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Bancarotta impropria: quando si configura il reato

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di sequestro preventivo per bancarotta e riciclaggio, annullando l’ordinanza del tribunale. Il caso riguardava un manager accusato di aver deviato commesse da una società in amministrazione giudiziaria verso altre imprese legate a organizzazioni criminali. La Corte ha chiarito che non si tratta di bancarotta per distrazione, poiché le commesse erano mere aspettative future e non beni già presenti nel patrimonio. Ha invece riqualificato il fatto come bancarotta impropria da operazioni dolose, cioè una serie di atti fraudolenti che hanno causato il dissesto della società. L’ordinanza è stata annullata con rinvio per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bancarotta impropria: quando si configura il reato

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 8372 del 2025, offre un’importante lezione sulla distinzione tra bancarotta per distrazione e bancarotta impropria da operazioni dolose. Il caso analizzato riguarda lo svuotamento sistematico di una società in amministrazione giudiziaria, attuato deviando le commesse verso altre imprese. La Corte ha chiarito che non si tratta di una semplice sottrazione di beni, ma di una condotta più complessa che ha portato al dissesto aziendale, delineando così i confini della bancarotta impropria.

I Fatti: Lo Svuotamento Sistematico di una Società

Il caso ha origine da un’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal Tribunale di Catania. Un manager di una grande società di manutenzione di reti telefoniche è stato accusato di aver concorso in reati di bancarotta e riciclaggio. L’accusa sosteneva che l’indagato avesse sistematicamente deviato “blocchi di lavori” da una società (Società A), già sotto amministrazione giudiziaria, verso due nuove imprese (Società B e Società C) riconducibili a soggetti legati a un’organizzazione criminale.

Questa operazione avrebbe causato il progressivo svuotamento e il conseguente dissesto della Società A, il cui patrimonio era a sua volta un asset fondamentale del fallimento di un’altra società (Società D). La difesa ha contestato la configurabilità del reato di bancarotta per distrazione, sostenendo che le commesse deviate non fossero beni già presenti nel patrimonio della Società A, ma solo mere aspettative di futuri incarichi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata e rinviando il caso al Tribunale per un nuovo esame. Il punto centrale della decisione è la riqualificazione giuridica della condotta contestata.

La Riqualificazione del Reato in Bancarotta Impropria

La Corte ha stabilito che lo sviamento sistematico di future opportunità lavorative non integra il reato di bancarotta per distrazione, come previsto dall’art. 216 della legge fallimentare. Questo reato, infatti, presuppone la sottrazione di un bene già presente nel patrimonio dell’imprenditore. Nel caso di specie, i “blocchi di lavori” erano considerati una “mera aspettativa” e non un diritto acquisito.

Tuttavia, la Corte ha affermato che tale condotta, pur non essendo una distrazione, non è lecita. La serie di atti coordinati, finalizzati a svuotare la Società A a vantaggio di altre imprese, configura una pluralità di operazioni dolose. Queste operazioni, nel loro complesso, hanno causato il dissesto della società, integrando così l’ipotesi di bancarotta impropria ai sensi dell’art. 223, n. 2, della legge fallimentare.

La Logica della Bancarotta Impropria

La bancarotta impropria si distingue da quella per distrazione perché non si concentra su un singolo atto di sottrazione, ma su una condotta gestionale complessa e fraudolenta. Si tratta di un’infedeltà o un abuso nell’esercizio delle funzioni che, pur attraverso atti singolarmente leciti, determina, per la loro concatenazione e finalità, un pregiudizio per la società e i suoi creditori, portandola al fallimento.

Le Motivazioni della Sentenza

I giudici di legittimità hanno spiegato che la bancarotta per distrazione sanziona un vulnus reale, ovvero una diminuzione effettiva e immediata del patrimonio destinato a garanzia dei creditori. Ciò richiede che il bene sottratto fosse già nella disponibilità dell’imprenditore fallito.

Al contrario, la condotta di “sviamento” delle assegnazioni di lavori, sebbene non possa essere qualificata come distrazione di un bene esistente, rappresenta un’acquisizione di un vantaggio competitivo ingiusto e una violazione della correttezza professionale. Quando questa condotta è sistematica e finalizzata a causare il dissesto, essa rientra pienamente nella fattispecie della bancarotta impropria da operazioni dolose.

La Corte ha sottolineato che è proprio la valutazione complessiva delle plurime assegnazioni di lavori, valutate nella loro unità funzionale e alla luce del fine ultimo perseguito (permettere ad altri di proseguire l’attività imprenditoriale sottraendo commesse alla società), a dare conto della configurabilità del reato. Si tratta di una pluralità di atti che, pur privi di autonoma valenza distrattiva, si sostanziano in un abuso delle funzioni gestorie, idoneo a causare il progressivo svuotamento della società.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 8372 del 2025 chiarisce un punto fondamentale del diritto fallimentare: lo sviamento di clientela o di opportunità commerciali future, se sistematico e finalizzato a provocare il dissesto, non è bancarotta per distrazione, ma bancarotta impropria. Questa decisione impone ai giudici di merito di non fermarsi al singolo atto, ma di analizzare la concatenazione delle operazioni gestionali per valutarne la portata fraudolenta complessiva. L’annullamento con rinvio obbliga il Tribunale a riesaminare il caso sotto questa nuova e corretta luce giuridica, valutando se la condotta degli indagati integri effettivamente gli estremi delle operazioni dolose che hanno cagionato il fallimento.

Qual è la differenza tra bancarotta per distrazione e bancarotta impropria da operazioni dolose?
La bancarotta per distrazione consiste nel sottrarre un bene già presente nel patrimonio di una società. La bancarotta impropria, invece, è integrata da una serie di operazioni fraudolente (anche singolarmente lecite) che, nel loro complesso, causano il dissesto della società, senza necessariamente sottrarre un bene preesistente.

Perché lo sviamento di futuri contratti non è stato considerato distrazione?
La Corte ha stabilito che i futuri contratti o “blocchi di lavori” non erano beni già presenti nel patrimonio della società, ma costituivano una “mera aspettativa” di futura assegnazione. Poiché la distrazione richiede la sottrazione di un bene esistente, tale condotta non poteva rientrare in quella fattispecie.

Qual è la conseguenza pratica della decisione della Cassazione?
La Corte ha annullato l’ordinanza di sequestro e ha rinviato il caso al Tribunale. Il Tribunale dovrà ora riesaminare i fatti non più sotto l’ipotesi di bancarotta per distrazione, ma sotto quella, giuridicamente più corretta per il caso di specie, di bancarotta impropria da operazioni dolose, valutando se la condotta nel suo complesso fosse idonea a causare il dissesto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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