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Bancarotta fraudolenta documentale: Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha parzialmente annullato una condanna per bancarotta, confermando le accuse di distrazione di un immobile e di veicoli, ma annullando quella per bancarotta fraudolenta documentale. La decisione si fonda sul vizio di motivazione della Corte d’Appello, che non ha chiarito in modo specifico la condotta illecita e l’elemento soggettivo dell’imputato riguardo la tenuta delle scritture contabili.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bancarotta Fraudolenta Documentale: La Cassazione Annulla per Motivazione Contraddittoria

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 797/2024, offre importanti chiarimenti sui confini della responsabilità dell’amministratore in caso di bancarotta fraudolenta documentale. La Suprema Corte ha annullato con rinvio una condanna su questo specifico punto, pur confermando le accuse per distrazione, a causa di una motivazione ritenuta contraddittoria e insufficiente da parte della Corte d’Appello. Il caso evidenzia come la delega della contabilità a terzi non esoneri l’amministratore dai suoi doveri di vigilanza, ma sottolinea anche l’obbligo per il giudice di motivare in modo puntuale e non ambiguo la natura della condotta e l’intento criminoso.

I Fatti del Caso

L’amministratore unico di una società, dichiarata fallita, era stato condannato in primo e secondo grado per due distinti reati di bancarotta fraudolenta.

Il primo capo d’accusa riguardava la distrazione di un immobile societario. Secondo i giudici di merito, la vendita dell’immobile, avvenuta circa quattro anni prima del fallimento, era simulata. Le prove a sostegno di questa tesi erano molteplici: il prezzo non era mai transitato nelle casse sociali, il relativo credito era stato stralciato senza motivo, e l’amministratore aveva mantenuto la piena disponibilità del bene, arrivando persino a locarlo a terzi.

Il secondo capo d’accusa concerneva la distrazione di alcune autovetture di proprietà della società, che non erano state rinvenute dal curatore fallimentare.

Infine, l’imputato era accusato di bancarotta fraudolenta documentale per irregolarità nella tenuta delle scritture contabili. L’amministratore si era difeso sostenendo di aver delegato interamente la gestione contabile a un consulente esterno.

La questione della bancarotta fraudolenta documentale e la decisione della Corte

Il ricorso per Cassazione ha avuto successo limitatamente al reato di bancarotta fraudolenta documentale. La difesa aveva lamentato un vizio di motivazione, poiché la Corte d’Appello non aveva chiarito se la condotta contestata rientrasse nella bancarotta documentale generica (ovvero, la tenuta delle scritture in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e degli affari) o specifica (la falsificazione di dati per danneggiare i creditori). Di conseguenza, non era stato adeguatamente provato il dolo specifico richiesto dalla norma.

La Corte di Cassazione ha accolto questo motivo. Ha confermato, invece, la condanna per la distrazione dell’immobile, ribadendo che la prova della simulazione in sede penale può essere fornita con qualsiasi mezzo, inclusi gli indizi gravi, precisi e concordanti. Ha altresì respinto il ricorso riguardo la distrazione dei veicoli, affermando che anche beni di valore esiguo possono costituire una garanzia per i creditori e la loro sottrazione integra il reato.

Le Motivazioni

La parte più rilevante della sentenza riguarda le motivazioni dell’annullamento per il reato di bancarotta fraudolenta documentale. I giudici supremi hanno evidenziato una palese contraddittorietà nella sentenza d’appello. Pur riconoscendo che l’amministratore ha un obbligo di vigilanza sull’operato del consulente delegato, la Corte territoriale non ha adeguatamente spiegato quale specifica condotta criminosa fosse attribuibile all’imputato.

In particolare, la motivazione era carente su due fronti:
1. Qualificazione della condotta: non è stato chiarito se si trattasse di una tenuta caotica dei libri contabili (bancarotta generica) o di una falsificazione mirata (bancarotta specifica).
2. Criterio di imputazione soggettiva: di conseguenza, non è stato specificato l’elemento psicologico (il dolo) richiesto. Per la bancarotta documentale generica è sufficiente il dolo generico (la consapevolezza di tenere la contabilità in modo irregolare), mentre per quella specifica è richiesto il dolo specifico (il fine di ingannare i creditori e procurare a sé un ingiusto profitto).

La Corte di Cassazione ha stabilito che, a fronte di una contestazione alternativa e di una qualificazione giuridica precisa in primo grado, la Corte d’Appello non può limitarsi a delineare genericamente le differenze tra le fattispecie, ma deve indicare con precisione quale reato è stato commesso e perché l’imputato ne è soggettivamente responsabile. Questa mancanza costituisce un vizio di motivazione che impone l’annullamento della sentenza su quel punto, con rinvio a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo esame.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma due principi fondamentali. Primo, la delega di funzioni tecniche, come la tenuta della contabilità, non è uno scudo per l’amministratore, che conserva un ineludibile dovere di supervisione e controllo. Secondo, e più importante, una condanna penale deve essere supportata da una motivazione chiara, logica e non contraddittoria. Il giudice ha l’obbligo di qualificare esattamente la condotta illecita e di dimostrare l’esistenza dell’elemento soggettivo richiesto dalla legge, senza lasciare spazio a incertezze o ambiguità. L’annullamento per bancarotta fraudolenta documentale in questo caso specifico è una diretta conseguenza della violazione di questo principio cardine del diritto processuale penale.

Un amministratore è responsabile per la bancarotta documentale se delega la contabilità a un consulente?
Sì, la delega non esonera l’amministratore dalla responsabilità penale. Su di lui permane un obbligo di vigilanza e controllo sull’operato del delegato. Tuttavia, per una condanna, il giudice deve provare rigorosamente la colpevolezza e l’intento specifico dell’amministratore.

La distrazione di un bene avvenuta molto prima del fallimento può costituire bancarotta fraudolenta?
Sì. La sentenza chiarisce che il reato di distrazione si perfeziona nel momento in cui un bene viene sottratto alla sua funzione di garanzia per i creditori, a prescindere dallo stato di insolvenza dell’impresa in quel momento. Anche se il fallimento viene dichiarato anni dopo, la condotta resta penalmente rilevante.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per bancarotta documentale?
La condanna è stata annullata per un ‘vizio di motivazione’. La Corte d’Appello non ha specificato chiaramente la natura della condotta contestata (se si trattasse di una tenuta caotica o di una falsificazione mirata dei libri contabili) e, di conseguenza, non ha adeguatamente giustificato la sussistenza dell’elemento psicologico (dolo) richiesto per il reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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