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Avviso difensore alcoltest: quando è valido?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. Il ricorrente sosteneva l’invalidità dell’alcoltest per mancato avviso del diritto all’assistenza di un difensore. La Corte ha stabilito che la menzione dell’avviso nel verbale di polizia, unita alla rinuncia esplicita dell’interessato, costituisce prova sufficiente dell’adempimento. L’eventuale compilazione del verbale dopo l’accertamento non ne inficia la validità.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida all’avviso al difensore per l’alcoltest: la Cassazione chiarisce

Le garanzie difensive rappresentano un pilastro del nostro ordinamento giuridico, specialmente in ambito penale. Una di queste è il diritto di essere assistiti da un legale durante atti urgenti, come l’alcoltest. Ma cosa succede se l’avviso di questa facoltà viene contestato? Con l’ordinanza n. 12577/2024, la Corte di Cassazione torna sul tema cruciale dell’avviso difensore alcoltest, confermando la condanna per guida in stato di ebbrezza e chiarendo i requisiti di validità della procedura.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un automobilista condannato sia in primo grado che in appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver commesso il fatto in orario notturno. L’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, basando la sua difesa su un unico, ma fondamentale, punto: la presunta inutilizzabilità dei risultati dell’alcoltest. Secondo la sua tesi, non gli era stato correttamente dato l’avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore, come previsto dall’articolo 114 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale.

L’avviso difensore alcoltest e la Decisione della Corte

Il ricorrente chiedeva l’annullamento della sentenza, sostenendo che la mancanza del predetto avviso avrebbe dovuto rendere nullo l’accertamento del tasso alcolemico. La Suprema Corte, tuttavia, ha ritenuto il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sul fatto che i motivi proposti erano una mera riproduzione di quelli già presentati e respinti dalla Corte d’Appello, senza un confronto critico con le argomentazioni dei giudici di secondo grado.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha smontato la tesi difensiva attraverso una serie di argomentazioni chiare e consolidate in giurisprudenza.

In primo luogo, i giudici hanno evidenziato come la Corte territoriale avesse già esaurientemente spiegato che l’imputato non solo aveva sottoscritto il verbale degli accertamenti urgenti, ma aveva anche espressamente dichiarato di non volersi avvalere della facoltà di assistenza legale, sbarrando l’apposita casella sul modulo.

In secondo luogo, è stato ribadito un principio fondamentale: ai fini della prova dell’avvenuto adempimento dell’obbligo di dare l’avviso, è sufficiente che di tale circostanza sia fatta menzione nel verbale redatto dalla polizia giudiziaria. Questo documento, infatti, gode di valore fidefaciente riguardo alle attività svolte dagli agenti.

Infine, la Cassazione ha definito “manifestamente infondata” la doglianza secondo cui il verbale sarebbe stato compilato solo successivamente all’esecuzione del test. I giudici hanno chiarito che è del tutto plausibile e legittimo che la compilazione del documento descrittivo delle operazioni avvenga in un momento successivo al compimento delle operazioni stesse e al preliminare avviso all’interessato. La successione temporale tra l’atto e la sua verbalizzazione non ne inficia la validità.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida principi giurisprudenziali di grande importanza pratica. La garanzia dell’avviso difensore alcoltest è sacrosanta, ma si considera assolta quando l’adempimento è documentato nel verbale di polizia. La rinuncia esplicita da parte dell’indagato, anch’essa verbalizzata, chiude di fatto ogni possibilità di contestazione successiva. Questa decisione serve da monito: per un ricorso efficace, non basta riproporre le stesse argomentazioni già respinte, ma è necessario contestare specificamente e criticamente le motivazioni della sentenza impugnata. La Corte ha inoltre confermato che la tempistica della compilazione materiale del verbale non invalida gli atti in esso descritti, purché questi si siano svolti nel rispetto della legge.

La menzione dell’avviso di farsi assistere da un difensore nel verbale di polizia è una prova sufficiente?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che, ai fini della prova dell’avvenuto adempimento, è sufficiente che di tale circostanza sia fatta menzione negli atti di polizia giudiziaria, dato il loro valore fidefaciente.

Cosa succede se l’imputato rinuncia esplicitamente all’assistenza del difensore?
Se l’imputato dichiara espressamente di non volersi avvalere della facoltà di essere assistito da un difensore, ad esempio sbarrando un’apposita casella su un modulo, tale rinuncia rafforza la validità della procedura e rende molto difficile contestare successivamente la violazione del diritto di difesa.

Il fatto che il verbale sia stato compilato dopo l’esecuzione dell’alcoltest lo rende nullo?
No. La Corte ha ritenuto che sia del tutto possibile e legittimo che la compilazione del verbale descrittivo delle operazioni di accertamento sia successiva al compimento delle operazioni stesse e al preliminare avviso, senza che ciò ne comprometta la validità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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