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Bancarotta semplice: la condanna scatta anche senza danno

Un imprenditore, liquidatore di una società fallita, era stato accusato di bancarotta fraudolenta documentale. I giudici di merito lo hanno condannato per il reato meno grave di bancarotta semplice, per non aver consegnato alcuni libri contabili obbligatori. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna, stabilendo un principio fondamentale: per la configurazione della bancarotta semplice documentale è sufficiente la mera omissione della tenuta o della consegna delle scritture contabili, a prescindere dal fatto che il curatore sia riuscito o meno a ricostruire il patrimonio aziendale. Questa capacità di ricostruzione è rilevante solo per il più grave reato di bancarotta fraudolenta.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bancarotta Semplice: Irrilevante la Ricostruzione del Patrimonio

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14559/2025, ha ribadito un principio cruciale in materia di reati fallimentari, distinguendo nettamente i presupposti della bancarotta semplice documentale da quelli della più grave bancarotta fraudolenta. Secondo la Suprema Corte, per la condanna per bancarotta semplice è sufficiente la mancata consegna dei libri contabili obbligatori, anche se il curatore riesce a ricostruire aliunde il patrimonio e il movimento degli affari della società fallita.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda il liquidatore di una società a responsabilità limitata, dichiarato fallito. Inizialmente, l’accusa mossa nei suoi confronti era quella di bancarotta fraudolenta documentale, per aver tenuto le scritture contabili in modo tale da non permettere la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari. In particolare, gli veniva contestata la mancata consegna di documenti essenziali come il libro giornale, il libro degli inventari e il libro mastro.

Il Tribunale di primo grado, tuttavia, ha operato una distinzione. Ha assolto l’imputato dall’accusa di irregolare tenuta dei libri consegnati, riconoscendone la regolarità formale. Allo stesso tempo, lo ha condannato per l’omessa consegna di altre scritture obbligatorie, riqualificando il fatto nel reato meno grave di bancarotta semplice documentale (art. 217, comma 2, Legge Fallimentare).
La Corte d’Appello ha confermato questa decisione. L’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali: la violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza, un presunto travisamento della prova e il mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto.

La Decisione della Cassazione sulla Bancarotta Semplice

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, confermando la condanna. I giudici hanno chiarito diversi aspetti fondamentali del reato di bancarotta semplice documentale.

In primo luogo, non è stata riscontrata alcuna violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza. La contestazione originaria, pur menzionando la bancarotta fraudolenta, descriveva la condotta materiale dell’omessa consegna dei libri. La riqualificazione in bancarotta semplice costituisce un’ipotesi meno grave ma contenuta nello stesso nucleo fattuale, non ledendo quindi il diritto di difesa dell’imputato.

In secondo luogo, è stato respinto il motivo relativo al travisamento della prova. La difesa sosteneva che un verbale di audizione attestava la consegna dei libri, ma la Corte ha ritenuto legittima la valutazione dei giudici di merito, che hanno dato maggior peso alle successive e motivate dichiarazioni del curatore, il quale aveva chiarito, anche in sede di testimonianza, la natura incompleta e parziale della documentazione ricevuta.

Infine, è stata ritenuta correttamente motivata l’esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), data la pluralità delle omissioni e la loro protrazione nel tempo.

Le motivazioni

Il punto centrale della sentenza risiede nella distinzione tra l’elemento oggettivo della bancarotta fraudolenta documentale e quello della bancarotta semplice. Per integrare il reato più grave, previsto dall’art. 216 L.F., è necessario che la tenuta irregolare o l’omissione delle scritture contabili abbia come effetto quello di impedire la ricostruzione del patrimonio o del movimento d’affari. Questo nesso di causalità tra condotta ed evento è un elemento costitutivo della fattispecie.

Al contrario, per il reato di bancarotta semplice documentale, disciplinato dall’art. 217 L.F., tale evento non è richiesto. La norma punisce la mera omissione della tenuta o della consegna delle scritture contabili obbligatorie. La condotta è sanzionata di per sé, in quanto viola il dovere di trasparenza e documentazione che grava sull’imprenditore. La funzione di queste scritture è quella di fornire un quadro chiaro e immediato della situazione aziendale, e la loro assenza costituisce un illecito a prescindere dal fatto che gli organi della procedura fallimentare riescano, con maggiore o minore difficoltà, a ricostruire le vicende societarie attraverso altri mezzi.

Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: il reato di bancarotta semplice documentale ha natura di reato di pericolo presunto. La legge presume che la mancata tenuta dei libri contabili costituisca un pericolo per gli interessi dei creditori, senza che sia necessario accertare in concreto il verificarsi di un danno effettivo o l’impossibilità di ricostruire l’attivo e il passivo fallimentare. Per gli amministratori e i liquidatori, questa decisione rappresenta un monito sull’importanza cruciale di una corretta e completa tenuta della contabilità, poiché la semplice omissione, anche se dovuta a negligenza, può integrare una fattispecie di reato, indipendentemente dalle conseguenze concrete sulla procedura concorsuale.

È possibile essere condannati per bancarotta semplice documentale se il curatore fallimentare riesce comunque a ricostruire il patrimonio della società?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che per il reato di bancarotta semplice documentale è sufficiente la mera omissione della tenuta o della consegna delle scritture contabili obbligatorie. La capacità del curatore di ricostruire il patrimonio attraverso altri mezzi è irrilevante ai fini della configurabilità di questo specifico reato.

La riqualificazione del reato da bancarotta fraudolenta a bancarotta semplice viola il diritto di difesa dell’imputato?
No. Secondo la Corte, non vi è violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza quando il fatto storico contestato è lo stesso e il giudice lo qualifica come un reato meno grave (come il passaggio da bancarotta fraudolenta a semplice). L’imputato ha avuto modo di difendersi sulla condotta materiale (l’omessa consegna dei libri) che è alla base di entrambe le fattispecie.

Quando si può escludere la punibilità per “particolare tenuità del fatto” nel reato di bancarotta semplice?
La sentenza ha confermato che la non punibilità può essere esclusa quando la condotta non è episodica. Nel caso di specie, la mancata tenuta di diverse scritture contabili, protrattasi nel tempo, è stata considerata una condotta reiterata e diversificata, tale da superare la soglia della particolare tenuità, a prescindere dall’elemento psicologico (colpa o dolo).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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