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Bancarotta fraudolenta: l’amministratore risponde

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un amministratore condannato per bancarotta fraudolenta documentale e per distrazione, oltre che per bancarotta semplice. L’imputato sosteneva di essere un mero prestanome (‘testa di legno’) e che il reato di bancarotta semplice fosse prescritto. La Corte ha confermato le condanne per bancarotta fraudolenta, rigettando la difesa della ‘testa di legno’ e ribadendo i doveri di vigilanza dell’amministratore. Tuttavia, ha annullato la condanna per bancarotta semplice, riconoscendo l’avvenuta prescrizione del reato.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bancarotta fraudolenta: la responsabilità dell’amministratore ‘testa di legno’

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 13604 del 2024, offre importanti chiarimenti sulla responsabilità penale dell’amministratore per i reati di bancarotta fraudolenta. Il caso analizzato riguarda un amministratore che, pur definendosi una semplice ‘testa di legno’, è stato ritenuto responsabile per le sue omissioni, ma ha visto annullare una delle accuse per intervenuta prescrizione. Analizziamo i dettagli di questa complessa vicenda giuridica.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un amministratore per diversi reati fallimentari: bancarotta semplice per aggravamento del dissesto, bancarotta fraudolenta per distrazione di beni e bancarotta documentale. L’imputato aveva assunto la carica di amministratore di una S.r.l. circa un anno e mezzo prima della dichiarazione di fallimento, subentrando a un precedente gestore.

La Corte d’Appello aveva confermato la condanna, limitandosi a ridurre la durata delle pene accessorie. Contro questa decisione, l’amministratore ha proposto ricorso in Cassazione.

I motivi del ricorso per bancarotta fraudolenta

La difesa dell’imputato si basava su tre argomenti principali:

1. Bancarotta documentale: Sosteneva di essere una ‘testa di legno’ e di non essere a conoscenza dello stato delle scritture contabili, che peraltro non avrebbero avuto rilevanza data la situazione già compromessa della società. Affermava inoltre di aver consegnato i dati su una ‘pen drive’ al primo curatore fallimentare.
2. Bancarotta per distrazione: La semplice accettazione del ruolo di amministratore apparente non poteva, a suo dire, implicare la consapevolezza dei piani distrattivi dell’amministratore di fatto.
3. Bancarotta semplice e prescrizione: Contestava la responsabilità per la bancarotta semplice, data la breve durata del suo incarico, e sollevava l’eccezione di prescrizione del reato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso in parte inammissibile e in parte fondato.

Ha rigettato completamente la linea difensiva basata sulla figura della ‘testa di legno’. I giudici hanno sottolineato che le sentenze di merito avevano accertato che l’imputato era l’amministratore di diritto a tutti gli effetti, e non un mero prestanome. Di conseguenza, le argomentazioni basate su questa premessa sono state considerate generiche e non pertinenti.

La Corte ha invece accolto il motivo relativo alla prescrizione del reato di bancarotta semplice. Verificando le date, ha constatato che il termine massimo di prescrizione era effettivamente scaduto prima della pronuncia della sentenza d’appello.

Le motivazioni sulla bancarotta fraudolenta

La Corte ha fornito motivazioni molto chiare sul perché le difese relative alla bancarotta fraudolenta non potessero essere accolte.

* Obbligo di tenuta delle scritture contabili: I giudici hanno ribadito un principio consolidato: è un dovere preciso dell’amministratore tenere o, in caso di mancanza, istituire nuovamente le scritture contabili. Questo obbligo non viene meno neanche se la società è già in crisi o inattiva. L’obbligo cessa solo con la cancellazione formale dal registro delle imprese. La presunta consegna di una ‘pen drive’, non provata nel suo contenuto, è stata ritenuta irrilevante.

* Responsabilità per la distrazione: La Corte ha riaffermato che la prova della distrazione dei beni sociali si desume dalla mancata dimostrazione, da parte dell’amministratore, della loro destinazione. In assenza di informazioni specifiche e verificabili fornite al curatore, l’amministratore non può sottrarsi alla responsabilità penale.

* Inammissibilità di motivi nuovi: La Cassazione ha specificato che non è possibile presentare per la prima volta in sede di legittimità argomenti (come quello sul dolo specifico nella bancarotta documentale) che non erano stati sollevati nell’atto di appello.

Le conclusioni

La sentenza in esame rafforza due principi fondamentali nel diritto penale fallimentare:

1. La responsabilità dell’amministratore di diritto non è fittizia: Chi accetta la carica di amministratore assume doveri di gestione e vigilanza che non possono essere elusi sostenendo di agire come prestanome. La responsabilità penale deriva dalla posizione di garanzia ricoperta.
2. Gli obblighi contabili sono inderogabili: L’amministratore deve sempre garantire la tracciabilità delle operazioni societarie attraverso una corretta tenuta delle scritture contabili, un dovere che persiste anche nelle fasi più critiche della vita dell’impresa.

Infine, la decisione evidenzia l’importanza di sollevare tempestivamente tutte le eccezioni, inclusa quella di prescrizione, nei gradi di merito, pur confermando che la Cassazione può rilevarla d’ufficio se maturata prima della sentenza impugnata.

Un amministratore che si definisce ‘testa di legno’ può essere ritenuto responsabile per bancarotta fraudolenta?
Sì. Secondo la sentenza, se i giudici di merito accertano che la persona era l’amministratore di diritto a tutti gli effetti, la difesa di essere una mera ‘testa di legno’ non è sufficiente a escludere la sua responsabilità. L’amministratore di diritto ha precisi doveri di vigilanza e gestione.

L’amministratore che subentra in una società già in crisi ha l’obbligo di tenere le scritture contabili?
Sì. La Corte di Cassazione ha ribadito che è onere dell’amministratore di diritto tenere o, se mancanti, istituire nuovamente le scritture contabili, anche se la società è già decotta o ha cessato l’attività. Questo obbligo permane fino alla cancellazione formale dell’impresa dal registro.

Quando si può dichiarare la prescrizione di un reato in Cassazione?
È possibile quando il termine di prescrizione è maturato prima della sentenza di appello e il giudice di secondo grado non l’ha erroneamente dichiarata. In questo caso, la Corte di Cassazione può annullare la sentenza limitatamente a quel reato, come avvenuto per la bancarotta semplice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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