LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Bancarotta danno speciale tenuità: l’attenuante negata

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’amministratrice condannata per bancarotta semplice documentale, negando l’applicazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità. La Corte ha chiarito che l’impossibilità di ricostruire la situazione contabile dell’impresa, dovuta alla totale assenza di documentazione, costituisce di per sé un danno rilevante per i creditori, a prescindere dall’entità del passivo. Questa sentenza sottolinea come nel caso di bancarotta danno speciale tenuità, il danno non sia solo monetario ma anche procedurale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Fallimentare, Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Bancarotta e Danno di Speciale Tenuità: Quando l’Assenza di Documenti Costa Caro

La gestione delle scritture contabili è un dovere fondamentale per ogni amministratore. La loro omissione può integrare il reato di bancarotta semplice documentale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14905/2024) offre un’importante chiave di lettura sull’impossibilità di invocare l’attenuante del bancarotta danno speciale tenuità quando la condotta omissiva dell’imputato impedisce la ricostruzione del patrimonio sociale. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Un’Amministratrice e le Scritture Contabili Scomparse

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un’amministratrice di società. Inizialmente accusata di bancarotta fraudolenta documentale, il reato è stato riqualificato in bancarotta semplice documentale dalla Corte d’Appello. La pena finale è stata determinata in otto mesi di reclusione, con l’aggiunta di pene accessorie per la durata di due anni.

L’amministratrice ha deciso di presentare ricorso in Cassazione, lamentando principalmente due aspetti della decisione di secondo grado.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorso si fondava su due argomentazioni principali:

1. Mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità: La difesa sosteneva che i giudici di merito avessero errato nel negare la circostanza attenuante prevista dall’art. 219, comma 3, della Legge Fallimentare. Secondo la ricorrente, essendo stata una mera amministratrice ‘formale’ e non essendo stato dimostrato un danno effettivo ai creditori, l’attenuante avrebbe dovuto essere concessa. La sua incapacità di reperire le scritture contabili, a suo dire, non doveva ritorcersi contro di lei.
2. Eccessiva durata delle pene accessorie: La difesa contestava la determinazione delle pene accessorie nella misura massima di due anni, ritenendo la motivazione insufficiente in quanto si limitava a un generico rinvio alle ragioni usate per stabilire la pena principale.

L’Analisi della Corte: La Valutazione del Danno nella Bancarotta Documentale

La Suprema Corte ha respinto entrambe le doglianze, confermando la sentenza d’appello. La decisione è particolarmente significativa per come affronta il concetto di bancarotta danno speciale tenuità.

I giudici hanno ribadito un principio fondamentale: nei reati di bancarotta documentale, il ‘danno’ non si limita al passivo fallimentare o alla perdita economica subita dai singoli creditori. Il danno risiede, prima di tutto, nell’impossibilità di ricostruire la situazione contabile e patrimoniale della società fallita. La condotta omissiva dell’amministratrice, che non ha messo a disposizione del curatore alcuna documentazione né informazione utile al suo reperimento, ha reso impossibile questa ricostruzione.

Questa impossibilità ha impedito all’unico creditore insinuato (per un importo tutt’altro che lieve, circa 119.000 euro) di esercitare azioni a tutela del proprio credito, come le azioni revocatorie o altre azioni di recupero. Di conseguenza, il danno per la massa creditoria è stato considerato tutt’altro che ‘tenue’.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato il rigetto del ricorso specificando che un giudice d’appello non è tenuto a confutare punto per punto ogni argomentazione difensiva, ma è sufficiente che esponga le ragioni decisive della sua scelta. Nel merito, la mancanza delle scritture contabili non può essere usata per presumere circostanze favorevoli all’imputato, come l’assenza di un danno rilevante. Al contrario, è proprio l’omissione che crea il danno, pregiudicando gli interessi dei creditori. Per quanto riguarda le pene accessorie, la Corte ha ritenuto la motivazione, sebbene sintetica, congrua ed esaustiva. La gravità della condotta omissiva, l’assenza di collaborazione e i precedenti penali dell’imputata sono stati considerati elementi sufficienti a giustificare la scelta del massimo della pena, in base al potere discrezionale del giudice.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio cruciale in materia di reati fallimentari: la responsabilità dell’amministratore per la corretta tenuta delle scritture contabili è un obbligo inderogabile. Non è possibile invocare l’attenuante del bancarotta danno speciale tenuità se è la propria condotta illecita a impedire una valutazione del danno stesso. Il danno, in questi casi, è intrinseco alla condotta omissiva, poiché priva i creditori degli strumenti necessari per la tutela dei loro diritti. Questa decisione serve da monito per tutti gli amministratori, anche quelli che si ritengono ‘formali’, ricordando loro che la gestione contabile è una responsabilità sostanziale con conseguenze penali dirette.

In caso di bancarotta semplice documentale, si può ottenere l’attenuante del danno di speciale tenuità se non è provata l’esatta entità del danno ai creditori?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’impossibilità di ricostruire il patrimonio e la situazione contabile dell’impresa, causata dalla totale mancanza delle scritture contabili, costituisce di per sé un danno rilevante che impedisce l’applicazione dell’attenuante.

Perché il danno non è stato considerato di ‘speciale tenuità’ nonostante la presenza di un solo creditore?
Il danno non si valuta solo in base al passivo, ma anche in relazione all’impossibilità per i creditori di esercitare azioni a tutela del proprio credito (es. azioni revocatorie). La condotta dell’amministratrice ha reso impossibile per l’unico creditore, insoddisfatto per una somma considerevole (circa 119.000 euro), tentare di recuperare il suo credito.

La durata delle pene accessorie deve essere sempre proporzionata a quella della pena principale?
No. La Corte ha confermato che il giudice ha il potere discrezionale di determinare la durata delle pene accessorie, anche nella misura massima prevista dalla legge, sulla base dei criteri generali di gravità del reato e della personalità del reo (art. 133 c.p.), fornendo una motivazione adeguata, senza che vi sia un legame automatico con la durata della pena detentiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati