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Bancarotta fraudolenta: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con ordinanza 39411/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per bancarotta fraudolenta. La Corte ha ritenuto manifestamente infondati i motivi relativi alla sussistenza dell’aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità e al diniego della sostituzione della pena detentiva, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bancarotta Fraudolenta: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito importanti chiarimenti sui criteri di valutazione dell’aggravante del danno patrimoniale nel reato di bancarotta fraudolenta e sui limiti alla sostituzione della pena detentiva. La decisione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la condanna e ribadendo principi giurisprudenziali consolidati. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale ha origine da una sentenza del Tribunale che aveva affermato la responsabilità penale di un imprenditore per una serie di reati fallimentari. Successivamente, la Corte d’Appello, pur dichiarando l’estinzione di alcuni reati per intervenuta prescrizione, aveva confermato la condanna per il reato più grave di bancarotta fraudolenta patrimoniale, rideterminando la pena.

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso e la valutazione della bancarotta fraudolenta

L’imputato ha contestato la sentenza d’appello su due fronti:

1. Sussistenza dell’aggravante del danno patrimoniale: Secondo il ricorrente, la Corte d’Appello avrebbe errato nel ritenere sussistente l’aggravante del danno di speciale gravità, previsto dall’art. 219 della legge fallimentare.
2. Mancata sostituzione della pena detentiva: L’imputato lamentava, inoltre, il diniego della sostituzione della pena carceraria con sanzioni meno afflittive, sostenendo una violazione di legge e un vizio di motivazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, e quindi inammissibile, smontando entrambe le argomentazioni difensive.

Sul primo punto, relativo all’aggravante del danno, i giudici hanno ribadito un principio fondamentale: la valutazione del danno patrimoniale non deve essere condotta in termini percentuali, ma in termini globali e assoluti. Ciò che rileva è la diminuzione complessiva della massa attiva disponibile per soddisfare i creditori, causata dalla condotta illecita dell’imputato. La Corte d’Appello, secondo gli Ermellini, ha correttamente applicato questo consolidato orientamento giurisprudenziale, fornendo una motivazione adeguata e logica.

Anche il secondo motivo di ricorso è stato ritenuto infondato. La Cassazione ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse adeguatamente spiegato le ragioni del diniego della sostituzione della pena detentiva. La decisione era basata sui criteri stabiliti dall’articolo 133 del codice penale (gravità del reato e capacità a delinquere del reo), ritenendo che, nel caso specifico, non vi fossero le condizioni per concedere un trattamento sanzionatorio più mite.

Le Conclusioni: Inammissibilità e Condanna alle Spese

La conseguenza diretta della manifesta infondatezza dei motivi è stata la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta non solo l’irrevocabilità della condanna, ma anche un’ulteriore sanzione per il ricorrente. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia sottolinea come la proposizione di ricorsi basati su argomentazioni palesemente prive di fondamento giuridico comporti conseguenze economiche negative, oltre a confermare la solidità della decisione impugnata.

Come si valuta l’aggravante del danno patrimoniale nella bancarotta fraudolenta?
La valutazione deve essere globale e in valore assoluto, non percentuale. Ciò che conta è la diminuzione complessiva della massa attiva disponibile per i creditori a causa del comportamento del fallito.

Perché la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di sostituire la pena detentiva?
Perché la Corte d’Appello aveva già motivato in modo adeguato la sua decisione, basandosi sui criteri di legge (art. 133 c.p.), e la Cassazione ha ritenuto tale motivazione corretta e sufficiente.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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