorio. La Corte di Cassazione ha quindi confermato che la valutazione della colpevolezza non si fonda su pregiudizi, ma su un’analisi razionale degli elementi probatori, tra cui la logicità e la coerenza delle dichiarazioni dell’imputato.
Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le motivazioni della Corte d’Appello erano congrue e prive di vizi logici, e l’imputato non ha contestato efficacemente tali argomentazioni, presentando una difesa debole e contraddittoria.
Quali erano le principali contraddizioni nella difesa dell’imputato?
L’imputato ha fornito versioni contrastanti su come avesse ottenuto le banconote false: prima ha dichiarato di averle ricevute in un’unica occasione, poi ha affermato di averle accumulate nel tempo in più transazioni.
Oltre alle contraddizioni, cosa ha reso la storia dell’imputato poco credibile?
La Corte ha ritenuto inverosimile che, in caso di più transazioni, l’imputato non si fosse accorto dello stesso anomalo numero di serie sulle banconote e non avesse denunciato il fatto. Inoltre, il ritrovamento del denaro falso insieme ad altri oggetti illeciti è stato considerato un indizio della sua consapevolezza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 47115 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 47115 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 27/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME COGNOME nato a SASSARI il 15/02/1984
avverso la sentenza del 09/01/2024 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di SASSARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
MOTIVI DELLA DECISIONE
Rilevato che con la sentenza impugnata la Corte di appello di Cagliari, sez. dist. Sassari, ha confermato la condanna di NOME COGNOME per il delitto di falso c.d. nummario;
Considerato che con l’unico motivo proposto il ricorrente deduce vizio di motivazione della decisione impugnata in quanto non sarebbe stata considerata la sua ricostruzione alternativa nel senso che si era accorto della possibile contraffazione delle banconote ricevute nel vendere prodotti ortofrutticoli e che le aveva riposte nella camera da letto della madre con l’intento di enunciarne il possesso e comunque di non utilizzarle, sicché la sua condanna era derivata dal solo pregiudizio correlato ai precedenti penali a suo carico;
Ritenuto tale motivo inammissibile a fronte delle congrue argomentazioni, con le quali l’imputato del resto si confronta solo in parte, che hanno determinato l’affermazione della sua responsabilità penale;
Rilevato, in particolare, che, con adeguata motivazione, priva di manifesti vizi logici, la Corte d’Appello ha osservato che l’COGNOME ha reso dichiarazioni contraddittorie sul possesso delle banconote false, riferendo, una prima volta, di averle ricevute in un’unica occasione e, un’altra, di averle accumulate in più occasioni;
Considerato che la Corte territoriale ha vagliato, inoltre, la concreta plausibilità di queste contradditorie ricostruzioni alternative, escludendola, per un verso, con la logica deduzione che l’ordinativo di una rilevante quantità di merce e il pagamento con cinque banconote da cinquanta euro ciascuna avrebbero dovuto destare subito l’attenzione dell’imputato e che, ove si ipotizzassero invece successive dazioni delle somme, sarebbe inverosimile che l’COGNOME non si sia accorto dello stesso anomalo numero di serie delle banconote e che le abbia accumulate senza denunciare subito l’accaduto alle autorità competenti;
Rilevato che è stato ancora congruamente evidenziato dalla stessa decisione impugnata che la circostanza che le banconote fossero state riposte in un cassetto di un comodino insieme ad altri oggetti illegittimamente detenuti depone nel senso della consapevolezza della relativa falsità;
Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 27/11/2024